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Sono 9 milioni gli italiani che quest’anno al rientro dalle vacanze si mettono al lavoro tra pentole e vasetti nella preparazione di conserve fatte in casa per garantirsi una alimentazione più genuina e naturale, ridurre gli sprechi e risparmiare nel tempo della crisi. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Swg presentata in occasione del primo “Cooking show della nonna” realizzato in Piazza Portello a Milano per svelare i trucchi del mestiere e offrire consigli e suggerimenti per valorizzare in tutti i modi la frutta e verdura italiana nei vasetti con l’aiuto di chef, nutrizionisti ed esperti ma anche delle casalinghe di Voghera in rappresentanza di tutte le famiglie italiane.

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Quest’anno per effetto dei ritardi nella maturazione proprio a settembre – sottolinea la Coldiretti – si concentrano nelle famiglie italiane le operazioni ai fornelli per trasformare la frutta in marmellate, succhi e sciroppati, gli ortaggi in gustosi sott’oli e sott’aceti e il pomodoro in passate, pelati o pezzettoni.Il ritorno di comportamenti virtuosi come la preparazione delle conserve in casa è forse l’unico aspetto positivo della crisi a tavola. Nel 2013 si assiste infatti al ritorno degli italiani all’autoproduzione di alcuni cibi secondo una tradizione del passato che – precisa la Coldiretti – sembrava destinata a perdersi ed è invece tornata di grande attualità di fronte ai ripetuti scandali alimentari e all’esigenza di ottimizzare i bilanci familiari.

 Il risultato – continua la Coldiretti – è un aumento del tempo trascorso in cucina con ogni italiano che secondo l’indagine dedica alla preparazione dei cibi ben oltre sette ore alla settimana. Ma durante i riti settembrini della preparazione delle conserve fai da te i tempi – precisa la Coldiretti – si allungano con intere giornate trascorse per recuperare il prodotto, pulirlo, lavorarlo, cucinarlo e metterlo in vaso. Una maggiore attenzione rispetto al passato viene riservata alla scelta delle materie prima che spesso vengono acquistate direttamente dai produttori agricoli in azienda, nelle botteghe o nei mercati di Campagna Amica. Ma la vera novità degli ultimi anni è l’interesse crescente delle nuove generazioni con molte giovani coppie desiderose di apprendere le tradizioni dei nonni. Un bisogno di informazioni sulla preparazione dei cibi che è dimostrato dal fatto che 1,4 milioni di italiani dichiarano di partecipare a community sul web centrate sulla preparazione del cibo mentre ben 25 milioni si informano sui libri od in televisione.

 La preparazione piu’ radicata nella tradizione degli italiani è quella della trasformazione del pomodoro che prevede semplici ma importanti operazioni come la selezione ed il lavaggio accurato dei pomodori, l’asciugatura, la cottura in acqua bollente per favorire il distacco della buccia dalla polpa ed infine la spremitura, l’imbottigliamento e la sterilizzazione delle bottiglie. Non meno diffusi sono i sott’oli cioè ortaggi di stagione come zucchine e melanzane che vengono precedentemente lavati e scottati in acqua, aceto o vino, fatti asciugare, messi in vaso con diversi aromi e sterilizzati. Immancabili poi tra le conserve fatte in casa sono le marmellate, una volta scelta la frutta preferita, va lavata, tagliata e lasciata a macerare con succo di limone zucchero per una notte intera prima di essere cotta a fuoco medio per una trentina di minuti in modo da farla addensare prima di metterla in vasetto e sterilizzare lo stesso.

 Una opportunità che consente di utilizzare frutta molto matura che, proprio per tale motivo – informa la Coldiretti – si può acquistare a cassette a prezzi convenienti, contribuendo ad evitare sprechi che nel tempo della crisi due italiani su tre (65 per cento) si sono impegnati a ridurre o annullare secondo le elaborazioni Coldiretti/Swg. L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque – puntualizza la Coldiretti – comporta l’osservanza di precise regole in quanto la sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione che valgono per il settore agroindustriale, ma che devono valere anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione.

 La grande differenza – continua la Coldiretti – è che nelle conserve casalinghe si utilizzano frutta e ortaggi di stagione provenienti dall’Italia che ha conquistato il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,4 per cento) che sono risultati peraltro inferiori di quasi quattro volte a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di circa 20 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità). Nei prodotti industriali invece – conclude la Coldiretti – non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza della materie prima agricola ed è facile mettere inconsapevolmente nel carrello della spesa marmellate con frutta proveniente dall’Europa dell’est, sott’oli africani o concentrato di pomodoro cinese.

 +info: www.coldiretti.it/

 

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