“La costruzione e la difesa dei nostri marchi passa attraverso una robusta conoscenza scientifica e tecnologica: più differenziamo le analisi e rafforziamo la capacità di discernere da dove viene un prodotto, più diamo forza al brand”. Con queste parole Stefano Vaccari della Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare del Mipaaf ha preso la parola a conclusione del convegno ““Autentico Balsamico: moderna ricerca per un prodotto antico”, organizzato dal Consorzio Aceto Balsamico di Modena di concerto con il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia. “Il Ministero – ha continuato Vaccari – sta già finanziando questo tipo di progetto per altri settori perché dobbiamo arrivare ad avere la padronanza del controllo tecnologico. Se siamo in grado di consolidare l’identità tecnologica del prodotto, dobbiamo anche essere in grado di dire ai produttori che cosa ci va in etichetta. Tra le priorità del Ministero infatti, anche la messa a punto di linee guida per l’etichettatura, da cui dovranno emergere positivamente gli sforzi dei singoli consorzi e dei produttori, a scapito di quanti invece inseriscono termini in etichetta non conformi alla normativa”.
Etichettatura dunque, ma anche trasparenza e garanzia di autenticità i concetti più importanti emersi dal convegno di ieri pomeriggio. Francesco Pavanello, Direttore dell’Unione Italiana Vini, ha affermato che “l’utilizzo di tecniche di analisi isotopiche rappresenta un efficace strumento di tutela per tutte le produzioni tipiche italiane. Applicate al vino, l’effetto di questo tipo di analisi è stato più che positivo: si è riusciti a fare un discrimine tra chi lavorava regolarmente e chi invece sofisticava e con le dovute specifiche ritengo che potrà in futuro essere applicabile anche all’Aceto Balsamico. Il risultato che abbiamo raggiunto conferma che l’analisi isotopica è stata accettata ovunque come tipologia di analisi efficace e robusta. La produzione di alta qualità come è anche l’aceto balsamico va tutelata e per questo è necessario creare un protocollo di controllo dell’autenticità dei prodotti: in questo possono svolgere un ruolo fondamentale, più che le singole imprese, i Consorzi di Tutela attraverso la loro attività di vigilanza”.
I NUMERI DEL SETTORE
Oltre 90 milioni di litri prodotti, di cui 73 milioni di litri imbottigliati, per un fatturato di 433 milioni di euro: esportazioni all’estero il 92% dei volumi.
79 acetaie
242 operatori
550 addetti
+info: Ufficio Stampa Consorzio Aceto Balsamico di Modena –