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Secondo quanto rilevato dal www.corrieredelveneto.corriere.it del 16 Marzo, gli importatori statunitensi stanno facendo scorta di vino per tutelarsi dai previsti dazi annunciati da Trump. Più 8% di ordini di Prosecco più 3% di Pinot grigio, gli importatori statunitensi fanno scorta di vino per tutelarsi dai dazi. I primi segnali che qualcosa stava cambiando si sono visti già all’indomani del 5 novembre, a poche ore dalla vittoria di Donald Trump, con richieste sempre più consistenti. E un balzo del 7,3% che ha portato a chiudere l’anno con il conto in crescita, mai raggiunto prima, di 3 miliardi di export per tutta la filiera del vino veneto: 200 milioni in più sul 2023. E la tendenza non si è più fermata: a gennaio si è superato il 7%, a febbraio sfiorato l’8% e nei primi giorni di marzo il segno più è continuato.

 

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GLI IMPORTATORI

Gli importatori vogliono appunto evitare il rischio di diminuire sensibilmente le vendite: «L’80% del vino che vendiamo arriva dall’Europa — spiega all’Associated Press Jeff Zacharia, presidente di Zachys, distributore di vini d’alta gamma dello Stato di New York — e gli importatori dipendono dall’Europa». Tra i vini più apprezzati negli Usa c’è il Prosecco, entrato nei giorni scorsi a gamba tesa nell’agorà politica di Washington, grazie alle proiezioni dei possibili rincari dei Democratici al Senato: «Una bottiglia di Prosecco venduta oggi, senza dazi, a 15 dollari potrebbe costarne 45 se Trump confermasse la scelta di imporre tariffe al 200%».

 

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I PORTI AMERICANI CONGESTIONATI

Intanto, gli ordini di gennaio e febbraio sono arrivati a destinazione e i porti americani sono ai limiti della congestione — non solo per il vino, è corsa a importare ogni produzione finita nel mirino di Trump — con un più 13% di arrivi a gennaio e 6,1% a febbraio. «I grandi importatori stanno sicuramente approfittando di questo momento per aumentare le importazioni di Prosecco — dice Giorgio Polegato, presidente della consulta vitivinicola di Coldiretti —. Tra gennaio e febbraio si conferma un quasi più 8% di ordini rispetto allo stesso periodo del 2024 e marzo al momento prosegue con questi ritmi». Detto che, precisa, «il Prosecco ha un picco nelle vendite in primavera e in estate e di solito nei primi due mesi dell’anno si registrano sempre più acquisti», oggi si aggiunge la volontà di incamerare scorte.

Più contenuto l’aumento di ordini per il Pinot grigio. «Assistiamo a una crescita tra il 2 e il 3% — spiega Albino Armani, presidente del Consorzio di tutela vini doc Delle Venezie —, è un trend non effimero, segno di un’affezione duratura, speriamo che non sarà intaccata nel caso di dazi». Per Armani, ora bisogna essere «realisti»: «Se sal 200% la contrazione ci sarà». Al 25% invece «saranno assorbibili».

 

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LA CATENA DI DISTRIBUZIONE

La catena di distribuzione ha tre passaggi negli Usa con un aumento finale di circa quattro volte del prezzo di partenza: una bottiglia comprata dal Veneto a 4 dollari, al consumatore Usa costerà 16. E se fino a pochi giorni fa gli ordini volavano, qualche ombra si intravede all’orizzonte: «Alcuni importatori hanno fermato le partenze per non rischiare dal 2 aprile di pagare dazi al 200%», conclude. Uno stop prudenziale in attesa che si chiarisca la situazione.

Fonte: www.corrieredelveneto.corriere.it

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