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Dal calcio al vino, il passo è breve e Sébastien Frey – proprio come ai tempi in cui difendeva coraggiosamente la porta – non ha avuto paura di tuffarsi in una nuova grande avventura: questo 2021 ha visto nascere infatti il suo vino, anzi i suoi vini, con l’etichetta “Seba Frey”.

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Né guanti né scarponi, l’ex portiere di Cannes, Inter, Hellas Verona, Parma, Fiorentina, Genoa e Bursaspor, oltre che dei Bleus, a 41 anni ha deciso di dedicarsi all’altra sua grande passione: il vino. E l’ha fatto anche stavolta in grande stile, entrando ufficialmente a far parte del team “The Wine of the Champions” del produttore Fabio Cordella, che ha messo su una squadra di campioni indiscussi del calibro di Materazzi, Miccoli, Zamorano, Ronaldinho, Sneijder, Buffon, Cafu, Roberto Carlos, Candela, Lugano e, appunto, Sébastien Frey. Tutti protagonisti di bottiglie in grado di ripercorrere le loro carriere, ma anche le sfaccettature più intime dei loro differenti caratteri.

Per Beverfood.com abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva proprio la tanto amata leggenda della nostra Serie A, raccontando stavolta non un colpo di reni salva-risultato al 90′, ma la sua personale tripletta rosso-bianco-rosato: Sono sempre stato un grande appassionato di vino. È qualcosa che adoro, una passione che coltivo da tanti anni. Il mondo del vino mi permette infatti di scoprire sempre qualcosa di nuovo, lasciandomi ogni volta a bocca aperta”, esordisce Sébastien Frey ai nostri microfoni.

Francese di nascita, italiano d’adozione: Seba Frey apprezza più gli champagne francesi o i grandi rossi italiani?
“Ormai ritengo l’Italia molto più che una seconda casa, visto che sono arrivato all’Inter nel lontano 1998. Questo Paese mi ha dato tante soddisfazioni ed è entrato dentro di me. In Italia si vive bene e si mangia bene. Devo ammettere che, se per tanti anni siamo stati noi francesi a comandare il mercato mondiale per la qualità e la storia del nostro vino, oggi sono più di 10 anni che i vini italiani hanno fatto il salto e addirittura su certi domaines vanno anche a superare quelli francesi. Questo mi rende orgoglioso, così come rende sicuramente orgogliosi tutti gli italiani. A me, in particolare, piace il Sud dell’Italia. Penso per esempio alla Puglia, un posto magico e genuino con un’uva tra le migliori al mondo”.

Proprio in Salento è nata la tua collaborazione col produttore Fabio Cordella. Perché hai scelto di entrare nella squadra di “The Wine of the Champions”?
“Quando Fabio Cordella mi ha presentato il suo progetto, non ci ho pensato due volte a dirgli di sì. Il direttore, come lo chiamiamo noi, mi ha dato la possibilità di creare dei vini che mi rappresentano dalla bottiglia fino al suo contenuto. Sia il rosso che il bianco che il rosato hanno infatti un tocco autentico di me al loro interno, per questo ci tengo a dire che il vino ‘Seba Frey’ è molto più che una semplice etichetta o una mera questione di storytelling. Per di più, conosco la qualità dei vigneti di Fabio, della sua terra e delle sue uve. So che quella dei Cordella è una storia di famiglia, dove si lavora da generazioni sui dettagli, cosa che mi rispecchiava anche da giocatore. Per tutte queste ragioni non ho esitato ad accettare la proposta e mi sono tuffato in questa nuova emozionante sfida con entusiasmo”.

Da portiere di calcio ad attaccante del mercato vinicolo: ci descrivi questa tua originale tripletta?
“Abbiamo realizzato un rosso, un bianco e un rosato atipico. Fabio è stato eccezionale perché è riuscito a creare dei vini buoni e piacevoli, molto beverini, rappresentando tanto il mio legame con l’Italia quanto le mie radici francesi. Sono veramente soddisfatto della nostra collaborazione e dei risultati che il confronto quotidiano tra di noi ha portato a livello di prodotto”.

Tre vini che raccontano in qualche modo anche il tuo estro sul campo.
“Assolutamente sì, nelle mie bottiglie abbiamo cercato di rispecchiare la mia personalità. Il rosso è a base Primitivo, con l’aggiunta di Merlot. Si tratta di un vino di grande carattere, molto forte, da far respirare un po’ prima di berlo. Questo, più degli altri, tira fuori senza alcun dubbio la personalità che avevo quando giocavo. Poi c’è il bianco, col Pinot Grigio che lo rende raffinato e molto fruttato. Va bevuto fresco ed è davvero perfetto per l’estate. Il rosato Malvasia IGP poi è la chicca finale, come un calcio di rigore parato all’ultimo minuto”.

Cosa lo rende così speciale?
“Come vi dicevo prima, è un rosato atipico, un vino molto chiaro che ricorda un po’ i famosi rosé del Sud della Francia e quindi delle mie zone. Questo vino rispecchia pienamente le mie origini, si beve con piacere sorso dopo sorso e, dal mio punto di vista, non ha davvero niente da invidiare ai grandi rosé francesi. Sono molto fiero del rosato ‘Seba Frey’ e, come dico sempre a Fabio, abbiamo fatto un capolavoro!”.

Frey, Ronaldinho, Roberto Carlos, Materazzi… State mettendo su un vero dream team di ex calciatori-produttori di vino: quale sarà il prossimo acquisto?
“Questo dovete chiederlo al direttore Cordella, è lui che si occupa del mercato (ride, ndr). Posso dirvi però che questo progetto, seppur rallentato come tutti gli altri dalla pandemia, sta creando qualcosa di leggendario. Già oggi abbiamo una squadra piena di campioni, che in questo caso possono rispecchiarsi non solo nelle loro grandi giocate del passato, ma anche nei vini che meglio li rappresentano. Fabio è stato davvero innovativo, mescolando con abilità e capacità calcio e vino. Siamo tutti convinti: con ‘The Wine of the Champions’ andremo lontano e faremo conoscere i nostri vini a livello internazionale. Stavolta a colpi di brindisi e non più a suon di rovesciate o rabone!”.

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