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Farlo fuori casa è più bello e attraente. È in aumento il numero degli italiani che consuma i pasti fuori dalle mura domestiche, ma il mercato è ancora lontano dalla saturazione. Il margine di crescita ampio richiede però un’attenzione particolare per evitare che la perdita di qualità nell’offerta. È quanto emerso nella “Giornata della Ristorazione Fuoricasa” organizzata da Fipe-Confcommercio in apertura di Cibus 2008, la rassegna internazionale più importante dedicata all’eccellenza alimentare nel mondo.


Nel convegno dal titolo “Consumi fuori casa e pubblici esercizi: quale futuro?” sono state affrontate le problematiche di un settore che si ritrova ad operare in uno scenario di incertezza economica e contrazione dei consumi, ma dove esiste la voglia di ricostruire i punti di riferimento di un mercato in continua evoluzione. Dopo la descrizione del professor Luca Pellegrini dell’Università Bocconi di Milano sugli scenari possibili, il professor Francesco Favotto dell’Università di Padova ha spiegato che per poter modificare il modello di business della aziende è necessario cambiare le regole del lavoro, fiscali e di mercato che governano il settore. Si tratta di una fetta di mercato importante, dove operano 240mila imprese che danno lavoro a poco meno di un milione di persone per un fatturato complessivo di 47 miliardi di euro.
A descrivere meglio lo scenario è stata, dati alla mano, la ricerca realizzata dal centro studi di Fipe-Confcommercio sui cambiamenti del settore dal 1996 al 2006 all’interno dei paesi dell’Unione europea e dell’area euro, dove è emerso che i consumi alimentari valgono 837 miliardi di euro all’interno dell’Ue, mentre in eurolandia la spesa supera di poco i 600 miliardi.

Nel decennio preso in considerazione è incoraggiante la situazione in Italia, dove a fronte di un progresso della spesa per l’alimentazione in casa che rimane dominante con un valore assoluto procapite pari a 146 miliardi di euro, si registra una vera e propria impennata dei consumi del fuori casa il cui tetto procapite tocca i 64 miliardi. L’incremento percentuale di 13 punti registrato nel decennio in Italia colloca il nostro paese nella fascia europea di media evoluzione.
Nella dinamica dei prezzi, l’Italia registra una variazione tendenziale molto bassa, pari al 3% (marzo 2008 su marzo 2007); dato che contribuisce a mantenere ancorata l’inflazione italiana alla media europea. “Tutta la filiera agroalimentare – ha affermato il presidente Fipe, Lino Enrico Stoppani – è consapevole che il futuro del fuori casa può essere una grande opportunità per tutti, produttori, distributori, esercenti e consumatori compresi, se riusciremo a garantire più qualità e più valore al cibo e all’offerta”.

+info: www.fipe.it

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