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La media mensile dell’indicatore di prezzo composito ICO per l’anno caffeicolo 2011/12 è stata pari a 169,82 cents di dollaro/libbra, in calo del 17,4 percento rispetto ai 205,65 cents di dollaro/libbra registrati nel 2010/11. Con riferimento ai quattro gruppi di caffè, “Colombiani dolci”, “Altri dolci”, “Brasiliani Naturali” e “Robusta”, si segnala un andamento generalmente decrescente delle medie mensili con l’eccezione dei “Robusta”. I prezzi di riferimento alla borsa degli arabica di New York risultano in flessione del 43% rispetto ai massimi stabiliti nel 2011. Lo scorso anno, i prezzi degli arabica erano saliti a 3 dollari alla libbra, dopo che la Colombia, massimo produttore di chicchi di alta qualità, aveva avuto un raccolto scarso a causa del maltempo. Oggi, i prezzi internazionali del caffè arabica sono quasi dimezzati ma potrebbero tornare presto a salire per mancanza di prodotto.

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In Italia, i consumi pro capite di caffè (5,68 kg) sono in diminuzione dell’1,6 percento (ai livelli di 5-6 anni fa), riflettendo le difficoltà del Paese ed il conseguente calo dei consumi dei generi alimentari, stimato in circa 8 punti percentuali negli ultimi quattro anni. Diversa la tendenza nei Paesi dell’Eurozona che hanno risentito di meno della crisi. In Germania e Francia, rispettivamente primo e terzo importatore europeo di caffè, i consumi sono invece in forte crescita. La Spagna, quarto importatore europeo, duramente colpito dalla crisi, ha visto regredire i consumi pro capite del 2,6 percento. Nel Sud Europa aumentano i volumi legati al consumo familiare mentre si riducono quelli “fuori casa”, inoltre, il passaggio alla preparazione domestica ha spinto i consumatori a optare per miscele più economiche, con un minor contenuto di arabica pregiati.

Con riferimento all’anno caffeicolo 2011/12, la produzione totale è stimata in circa 134,3 milioni di sacchi, sostanzialmente analoga a quella del periodo precedente, nonostante essa abbia coinciso con l’anno di flessione nel ciclo biennale di produzione degli Arabica brasiliani; produzione compensata dagli incrementi in altri paesi, quali Vietnam, Perù e Honduras. In Vietnam sono stati raggiunti i 22,5 milioni di sacchi, con un incremento del 15,6 percento sull’anno precedente, passando da 1,3 milioni di sacchi del 1990/91, fino alla quota attuale. La Colombia continua la fase di recupero, col quinto mese consecutivo di incremento di produzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In ogni caso, la produzione complessiva dell’ultimo anno caffeicolo è ancora inferiore dell’8,5 percento rispetto all’anno precedente. La stima della produzione brasiliana 2012/13, è di circa 50,48 milioni di sacchi. Essa comprende 37,9 milioni di sacchi di Arabica e 12,5 milioni di sacchi di Robusta, che rappresentano incrementi annuali, rispettivamente, del 17,9 percento e dell’11 percento.

Per meglio comprendere i movimenti di mercato trovo Interessante soffermarmi sui dati relativi alle esportazioni dei paesi membri I.C.O. Esse hanno raggiunto, nei primi undici mesi dell’anno caffeicolo 2011/12 (da ottobre ad agosto) il record di 99,6 milioni di sacchi, con un incremento del 2,7 percento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli stocks iniziali sono arrivati ad un minimo storico di 17,6 milioni di sacchi. Considerando che questo trend non dovrebbe mutare per il periodo in corso trovano giustificazione i recenti movimenti di mercato accompagnati dalla volatilità.

Nel corso dei lavori dell’Accordo Internazionale del Caffè e in numerosi Convegni a carattere internazionale si è cercato di individuare interventi volti a creare condizioni che favoriscano un duraturo equilibrio fra la domanda e l’offerta. L’applicazione del Programma per il Miglioramento Qualitativo del Caffè, che prevede una riduzione del volume della produzione esportabile attraverso la fissazione di standards qualitativi, viene adottato solo da un certo numero di paesi produttori. Le iniziative di stimolo al consumo di caffé nei paesi produttori attraverso adeguati programmi di promozione, sono ancora un numero esiguo, fatta eccezione per il Brasile, il Messico, l’Indonesia e l’India dove il consumo interno è in espansione. Per quanto riguarda i paesi importatori e soprattutto nei paesi tradizionali consumatori, a causa della crisi economica mondiale, l’andamento dei consumi di caffè non appare brillante ed in alcuni casi persino in riduzione, nonostante la sempre più attenta comunicazione sugli effetti benefici del caffè.

Avendo riguardo all’attività di rappresentanza del settore, in ambito europeo, segnalo il ruolo della Federazione Europea del Caffè (ECF), a cui fanno capo le Associazioni italiane componenti il Comitato, Federazione attiva, soprattutto, nei rapporti con le Autorità comunitarie. Nei rapporti con le Organizzazioni componenti, il Comitato ha prestato particolare attenzione all’attività di informazione, sia su tematiche di interesse specifico che generale, oltre a fornire notizie relative al mercato mondiale ed interno del caffè. Inoltre, ha messo a disposizione degli organi di stampa dati ed elementi di analisi utili ad una corretta valutazione dell’andamento del mercato internazionale. Tra le attività svolte dal Comitato segnalo, in particolare: per quanto concerne i rapporti con la Federazione Europea Caffè (ECF), è tuttora in discussione la possibilità di delegare la rappresentanza univoca al Comitato Italiano Caffè, in una logica di percorso verso l’obiettivo di una maggiore aggregazione ed unitarietà del settore. Inoltre, in merito ai criteri contributivi, sono state accolte le argomentazioni più volte manifestate dalla delegazione italiana, superando gli aspetti critici che individuavano, fino ad oggi, il Paese come soggetto responsabile del flusso contributivo verso la Federazione europea. Sulla base dei nuovi criteri, si applica ora un più ampio principio di mutualità a livello federativo.

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In merito all’articolo 62 sulla disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, il Comitato ha provveduto ad informare gli associati sui principali aspetti applicativi dello stesso, fornendo, inoltre, indicazioni sull’iter del provvedimento e sul relativo decreto attuativo. Avendo riguardo, inoltre, alle numerose manifestazioni e rassegne dedicate al settore caffeicolo, segnalo, in particolare, la sesta edizione del TriestEspresso Expo, la fiera biennale b2b specializzata sulla filiera del caffè espresso, che si è tenuta lo scorso ottobre nel comprensorio fieristico di Trieste. Questo ormai tradizionale momento d’incontro per chi opera nel settore, offre ai visitatori e compratori italiani ed esteri un ampio panorama delle molteplici attività connesse alla commercializzazione, alla trasformazione, al confezionamento ed alla preparazione di questo importante prodotto.

In materia di cooperazione tra Associazioni che compongono il nostro Comitato, va sottolineata l’attività da anni svolta dal Consorzio Promozione Caffè con particolare attenzione alla comunicazione sul caffé ed i suoi effetti positivi sulla salute, sempre suffragata da evidenze scientifiche già pubblicate e in via di pubblicazione. Anche nel 2012 è stato sviluppato un programma di educazione ed informazione sul caffè, caffeina e salute, rivolto ai professionisti della salute. E’ stata inoltre avviata la campagna di relazioni pubbliche nei confronti dei media e dei consumatori.

Colgo l’occasione, infine, per ricordare la scomparsa del Dott. Luigi Saquella, e l’importante contributo da lui dato, per decenni, al mondo associativo ed, in particolare, al Comitato Italiano Caffè e al Consorzio Promozione Caffè. Confido che questo mio pur sintetico quadro dell’attività svolta in questi dodici mesi dal Comitato Italiano Caffè abbia saputo fornire, in modo adeguato, una immagine della vitalità di cui il Comitato in molti anni di attività ha saputo dar prova, ed una corretta rappresentazione dell’attuale congiuntura attraversata dal nostro settore. Giunto al termine di questo mio incarico che mi auguro sia stato di sostegno, con l’aiuto di tutti Voi, all’attività del Comitato, desidero richiamare l’attenzione degli operatori del settore sull’importanza di disporre di un organismo che in termini di coesione, cooperazione e di rapporti con le Autorità preposte, i media e i numerosi organismi nazionali ed internazionali, rappresenta un patrimonio non trascurabile e lo strumento più adatto per affrontare i problemi delle categorie rappresentate e per svolgere efficacemente iniziative a difesa dell’immagine del caffè.

Mi è gradito in questa occasione rivolgere un particolare ringraziamento alle Presidenze delle Organizzazioni componenti, ai Membri del Consiglio Direttivo, al Collegio dei Revisori dei Conti, ai Delegati presenti ed a quanti hanno offerto la loro fattiva collaborazione. Un sincero ringraziamento ai Vice-Presidenti Luca Solari, Federico Pellini e Antonio Rizzitano per la disponibilità ed il sostegno sempre mostrato. Desidero inoltre esprimere la mia più sincera gratitudine a tutti coloro che, con la loro preziosa esperienza, si sono adoperati per il successo delle iniziative dell’Organo di Vertice condividendo con me la non lieve responsabilità della guida del Comitato Italiano Caffè in uno spirito di reciproca stima ed amicizia. Infine, il mio apprezzamento per la competenza e la disponibilità dell’ufficio di Segreteria che, in questa fase di riorganizzazione, ha dato dimostrazione di professionalità e puntualità nello svolgimento dei propri compiti, elementi essenziali alla continuità dell’azione del Comitato Italiano Caffè. Al futuro Presidente un incoraggiamento e un sincero augurio di successo nel perseguimento degli obiettivi di interesse del nostro settore.

Il Presidente ALESSANDRO POLOJAC

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1 – MERCATO INTERNAZIONALE

Il mercato internazionale durante il 2011 è stato caratterizzato da una significativa volatilità delle quotazioni internazionali, che ha visto la media degli Indicatori di Prezzo ICO decrescere sensibilmente. La situazione dal punto di vista del valore delle esportazioni e quindi delle entrate dei paesi esportatori relative alle spedizioni di caffè, risulta decisamente soddisfacente con un aumento del 49,12 per cento rispetto all’anno precedente. Sulla base delle stime più recenti effettuate da qualificati organismi internazionali, le esportazioni per l’anno di raccolto 2011/12 dovrebbero risultare più elevate dei volumi relativi alla produzione esportabile ed il volume degli stocks iniziali relativi all’anno di raccolto 2011/12 viene stimato in sensibile calo.

Per quanto riguarda la ripartizione delle esportazioni per gruppi di caffé, nel 2011 in termini percentuali si registra una crescita degli imbarchi di caffè “Robusta” e “Altri dolci” ed una flessione degli imbarchi per i caffè “Colombiani dolci” e ” Brasiliani Naturali”.

Per venire ai dati più recenti, le rilevazioni statistiche indicano che l’andamento delle esportazioni fa segnare un sensibile aumento. Infatti in base ai dati relativi ai primi undici mesi dell’anno caffeicolo in corso (ottobre 2011/agosto 2012) le esportazioni sono ammontate a 99,6 milioni di sacchi, a fronte degli 97 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Come si rileva dalla tavola in appresso nel 2011, si evidenzia un aumento delle importazioni totali e delle riesportazioni, le giacenze nei paesi Membri importatori risultano in incremento mentre il dato riguardante i consumi apparenti si attesta su un livello leggermente inferiore a quello dell’anno precedente. Le importazioni nette dei paesi non-Membri sono sostanzialmente stabili, attestandosi intorno ai 29,1 milioni di sacchi. Nell’anno in corso, i consumi nei paesi Membri tradizionali importatori risultano stagnanti mentre sono in aumento in alcuni Paesi Produttori. Si confermano inoltre i bassi livelli delle giacenze. Per quanto riguarda il dato relativo al consumo apparente nei paesi dell’Unione Europea, attestatosi a 40,5 milioni di sacchi, esso risulta in calo rispetto a quello dell’anno precedente (0,7%)

Con riguardo agli Indicatori di Prezzo si rileva che la media ICO per l’anno 2011 è stata di 210,39 cents per libra, facendo segnare un aumento del 42,9 percento rispetto all’anno precedente. Nei primi nove mesi dell’anno in corso la media mensile dell’Indicatore di Prezzo composto è risultata in forte calo rispetto a quella del periodo precedente attestandosi a settembre a 151,28 cents per libra. Le quotazioni dei quattro gruppi di caffé hanno avuto un andamento non del tutto uniforme toccando, in ogni caso, il livello più elevato in gennaio (ad eccezione dei Robusta).

L’attuale volatilità dei corsi internazionali permarrà anche in considerazione dei ridotti livelli degli stocks e del precario equilibrio tra domanda ed offerta. Prendendo in considerazione le esportazioni degli ultimi dodici mesi di cui si dispongono dati (settembre 2011 – agosto 2012) si rileva che con 107,3 milioni di sacchi le esportazioni sono aumentate dell’2 percento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’andamento del mercato a medio lungo termine dipende – a parte il grado di effettiva attuazione del Programma per il Miglioramento Qualitativo del Caffé – dall’efficacia delle iniziative volte a favorire l’incremento del consumo interno che vengono adottate nei paesi esportatori e dall’evoluzione del consumo nei paesi importatori non tradizionali consumatori.

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2 – MERCATO INTERNO

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Nel 2011, secondo i dati ufficiali ISTAT, il volume delle importazioni di caffé verde in Italia è pari a 7.756.170 sacchi, con un aumento del 0,9 percento rispetto all’anno precedente. Il volume di caffè verde trasformato dalle aziende del nostro paese è di circa 7,6 milioni di sacchi, con un aumento dello 0,8 percento rispetto al 2010. Come si è avuto più volte occasione di sottolineare, le variazioni che si riscontrano su base annuale nelle importazioni della materia prima non sono unicamente o direttamente attribuibili a variazioni nel livello dei consumi interni, ma possono di volta in volta avere ragioni diverse.

Le esportazioni di caffè torrefatto, consolidando il trend in atto da diversi anni di crescente apprezzamento del caffè “espresso” italiano da parte dei mercati esteri, hanno superato i 2,56 milioni di sacchi equivalente verde. Proseguendo nell’analisi si osserva che prendendo in considerazione il complesso delle importazioni e delle esportazioni di caffé in tutte le forme , i consumi apparenti di caffè risultano in calo (1,79 percento) rispetto a quelli del 2010. Va tuttavia osservato che tale dato non tiene conto delle possibili variazioni delle giacenze e degli stocks operativi; è da ritenere che l’andamento dei prezzi all’origine condizioni l’approvvigionamento del settore della torrefazione che di volta in volta può essere consigliata a ridurre o ad ampliare le proprie scorte operative.

Dall’analisi dei dati disaggregati emergono elementi che possono essere di qualche interesse per una verifica più approfondita del mercato del caffè nel nostro paese:

***il volume delle importazioni di caffè “Colombiani dolci” risulta in incremento, mentre quello dei caffè “Robusta”, “Altri dolci” e “Brasiliani naturali” risulta in flessione. Per quanto riguarda la ripartizione delle importazioni in base alle quattro tipologie di caffè, va osservato che tali dati vanno considerati unicamente come trend. Infatti le percentuali non possono risultare perfettamente aderenti alla realtà in quanto al momento dello sdoganamento delle partite di caffè verde le dogane, ai fini statistici, rilevano l’origine e la provenienza del lotto ma non la tipologia del caffè. Poiché numerosi paesi produttori hanno produzioni di due o più tipologie di caffè non si è in grado di effettuare una precisa attribuzione. Inoltre, a rendere più difficile la ripartizione tra le quattro tipologie di caffè contribuisce il fatto che per le partite provenienti da paesi comunitari non è previsto l’obbligo di indicare l’origine del prodotto; pertanto tali volumi non vengono presi in considerazione nel procedere alla ripartizione delle importazioni per tipologie di caffè;

***consistente incremento delle importazioni dei caffè dal Vietnam e dalla Tanzania;

***il Vietnam ha ottenuto quote di mercato mai prima raggiunte e consolida la sua posizione di secondo maggiore fornitore del nostro mercato;

***marcata flessione delle importazioni di caffè verde dal Brasile, dal Guatemala e dal Camerun.

Per quanto concerne gli scambi di prodotto lavorato si rileva che:
…le importazioni di caffè torrefatto non decaffeinato e caffè torrefatto decaffeinato fanno segnare un incremento rispetto a quelle fatte registrare nel 2010;
…le importazioni di caffè verde decaffeinato sono in calo;
…le importazioni di caffè solubile sono in aumento, esse rimangono, in ogni caso, di modesta entità rispetto al totale delle importazioni italiane di caffè;
…le esportazioni di caffè in tutte le forme raggiungono ormai i 2,7 milioni di sacchi (equivalente verde) e sono in aumento del 9,1 percento rispetto a quelle effettuate nel 2010. In particolare va sottolineato:
i…. le esportazioni di caffè verde sono in aumento (7.2 percento);
ii…. le esportazioni di caffè verde decaffeinato, sono in calo del 7 percento;
iii…. le esportazioni di caffè torrefatto (9,7 percento) e di quelle di caffè torrefatto decaffeinato (33,6 percento) sono in aumento;
iv…. le esportazioni di caffè solubile sono in forte calo (-33,1 percento);
v…. le esportazioni di preparazioni a base di caffè sono in calo del 36,2 percento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel 2011 il nostro paese si colloca al terzo posto – alle spalle della Germania e del Belgio – nella graduatoria dei maggiori esportatori di caffè, con circa 2,7 milioni di sacchi (equivalente verde). Gli sbocchi più importanti per le esportazioni del caffè torrefatto italiano sono come sempre i paesi comunitari che assorbono oltre il 70 percento delle nostre esportazioni (soprattutto Francia e Germania) e gli Stati Uniti e l’Australia. Si registra una significativa espansione, in particolare, nei Balcani e nell’Europa orientale. Il cronico ritardo, di cui soffre l’elaborazione da parte dell’ISTAT dei dati relativi al commercio con l’estero, non consente di fornire un quadro sufficientemente aggiornato dell’andamento del mercato nell’anno in corso. Nel primo semestre del 2012 le importazioni di caffé verde, fanno segnare un incremento dell’1,15 percento rispetto allo stesso periodo del 2011; le esportazioni di caffè torrefatto mantengono un deciso ritmo di crescita. Se si considerano gli ultimi dodici mesi di cui sono disponibili dati sul commercio estero (Luglio 2011/Giugno 2012) si rileva che le importazioni di caffè verde hanno raggiunto i 7,8 milioni di sacchi, sostanzialmente stabili rispetto a quelle dello stesso periodo dell’anno precedente

Per quanto riguarda la ripartizione tra le tipologie dei caffé importati nei primi sei mesi del 2012, risultano in calo gli sdoganamenti dei caffè “Colombiani dolci” e dei “Brasiliani Naturali”, in crescita i caffè “Altri dolci” e “Robusta”. Globalmente le importazioni di caffé in tutte le forme nei primi sei mesi del 2012 presentano un incremento dello 0,76 percento rispetto a quelle effettuate nello stesso periodo dello scorso anno, mentre le esportazioni, con riguardo al caffé in tutte le forme sono cresciute del 9,83 percento.

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3 – ACCORDO INTERNAZIONALE

L’Accordo Internazionale del Caffè ha quale obiettivo la ricerca di misure che consentano uno sviluppo sostenibile del settore, contribuendo ad un duraturo equilibrio tra la domanda e l’offerta di questa importante derrata. In particolare:
– le Autorità nazionali ed internazionali vengono messe in guardia sulle conseguenze di progetti o programmi che promuovono la crescita dell’offerta, in assenza di un corrispondente incremento della domanda;
– viene promossa la produzione di caffè di più alto valore aggiunto, come caffè gourmet o caffè biologico, per incrementare le entrate dei coltivatori;
– vengono sensibilizzate le Autorità nazionali a concedere finanziamenti per la diversificazione della produzione, ove possibile, nonché per il miglioramento della sicurezza alimentare e per una adeguata fornitura del mercato;
– vengono sostenuti i programmi di miglioramento qualitativo della produzione esportabile o altri progetti volti ad accrescere l’apprezzamento della bevanda da parte del consumatore;
– vengono coordinate le iniziative volte a fare crescere il consumo interno nei paesi produttori;
– vengono mantenuti i livelli di consumo nei mercati tradizionali attraverso il miglioramento qualitativo della bevanda, lo sviluppo di mercati di nicchia e la diffusione di informazioni obiettive sui benefici effetti del consumo di caffè;
– proseguono le iniziative poste in essere in importanti mercati emergenti, come la Russia e la Cina affiancando il settore privato con azioni di pubbliche relazioni e di comunicazione;
– vengono approfondite le conoscenze volte a diffondere pratiche di produzione sostenibile ed a creare una banca dati delle iniziative sulla sostenibilità della filiera del settore caffè.

Per chiedere copia completa della relazione (comprensiva di tabelle e grafici) rivolgersi a
COMITATO ITALIANO CAFFE’
Via Luigi Pasteur 10
00144 Roma
Segreteria:
Corso di Porta Nuova 34
20121 Milano
Tel. 02/89074244
comicaf@comitcaf.it

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