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Secondo i dati contenuti nell’ultimo Report di Assobirra, nel 2011 la produzione birraia italiana (compresa quella delle birre cd artigianali) è stata di 13.410.000 ettolitri. Ma la birra commercializzata (consumata) in Italia è stata molto dipiù: 17.715.000 ettolitri , con un consumo pro capite di 29 litri/anno. La differenza tra i valori produttivi e di consumo si spiega con la dinamica dei flussi di importazione e dei flussi di esportazione. Il totale delle esportazioni di birra, sempre secondo i dati di Assobirra, è stato nel 2011 pari a 2.086.000 ettolitri, mentre il totale delle birra importata si è attestato nel 2011 al livello di 6.391.000 ettolitri, con un saldo commerciale negativo di ben 4.305.000 ettolitri.

Fonte: Report Assobirra 2012 . www.assobirra.it

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Il saldo commerciale (export – import) di birra in Italia, pari a 4.305.000 hl nel 2011, rappresenta oltre il 24% del totale consumi. In altri termini possiamo dire che ogni 4 birre consumate in Italia 3 provengono da produzione italiane e 1 proviene dall’estero. Poaaimo dire che l’Italia è il mercato birrario UE che ha la più alta dipendenza dall’estero. Al riguardo Assobirra sottolinea il fatto che il settore birrario italiano continua a risentire in modo rilevante della competizione fiscale sleale da parte di vari Paesi europei, nei quali alcuni operatori – beneficiando di norme nazionali sulla denominazione del prodotto meno rigorose, ovvero sfruttando il forte differenziale fiscale rispetto all’Italia – esportano nel nostro Paese birra a prezzi che mettono fuori mercato gli operatori nazionali. AssoBirra ricorda anche che la tassazione della birra in Italia è già assestata su livelli fra i più elevati di tutta l’Europa continentale (il triplo circa rispetto a Spagna e Germania e più del doppio rispetto alla Francia) arrivando a pesare fino al 30% sul prezzo di vendita finale, con un’incidenza di circa 25-30 centesimi di euro per litro, senza considerare l’iva al 21%. Tuttavia nel 2011 la dipendenza dell’estero è leggermente diminuita il quanto il saldo commerciale di 4.305.000 hl risulta inferiore di 30.000 hl rispetto al 2010 e di oltre 700.000 hl rispetto al biennio 2006/07 quando si è avuto il record dei saldi commerciali negativi (superiori allora ai 5 milioni di hl)

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I 2.086.000 ettolitri di birra esportati nel 2011 rappresentano il record assoluto per il settore birrario nazionale. Il risultato giunge alla fine di un quinquennio assai dinamico (nel 2006 l’export di birra era stato di 781.000 ettolitri, appena un terzo dell’attuale) e come frutto di una ulteriore, significativa accelerazione fra il 2010 e il 2011: oltre 200 mila ettolitri in più esportati, pari al +11,6%. Fra i mercati di destinazione della birra made in Italy, la Gran Bretagna si conferma predominante con il 60% del totale, pari ad oltre 1.250 mila ettolitri. Anzi il mercato Uk è l’unico grande mercato europeo nei confronti del quale l’ittalia presenta una bilancia commerciale positiva (export superiore all’import). Seguono, a grande distanza, Stati Uniti (9%), Sud Africa (6,3%) e Francia (4,4%). Complessivamente i Paesi dell’Unione Europea assorbono quasi i tre quarti (74%) dell’export birrario italiano.

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Anche i 6.391.000 ettolitri di birra importati nel 2011 costituiscono un record per il mercato italiano. Tuttavia il trend di crescita risulta molto meno marcato rispetto a quello dell’export: in cinque anni (nel 2006 le importazioni erano state pari a 5.814.000 ettolitri) l’aumento è stato del +11% e, rispetto al 2010 (6.304.000 ettolitri), del +1,4%. Il principale Paese esportatore di birra in Italia si conferma la Germania, con circa 3.400.000 ettolitri. La birra tedesca ha sempre goduto di una buona immagine nel nostro Paese ed, in ogni caso, l’industria tedesca è stata sempre molto attiva sul piano commerciale sul mercato italiano. Seguono molto distanziate (con valori nettamente inferiori al milione di hl9) l’Olanda, il Belgio e la Danimarca

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