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Derthona Due.Zero, l’Anteprima del Timorasso. Presentata la nuova sottozona Colli Tortonesi Derthona


Foto: Massimo Gavello

Presentata al Museo Orsi – con grande speranza di poter presto inserire il nome romano della città in etichetta – una nuova sottozona: Colli Tortonesi Derthona. Per farlo, il Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, capitanato da Gian Paolo Repetto ha organizzato una mattina di lavori con un convegno preparatorio ad una verticale geosensoriale, guidata da Gianni Fabrizio (Gambero Rosso), di Timorasso per esaltare le virtù del vitigno, la sua tenuta del tempo ma anche le caratteristiche dei suoli. Ma prima, Walter Massa, il padre di quest’uva dimenticata, oggi in totale rispolvero con molti e importanti nomi delle Langhe venuti ad investire, ha tenuto a precisare il percorso evolutivo di quest’uva e di un intero territorio che sogna lo sviluppo di tutto l’indotto che ruota intorno al vino che deve coinvolgere strutture ricettive, un’ offerta enogastronomica e culturale.

 

 

Un progetto, quello di Massa, iniziato nel 1987 con le prime prove di vinificazione di appena qualche ettaro. Gli dicevano di “non farlo” perché l’uva ha un grappolo medio-grande, è succoso, di germogliamento precoce, a rischio scottatura con il sole se non si lavora bene la parte follare in vigna. Walter ha risposto con i suoi vini, ed è riuscito a farci ricordare che anche questa porzione di Piemonte vanta una storia di 4000 anni di viticultura e vitivinicola. Derthona. Zero, è la premier annuale al pubblico e all’Ho.re.Ca. che mancava. Una due giorni per scoprire l’ultima annata appena immessa sul mercato di Derthona Timorasso ma anche qualche vecchia annata dei quasi 40 produttori presenti.

TERROIR

Parlando di ettari, le superfici vitate hanno visto una crescita importante, soprattutto nell’ultimo anno (+ 60%). Per monitorare e controllare tale crescita, per quanto riguarda i Colli Tortonesi Derthona, il nuovo disciplinare  presentato prevede una resa di 75 quintali per ettaro e una gradazione minima di 12,5% senza arricchimento. Quanto all’impianto di nuovi vigneti si è stabilita un’altitudine minima, in accordo con ogni comune, che non prevede i fondi valle. Una scelta d’immagine che punta alla qualità delle uve e quindi dei vini. “Quello che sarà Derthona verrà piantato in una qualità ottimale, è un disciplinare unico che ci contraddistingue. Oggi siamo a poco più di 160 ettari, l’obiettivo è quello di arrivare a 350 ettari entro il 2030 per arrivare a 2 milioni di bottiglie” – afferma Repetto.

 

Foto: Massimo Gavello

 

Alla sottozona Colli Tortonesi Derthona, d’annata (in commercio dal 1° settembre dell’anno successivo alla vendemmia) si aggiunge anche la versione Riserva (in commercio dal 1° marzo del terzo anno successivo alla vendemmia), un periodo di affinamento che non può che giovare al Timorasso. E in questo momento, in cui si parla molto di green e sostenibilità, i produttori di Tortona non si tirano indietro e contribuiscono inserendo un peso massimo delle bottiglie (600 grammi).

Nella giornata, interessante e molto utile, per comprendere le sfumature dell’areale, anche l’intervento dell’agrotecnico di VignaVeritas Davide Ferrarese che ha presentato il suo lavoro di mappatura dell’areale produttivo e le principale caratteristiche dei terreni. Nelle 3 zone tutte le vigne, in collina, nascono in suoli affacciati all’Appennino ligure che non differiscono molto come epoca geologica a quelli della zona del Barolo. Si parla di arenarie, Marne di San’Agata e di periodo tortoniano, Un sito produttivo di 25 milioni di età fatto di microclimi che gli amanti delle dorsali delle Langhe conoscono bene. Ma ci sono anche terre più rosse e marne bianche.

In attesa delle prossime edizioni c’è già chi sogna i cru e l’esaltazione dell’altro grande protagonista della zona, la Barbera.

 

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