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Svolta rosa per la denominazione Lessini Durello, con la nomina di Diletta Tonello a presidente del Consorzio di Tutela Vini del Lessini Durello, una scelta condivisa e improntata alla continuità con obiettivi del miglioramento qualitativo, attenzione all’ambiente, crescita in Italia e all’estero. Vicentina, classe 1991, dopo due mandati alla vicepresidenza, succede all’uscente Paolo Fiorini, che resta in qualità di vicepresidente, assieme a Silvano Nicolato, per i prossimi tre anni. Diletta Tonello è la prima donna a ricoprire la carica più alta all’interno del consorzio di tutela, una decisione è stata presa all’unanimità nel corso dell’ultimo consiglio di amministrazione.

“Questa nomina è la prova che quando si vuole si può trovare un accordo tra grandi e piccoli. In questi ultimi anni la denominazione ha fatto passi da gigante grazie anche alla forte coesione tra i produttori- le prime dichiarazioni di Diletta Tonello- Il livello qualitativo delle nostre bollicine da vitigno autoctono ha raggiunto risultati senza precedenti e i trend di mercato sono molto favorevoli, a fronte di un consumatore che si mostra sempre più attento e maturo. Si tratta adesso di proseguire sulla linea tracciata e di crescere non solo in Italia ma anche oltre confine. Non a caso il primo appuntamento importante che abbiamo in calendario è proprio al Prowein di Dusseldorf dal 15 al 17 maggio”.

La denominazione del Lessini Durello, riconosciuta nel 1987, conta circa 430 ettari vitati ad uva Durella, distribuiti sulla fascia pedemontana dei Monti Lessini, tra Verona e Vicenza. Oggi le aziende associate al consorzio sono 34 e ogni anno viene prodotto circa 1 milione di bottiglie, di cui 750.000 con metodo Charmat e 250.000 con Metodo Classico, tra i primi in Italia per la presenza di produttrici. Tra i risultati importanti che sono stati raggiunti negli ultimi tre anni, la Certificazione Biodiversity Friends – quella del Lessini Durello è l’unica denominazione nel suo compresso ad averla ricevuta, a testimonianza di quanto la tutela dell’ambiente e l’impiego di pratiche agricole a basso impatto siano per i viticoltori priorità da perseguire tanto quanto il costante miglioramento qualitativo delle singole produzioni.

 

 

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1 Commento

  1. Il rovescio della medaglia è che, qui alle pendici dei Lessini, la coltivazione a vigneto sta diventando dilagante, anche a causa del cambiamento climatico e del profitto derivante dal vino. I nuovi impianti qui in collina a 400-500 mt. sono costosi (livellamento dei terreni inclinati, palizzati, lavorati e poi piantumati), ergo l’investitore è costretto a ricorre ad un ritorno economico possibilmente a breve: fertilizzazioni, trattamenti a iosa, iper-piantumazione, irrigazioni artificiali (dove è ben noto che l’acqua nella Lessinia di carattere carsico storicamente scarseggia). Durello? meglio di no

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