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BIRRA NEL MONDO: i più importanti mercati nazionali


I primi 10 paesi produttori di birra, pur rappresentando poco più di un terzo della popolazione mondiale, assorbono circa i due terzi della produzione globale di birra. Al comando di questa classifica si riconferma la Cina con ben 490 milioni di birra prodotta nel 2012, oltre un quarto dell’intera produzione mondiale. La Cina, pur disponendo di un pro-capite di solo 33 litri annui, ha da tempo superato, grazie all’enorme popolazione e ad un tasso di sviluppo più vivace, il primato storico del mercato statunitense ed oggi ha più che raddoppiato rispetto alla dimensione produttiva USA.

 

 

Al secondo posto nella graduatoria internazionale si colloca il mercato statunitense con una produzione birraria di 229 m.ni hl nel 2012. Dopo diversi anni di stasi produttiva, nel 2012 gli USA hanno registrato un crescita produttiva dell’1,2 percento rispetto al 2011, grazie soprattutto all’affermazione delle birre artigianali che hanno ormai raggiunto oltre il 6% a volume del totale birre prodotte sul mercato federale e addirittura il 10% a valore. Naturalmente la crescita delle birre artigianali tende a cannibalizzare parte del prodotto industriale. Gli altri due più importanti mercati birrari del continente americano sono il Brasile (133 m.ni hl, al terzo posto nella classifica mondiale dei mercati birrari) ed il Messico (82 m.ni hl, al sesto posto nella classifica mondiale)


In Europa il primato storico della produzione e dei consumi è appartenuto ininterrottamente fino al 2007 alla Germania, superata successivamente dalla Russia, che oggi, con 97 milioni di ettolitri di birra prodotti, rappresenta la quarta più grande potenza birraria nel mondo. Ma a partire dal 2009 il mercato della birra russo è stato colpito duramente dalla crisi economica; il calo della fiducia dei consumatori a causa della crisi economica globale si è ulteriormente aggravato in conseguenza della triplicazione delle accise sulla birra. Canadean prevede che il mercato russo della birra tornerà a crescere, ma non ai livelli pre-crisi. Per il periodo dal 2011 al 2015, assumendo che non ci siano ulteriori aumenti delle accise o altre restrizioni legislative nelle vendite di birra, Canadean prevede un tasso medio annuo di crescita di poco meno del 4%.

La Germania, dopo una sequenza di cali di volume negli ultimi anni, è ora al secondo posto nella graduatoria europea dei paesi produttori birrai, con una produzione annua ormai sotto i 95 milioni di hl. A livello internazionale la Germania è stata superata sia dalla Russia che dal Brasile e, quindi, oggi occupa solo la 5° posizione al mondo. Il consumo pro-capite si è ora portato intorno ai 108 litri/anno. Era di 128 litri nel 2000 e , quindi, nell’arco di un decennio si sono persi 20 litri di pro-capite. Secondo la federazione tedesca dei birrai il calo dei consumi di birra in Germania è generato sul lungo termine dal declino socio-demografico (riduzione del target giovanile), ma anche da una tendenza ad una maggiore moderazione dei consumi alcolici.

Tra i mercati in sofferenza sul fronte europeo va citato anche il Regno Unito: ottavo posto nella classifica mondiale con 42 milioni di hl prodotti nel 2012 e terzo posto nella classifica europea. Al quarto e quinto posto nella classifica europea si collocano la Polonia (con 38 milioni di hl prodotti nel 2012) e la Spagna (con 33 milioni di hl prodotti nel 2012). Subito dopo si collocano, nella classifica europea, l’emergente Ucraina (produzione di oltre 30 milioni di hl nel 2012), l’Olanda (24 milioni di hl), mentre la Repubblica Ceca mantiene il record mondiale dei consumi pro-capite con i suoi 144 litri/anno.

A cura di Marco Emanuele Muraca
www.beverfood.com

per una panoramica più completa sui diversi mercati nazionali nel mondo si rimanda all’Annuario settoriale BIRRITALIA

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