C’è chi ha parlato di rivoluzione epocale, chi di necessario rilancio, altri di un determinante cambio di passo, certo è che la presentazione dell’Acqui docg Rosé, versione non dolce dello spumante a base di uve brachetto, è stata seguita da oltre duecento persone con numerosi giornalisti della carta stampata, del web, di radio e della televisione che hanno seguito l’evento. La cornice è stata quella del bel palazzo del Comune di Acqui Terme nell’Alessandrino, capitale della zona del Brachetto che condivide con il Sud Astigiano.
Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di Tutela del Brachetto, ha raccontato il progetto dell’Acqui Rosé facendo rimarcare le caratteristiche originali di uno spumante che si presenta come il primo naturalmente rosé e a denominazione d’origine controllata e garantita. «Sono questi elementi distintivi che danno un valore aggiunto fortissimo». Il presidente del Consorzio ha pure ricordato le difficoltà di un comparto che, dopo anni di grandi successi, sta soffrendo una crisi che ha portato un drastico taglio delle rese a 36 quintali per ettaro. «Ma l’Acqui docg Rosé sta già riscuotendo interesse e sono certo che già dalla prossima vendemmia le rese possano alzarsi a 50 quintali per ettaro»
Una prospettiva ottimistica supportata da azioni concrete che il presidente consortile ha annunciato come una vera svolta nel mondo del Brachetto: «È alle porte la modifica del disciplinare che prevede l’imbottigliamento dell’Acqui docg Rosé anche fuori dalla zona di produzione. Uno strumento chiave che ci permetterà di uscire dalla crisi». Massimo Fiorio, prossimo presidente del comitato vitivinicolo nazionale, si è dichiarato sicuro che l’Acqui docg Rosé stia andando nella direzione tracciata dai mercati nazionali ed esteri: «Altre zone vinicole dell’Italia lo hanno fatto, ma qui ci sono caratteristiche di territorio e filiera che sono vincenti». Per Ferrero un’altra “arma” che i piemontesi devono usare è la sinergia tra le loro eccellenze agroalimentari: «Il vino, la frutta, i formaggi e tutte le nostre agroeccellenze devono condividere comunicazione e valorizzazione». A questo proposito Sacchetto di Assortofrutta ha parlato dell’abbinamento tra frutta e mondo del Brachetto dichiarando come il Piemonte sia la regione italiana che più produce frutta biologica e prodotta con severi protocolli di lotta biologica.
Mauro Carosso, sommelier dell’Ais di Torino, ha poi condotto magistralmente una degustazione dell’Acqui Rosè docg, promuovendolo a pieni voti come, del resto, ha fatto il folto pubblico che, dopo la presentazione a Palazzo del Comune, si è ritrovato all’Enoteca regionale di Acqui per un aperitivo con il nuovo spumante secco rosé. Infine l’appello di Paolo Ricagno: «Ad Acqui e nella zona in cui si coltiva il brachetto dobbiamo esigere un Acqui docg Rosè come aperitivo e a tutto pasto. È un imperativo per noi che dobbiamo essere i primi testimonial dei nostri prodotti. Solo così potremo essere certi che avranno successo in Italia e all’estero». Insomma l’Acqui Rosé docg, come tutti i vini piemontesi, deve essere profeta in patria per esserlo nel resto del mondo.
IL CONSORZIO
Il Consorzio Tutela Vini d’Acqui nasce nel 1992 ad Acqui Terme con lo scopo di controllare e regolamentare la crescita del Brachetto a tutela del territorio d’origine, dei suoi produttori e del consumatore finale. Il Consorzio riunisce 60 aziende tra cui aziende agricole, cantine cooperative e aziende spumantiere. Nel 1996 il Brachetto d’Acqui ottiene la DOCG grazie al forte impulso del Consorzio che contribuisce a definire con maggiore precisione, dal punto di vista legale ed amministrativo, le peculiarità sia del vino sia dello spumante, elevando così il livello di entrambe le categorie tutelate. Il Consorzio concretizza inoltre il proprio impegno volto alla valorizzazione della denominazione attraverso un’attenta programmazione della produzione, ad azioni di promozione mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy e ad attività educative mirate a divulgare le qualità del Brachetto e a sostenerne la commercializzazione in Italia e all’estero.
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