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Dalle valli delle impervie regioni del Sud America, fino alla conquista delle bottigliere dei bar più in voga del mondo. Il Pisco, distillato peruano per eccellenza, festeggia la propria giornata nazionale nel mese di luglio: un’occasione per il BoB di Milano, insieme a Pisco Fontana, per celebrarlo all’insegna dello spirito del Perù.
Il Día Nacionàl del Pisco fu instaurato nel 1999 con una disposizione ministeriale: cade ogni quarta domenica di luglio, e come racconta sorridendo Cèsar Araujo, head bartender del BoB, “ne approfittiamo per legarlo ogni anno alle celebrazioni del 28 luglio, giorno della nostra indipendenza”. Fu il generale Josè de San Martìn, nel 1821, a condurre le truppe nelle battaglie contro l’esercito spagnolo e dichiarare il Perù stato indipendente, preludio alla definitiva vittoria di tre anni dopo sotto la guida del leggendario Simon Bolìvar. Il Pisco Day è un omaggio al distillato locale, certificato come Patrimonio Culturale della Nazione dal 2007.
Prodotto sulle coste peruane nelle regioni pisqueras, tra Ica, Arequipa, Moquegua, Tacna e ovviamente Lima, il pisco è un distillato di mosto d’uva, ottenuto dalle otto specifiche varietà, elencate per disciplinare: quattro aromatiche e quattro non aromatiche, che se distillate assolute danno vita al pisco puro, ma diventano pisco acholado (da cholo, contadino) se proposte in un qualsiasi blend. È definito invece Mosto Verde il pisco ottenuto da un mosto la cui fermentazione viene interrotta, per ottenere note organolettiche ben precise. Il pisco è ovviamente l’ingrediente principe del cocktail peruano per eccellenza, il Pisco Sour, letteralmente esploso nell’Ottocento sulle rotte della corsa all’oro: dal 2004, sempre su iniziativa del governo locale, esiste anche un Pisco Sour Day, che cade il primo sabato di febbraio.
Il BoB di Milano si conferma quindi centro eclettico di inclusività e internazionalità (è parte di un gruppo che conta anche l’Agua Sancta e il Chinese Box, rispettivamente a tema messicano e cinese), arricchendo il proprio bancone per una serata biancorossa dai temi peruani: al fianco di Cèsar Araujo è salito in pedana Geanfranco Chavez, bar manager del DIVE di Monza e a sua volta originario di Lima. Tre cocktail creati per l’occasione, che hanno accompagnato una degustazione di pietanze peruane tra le più conosciute al mondo, come il ceviche e i tiraditos: negli ultimi cinque anni, il Perù si è classificato al primo posto tra le destinazioni per il turismo enogastronomico, secondo dati raccolti da Lonely Planet.
L’intera serata è stata sostenuta da Pisco Fontana, rinomato brand di pisco distribuito in Italia da Velier: fondato nel 2003 da Cèsar Fontana, di chiarissime origini italiane, il brand era nato come hobby nella valle di Mala, pittoresco spicchio di deserto dotato però di un terreno estremamente fertile. Jesko Fontana è membro della nuova generazione a capo dell’azienda, che oggi dispone di alambicchi di livello assoluto e una gamma che copre praticamente l’intera varietà di uvaggi. Etichetta senza fronzoli, sentori di stupenda artigianalità, aromi distinti e identitari, dalle uve più simili al Moscato fino ai caratteri più complessi. Perfetto per un Chilcano, altro classico della miscelazione peruana, con pisco e ginger ale.
I tre cocktail ideati da Chavez per la serata hanno tutti ripercorso classici della cocktelleria mondiale: come El Chino, rivisitazione del Negroni con Pisco Fontana e Cynar, o il Pablo Pisco Bar, sulle tracce del New York Sour, con riduzione al vino rosso. Jaimito virava invece sui tratti di un Paloma, con sherbet al pompelmo e soda. Rinfrescanti, intriganti e autentici, soluzioni perfette per un viaggio lungo una sera fino alle coste dell’Oceano Pacifico. Salùd, e buon Dia Nacional de Pisco.
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