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CONVEGNO ITALGROB SU CREDITO, MONOPOLI E AMBIENTE: L’ITALIA DEL BEVERAGE GUARDA ALL’EUROPA


Credito, Monopoli e Ambiente sono stati al centro del convegno annuale di Italgrob in occasione di PIANETA BIRRA BEVERAGE & CO. E’ stato un ampio e articolato dibattito con interlocutori di prestigio , moderato dalla giornalista Rai Francesca Grimaldi (TG1) che ha affrontato alcuni dei nodi più stringenti per la categoria in una prospettiva necessariamente globalizzata con la partecipazione di importanti esponenti europei di settore.


IL CREDITO E LE DILAZIONI DI PAGAMENTO NEL BEVERAGE.

“In diversi paesi europei non è necessaria l’assistenza giuridica per ottenere il pagamento dei crediti perché in genere la questione si risolve tra creditori e debitori in base a specifici accordi tra le categorie di appartenenza” ha introdotto Philip Schraven, Presidente di Cegrobb (Federation Europeenne des Associations du Commerce de Gros de Biere et Boissons). Infatti in paesi come Germania, Austria, Francia e Spagna l’emissione del decreto ingiuntivo avviene pochi giorni dopo la presentazione della richiesta, esistono forme semplificate e standardizzate per la presentazione della richiesta di ingiunzione, i ricorsi vengono presentati per via telematica e i giudizi ordinari vengono definiti in un massimo di 12 mesi. In Italia invece le procedure non sono standardizzate, il ricorso all’assistenza legale per il recupero crediti è inevitabile e i giudizi di opposizione durano in media dai 2 ai 3 anni.

“Non sarebbe nostro compito ma oggi, purtroppo, nel momento in cui ci relazioniamo con un cliente dobbiamo iniziare a valutare anche se questo è solvibile dal punto di vista del credito – ha dichiarato il Presidente Italgrob Giuseppe Cuzziol – Non possiamo essere gli psicologi dei nostri clienti e la concertazione avviata tra Italgrob e Fipe va nella direzione di assumersi ognuno le proprie responsabilità, evitando quindi di essere costretti a fare un mestiere che non è il nostro. Da questo punto di vista stiamo lavorando anche ad un importante progetto: la nascita di un Albo dei Distributori, che oggi ancora non esiste. Un primo passo verso l’introduzione di un Codice Deontologico che tuteli l’intera categoria e i suoi interlocutori, per esempio impegnando gli iscritti a non fornire più i clienti morosi. Ma dobbiamo anche considerare che la vendita diretta da parte dell’industria sta stravolgendo ulteriormente gli equilibri e scapito dei distributori”.

Sul fronte delle procedure italiane di recupero crediti “qualche cosa si sta muovendo sotto il profilo della semplificazione e velocizzazione – come hanno spiegato gli avvocati Papalia e Ballarini, legali Italgrob – ma ricordiamoci che il sistema italiano garantisce sia il creditore che il debitore”. Secondo Enrico Zoppas, Presidente Acqua Minerale San Benedetto SpA “la concertazione tra distribuzione e industria può assumere un ruolo molto importante. Ma occorre avere regole più chiare e assumere iniziative utili alla moralizzazione del commercio”. Proprio la concertazione tra distributori ed esercenti è alla base del successo del sistema tedesco, ha precisato Markus Stodden di Brau Holding International, gruppo di riferimento per i produttori di birra della Baviera. In Germania infatti oltre il 60% dei pagamenti avviene entro i 10-15 giorni dalla consegna e ben il 20% a rimessa diretta.

Per Alfredo Zini, del Comitato Direttivo FIPE Confcommercio, “i protocolli d’intesa tra distributori ed esercenti garantiscono maggiore tutela all’intera filiera. Anche in Italia occorre trovare un accordo che premi e favorisca la creazione di dinamiche virtuose, prevedendo per esempio uno sconto per chi paga la merce subito e una maggiorazione per chi la paga in ritardo rispetto alle scadenze contrattuali. Il nostro impegno per moralizzare e tutelare la categoria è massimo. E il DURC può già rappresentare un sistema utile per individuare se un esercizio è sano oppure no”.

LA SENSIBILITÀ AMBIENTALE.

Anche il mondo del beverage mostra rinnovata sensibilità ed impegno sul fronte ambientale. I contenitori riutilizzabili negli anni hanno perso sempre più quote di mercato a causa della mancanza, in diversi Paesi europei tra cui l’Italia, di una politica mirata a proteggere i contenitori eco-compatibili. Tra i paesi virtuosi da questo punto di vista c’è la Germania, dove dal 2003 è stata introdotta una tassa di deposito sul vetro usa-e-getta e su PET e lattine. Da quel momento lo spargimento di contenitori usa-e-getta per bevande è scomparso su tutti i contenitori sottoposti a deposito. Ora 14mila aziende, con più di 200 mila addetti, sono coinvolte nella produzione, riempimento, distribuzione e vendita al dettaglio di contenitori riutilizzabili per bevande. La nuova normativa ha creato più di 14 mila nuovi posti di lavoro e la quota di mercato dei contenitori riutilizzabili per bevande è cresciuta fino all’88% per la birra e al 55% per le bibite analcoliche gassate.

In Italia il Decreto Ronchi, che pone scadenze anche su razionalizzazione e riutilizzo degli imballi, è stato fino a questo momento attuato solo per la parte relativa al recupero e al riciclaggio in altri usi dei contenitori a perdere. In ambito europeo è in corso la seconda stesura della Direttiva Imballaggi “ma ci sono forti pressioni dei produttori a favore dei vuoti a perdere, al punto che per il momento non viene prevista nessuna differenza tra questi e i vuoti a rendere – ha avvertito Schraven – con Italgrob stiamo avviando un’azione di lobbing per sostenere la causa del vuoto a rendere nella quale cercheremo di coinvolgere il maggior numero di organizzazioni”.

Anche in Italia si stanno mettendo a punto soluzioni per incentivare il vuoto a rendere. “Italgrob ha arrivato un gruppo di studio congiunto che coinvolge FIPE Confcommercio, Produttori, Legambiente, interlocutori politici e istituti di ricerca – ha annunciato il Presidente Giuseppe Cuzziol – con l’obiettivo di elaborare una proposta sperimentale in grado di aumentare l’utilizzo di vuoti a rendere. Indubbiamente ci sono alcune criticità da superare, dalla logistica per lo stoccaggio dei vuoti alla gestione delle cauzioni, ma la reintroduzione del vuoto a rendere potrebbe portare ad una più netta separazione tra HoReCa (vetro) e GDO (PET) consentendoci di riprendere in mano il mercato”.

MONOPOLI INDUSTRIALI: ORIGINALITÀ O EGEMONIA?

Il tema della concentrazione dei marchi in poche compagnie multinazionali è all’ordine del giorno in Italia come in Europa. Gli operatori si interrogano se questo porterà a minori possibilità di scelta o maggiori opportunità di guadagno per i grossisti di bevande. Sul fronte europeo le dinamiche di concentrazione sono osservate con attenzione degli organismi preposti ma per il momento non sono stati assunti provvedimenti di aperto contrasto del fenomeno. Elemento di forte tensione è l’eventualità di integrazioni verticali che portino ad inglobare anche la distribuzione.

In Italia l’Antitrust, nel 2006, ha aperto 717 procedure relative a concentrazioni che si sono tradotte in vere e proprie istruttorie solamente in 5 casi. “Ormai è chiaro che la differenza non la fa più il prezzo – ha ribadito il Presidente di Italgrob Giuseppe Cuzziol – ma il fatto di specializzarsi sempre di più come servizio di consulenza ai nostri clienti per prodotti innovativi e che funzionino, evitando di promuovere prodotti sempre più massificati e globalizzati”.

C.S. su www.pianetabirra.it/ +INFO: Ufficio Stampa Italgrob RdP Strategia e Comunicazione Srl Tel. 02/74.90.794 – Fax 02/70.00.65.96 – www.rdp.it

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