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Lagunitas IPA, la India Pale Ale dell’iconico birrificio californiano Lagunitas, si affaccia sul mercato italiano con un nuovo formato: in lattina. Un packaging creativo, sostenibile e leggero sempre più amato dagli appassionati delle bionde e su cui il birrificio di Petaluma ha deciso di scommettere. E grazie a Dibevit Import, società che da 20 anni si dedica all’importazione e distribuzione di birre premium e speciali, anche gli italiani potranno apprezzarne la nuova veste.

Del resto, Lagunitas IPA ha abituato i suoi estimatori a sorprese e provocazioni. Fin dalla sua nascita, nel 1993, Lagunitas si è contraddistinto per aver creato birre senza compromessi, con un pizzico di irriverenza verso lo status quo. Con tono ironico e provocatorio si dice, infatti, che la IPA sia realizzata con 43 varietà diverse di luppolo e 65 tipi di malti. Il risultato? Una birra dal gusto equilibrato, bilanciata e di facile approccio, che ancora una volta è pronta a stupire lanciando il formato lattina da 35,5cl.

Perchè la lattina? L’alluminio è uno dei materiali più facilmente riciclabili, grazie alla sua bassa densità e alla leggerezza del peso. Le lattine sono a prova di luce ed ermetiche al 100%, e riescono a raffreddarsi in fretta. Last, but not least: le lattine liberano la creatività. I grafici possono utilizzare l’intera superficie esterna come etichetta: una caratteristica non da poco, soprattutto per un birrificio graffiante come Lagunitas che proprio in lattina fa esplodere appieno tutta la sua autenticità, nel carattere e nel gusto. Utilizzando come da tradizione solo acqua, luppolo, lievito e malto d’orzo, Lagunitas IPA è infatti una delle birre più vendute in tutti gli States.

Con gradazione alcolica 6,2%, nata dall’incontro tra nuovi luppoli aromatici americani e un dry hopping usato con intelligenza ma senza timori, si presenta con un colore arancione acceso e una schiuma compatta e persistente. Lagunitas IPA rivela evidenti note balsamiche di pino e resina e agrumate di pompelmo e, con un gusto connotato da mix di agrumi rinfrescanti, caramello dolce e un gradevole amaro accentuato. Può essere servita, tra i 7 e i 10 gradi, in accostamento a formaggi vaccini ben stagionati, classici antipasti o piatti della cucina giapponese e indiana.

IPA India Pale Ale

NOME: India Pale Ale
Per gli amici: IPA

LUOGO DI NASCITA: Inghilterra

DATA DI NASCITA: 1.800

RESIDENZA: dall’India alla California, all over the world

SEGNI PARTICOLARI: Birra ad alta fermentazione, prodotta a temperature tra i 15° e i 25°. Alla vista si esprime tra il dorato e l’ambrato intenso, con aspetto torbido nel caso di non filtrazioni e dry-hopping, con schiuma compatta e mediamente persistente. Con una nota marcatamente luppolata, si distingue per un ricco ventaglio olfattivo con aromi erbacei, fruttati, spesso agrumati e speziati. In bocca ha un corpo di media intensità, un gusto intenso, risultando equilibrata e mai pungente.

VA D’ACCORDO CON: formaggi di media stagionatura ed erborinati, prosciutto dolce, pesce bianco e crostacei.

 

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LA STORIA

Era il lontano 1.800, i mercanti della Compagnia delle Indie Orientali attraversavano il Capo di Buona Speranza per commerciare con le colonie britanniche e una nuova birra si apprestava a conquistare il mondo. Era la India Pale Ale o IPA: una birra ad alta fermentazione, luppolata, che, a differenza di molte altre, avrebbe trovato proprio nei memorabili viaggi, la sua migliore identità.

Le peregrinazioni da una parte all’altra del globo, infatti, non ne alteravano il gusto. Anzi. La rendevano ancora più matura e forte. Il merito della sua creazione si deve a un piccolo birrificio sorto a est di Londra, Bow Brewery, guidato da George Hodgson. La birra prodotta era nota come October beer, aveva una forte luppolatura e un elevato grado alcolico, ed era ritenuta una bevanda di pregio per l’aristocrazia di campagna. Con più luppolo e più alcool, la birra si conservava meglio ed era protetta dagli sbalzi di temperatura, dall’ossigeno, dai batteri e dal trascorrere del tempo, rivelandosi, per questo, perfetta per le esportazioni. Grazie a un accordo commerciale con i capitani di vascello della Compagnia delle Indie Orientali, Bow Brewery iniziò a esportare la birra in India in un regime di quasi monopolio. Il successo fu enorme, tanto che si decise di darle un nome più originale e riconoscibile: Hodgson Pale Ale.

Le cose iniziarono a cambiare nel 1820 quando il birrificio venne preso in gestione dal figlio di George, Frederick Hodgson, con un suo socio. I due decisero di commerciare la Hodgson Pale Ale direttamente, senza passare per la Compagnia delle Indie. Ma i mercanti, non volendo essere messi all’angolo, cercarono un’alternativa che trovarono nel birrificio di Samuel Allsopp di Burton-upon-Trent. Allsopp produsse una birra eccellente grazie soprattutto all’acqua locale che conteneva concentrazioni elevate di solfato di calcio che favorivano una migliore percezione gustativa e aromatica. Inoltre, i mastri birrai della cittadina utilizzavano un metodo particolare di fermentazione, detto “Burton Union System”, che consentiva di separare i lieviti in eccesso durante la fermentazione ottenendo un elevato grado di attenuazione della birra, con pochi zuccheri residui. La IPA ottenuta era più chiara, con un amaro gradevole, deciso e persistente e un miglior aroma. Uno stile che venne seguito da molti altri birrifici britannici e che trionfò anche in India, decretando la fine del monopolio di Bow Brewery.

 

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Ben presto, questa birra iniziò a farsi strada anche nel mercato interno britannico, meglio conosciuta come “Pale Ale as prepared for India” o “Pale Ale brewed expressly for the India market”, salvo poi conoscere un periodo di stop a cavallo tra le due guerre mondiali, quando venne “confusa” con la Bitter, birra di minore forza e con luppolatura più contenuta. A determinarne il calo fu l’aumento del costo delle materie prime e della tassazione per sostenere lo sforzo bellico, cosa che portò i birrifici inglesi a ridurre il grado alcolico delle birre per pagare meno imposte.

La sua riscoperta si deve ai birrifici americani della West Cost che negli anni ’80 del secolo scorso trovarono nelle IPA lo stile perfetto per esaltare la produzione locale di luppoli, inventando anche nuove declinazioni come la Double IPA e l’Imperial IPA. Una creatività che ha contribuito a fare la fortuna di questa birra, oggi sempre più amata, dall’India alla California, all over the world.

SEGNI DISTINTIVI, TRA PRIMA E DOPO: Le IPA di Burton del XIX secolo avevano un grado alcolico di 7-7,5% e un indice di amaro di 70 IBU (International Bitterness Unit); quelle moderne si distinguono per un grado alcolico di 5-5,7%, con una luppolatura inferiore rispetto a una IPA classica, attorno a 40-50 IBU.

LA LEGGENDA VUOLE CHE… La IPA si sia affermata in Inghilterra a seguito del naufragio al largo delle coste britanniche di una nave carica di botti di IPA destinate all’India. Alcuni barili furono recuperati e venduti nei pub di Liverpool, suscitando interesse e apprezzamento da parte degli avventori locali.

DIBEVIT IMPORT

Da 20 anni Dibevit Import mette a disposizione di grossisti e locali pubblici di tutta Italia una vasta gamma di prodotti selezionatissimi del panorama birrario internazionale e gli strumenti più idonei per la loro corretta somministrazione, anche attraverso corsi specializzati. Nel portafoglio di Dibevit Import ci sono circa 200 birre, importate da diversi Paesi europei, oltre alle italiane (Birra Moretti Selezione Riserva da 75cl: Grand Cru, Lunga Maturazione, Grani Antichi; e la gamma Cervisia: Camallo, Mozzo, Ciurma). Specializzata nell’importazione dei prodotti delle più importanti birrerie belghe e tedesche e principale partner dei prodotti di linea inglese, Dibevit Import (www.dibevit.it) è una società del Gruppo HEINEKEN Italia.

LAGUNITAS BREWING COMPANY

Beer speaks, people mumble: sin dalla sua fondazione il birrificio californiano Lagunitas si è sempre contraddistinto per un mix perfetto di birre senza compromessi e un pizzico di irriverenza verso lo status quo. Nato nel 1993 nella cucina di Tony Magee a Lagunitas e spostatosi l’anno successivo a Petaluma, celebre set di American Graffiti, nel cuore della Sonoma Valley, Lagunitas Brewing Company, con spirito provocatorio e per certi versi rivoluzionario, è riuscito ad entrare stabilmente nella top five dei birrifici americani. Oggi le sue birre, prodotte utilizzando come da tradizione solo acqua, luppolo, lievito e malto d’orzo, alimentano storie e canzoni dei beer lovers di una ventina di paesi nel mondo.

+Info: www.dibevit.it
www.bieretheque.it
www.beviresponsabile.it

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