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Il Decreto Piantedosi, emanato il 21 gennaio 2025 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 20 del 25 gennaio, introduce una serie di misure volte a migliorare la sicurezza nei locali pubblici e nelle loro immediate vicinanze.

Cosa prevede il Decreto Piantedosi

Tra le principali disposizioni proposte troviamo:

  • Adozione di un “Codice di condotta” per gli avventori;
  • Installazione di sistemi di videosorveglianza;
  • Illuminazione adeguata delle aree circostanti i locali;
  • Nomina di un “responsabile della sicurezza” interno al locale.

Sebbene tali misure abbiano l’obiettivo di prevenire atti illeciti e situazioni di pericolo, hanno suscitato reazioni contrastanti, in particolare da parte dei gestori di attività del settore HoReCa.

I dubbi degli esercenti: costi e responsabilità

Dal punto di vista degli operatori del settore, il Decreto solleva alcune criticità:

  • Costi aggiuntivi:
    Implementare le misure proposte implica investimenti significativi, sia per l’acquisto e l’installazione di attrezzature (come telecamere e sistemi di illuminazione), sia per la formazione di un responsabile della sicurezza. Considerando il contesto economico attuale, molti esercenti temono che tali oneri possano diventare insostenibili.
  • Responsabilità ampliate:
    Un altro punto critico riguarda il rischio che i gestori vengano caricati di responsabilità che, secondo alcuni, dovrebbero essere prerogativa delle forze dell’ordine. Monitorare e intervenire su comportamenti illeciti nelle aree esterne ai locali potrebbe infatti risultare impraticabile e far aumentare il rischio di sanzioni o implicazioni legali per gli operatori.

Adesione volontaria: chiarimenti e reazioni

A seguito delle preoccupazioni sollevate dalle associazioni di categoria, il Ministero dell’Interno ha precisato che l’adesione alle linee guida è volontaria e non comporta obblighi legali o costi aggiuntivi per gli esercenti.

Su questo punto è intervenuta anche FIPE-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi.

“Accogliamo con grande favore la precisazione del Viminale sulla volontarietà delle linee guida. Il tema della sicurezza è centrale per i nostri esercizi e per i nostri clienti”, afferma Aldo Mario Cursano, Vicepresidente Vicario di FIPE-Confcommercio.

“Siamo certi che lavorando insieme con il Ministero e alle forze dell’ordine potremo sempre di più favorire una corretta attività di prevenzione. Per questo auspichiamo che quanto prima venga convocato un tavolo di lavoro per chiarire le modalità e gli ambiti, seppur su base volontaria, di queste linee guida sul territorio, evitando che responsabilità non proprie dell’attività di pubblico esercizio ricadano sulle imprese”, conclude Cursano.

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Un equilibrio necessario

Pur riconoscendo l’importanza di garantire la sicurezza nei locali pubblici, è fondamentale che le normative siano proporzionate alle effettive possibilità economiche e operative delle imprese. Una soluzione equilibrata potrebbe prevedere:

  • Incentivi economici o sgravi fiscali per chi decide di adottare le misure proposte;
  • Linee guida chiare e uniformi su tutto il territorio nazionale;
  • Collaborazione attiva tra istituzioni, forze dell’ordine e operatori del settore per definire responsabilità precise e sostenibili.

La sicurezza è una priorità per tutti, ma il suo raggiungimento non deve gravare in modo eccessivo sulle imprese. Solo attraverso una collaborazione costruttiva tra istituzioni e operatori del settore si potrà garantire un ambiente sicuro per i clienti, senza compromettere la sostenibilità economica delle attività.

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