Dati del monitoraggio
VERONAFIERE- CIVILTA’ DEL BERE
Pubblicati sul sito www.vinitaly.it
CARTA DI IDENTITÀ DEL NOVELLO – CLASSIFICA REGIONALE PER NUMERO DI BOTTIGLIE PRODOTTE – VITIGNI PIÙ UTILIZZATI
Riferimento Temporale: Novembre 2009
Carta di identità del novello
Il Veneto mantiene la leadership nella produzione con oltre 3 milioni di bottiglie (un terzo del totale Italia), seguito da Trentino-Alto Adige con 1,2 milioni, Toscana con 933.500 bottiglie e Sardegna al 4° posto con 882 mila bottiglie. Tra le regioni che registrano i maggiori incrementi produttivi, si segnalano l’Emilia Romagna, balzata al 5° posto della classifica con un +37% sull’anno precedente e un totale di 732 mila bottiglie, e l’Abruzzo (+15% e 290.400 bottiglie).
Classifica regionale per numero di bottiglie prodotte
Il vitigno preferito nella produzione di Novello è sempre il Merlot, seguito da Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera.
Vitigni più utilizzati
I primi cinque produttori sono nell’ordine Cavit (769 mila bottiglie), Zonin (520 mila), Cantina di Soave (380 mila), Cielo e Terra (360 mila) e Gruppo Italiano Vini (334 mila).
Aziende leader
Un po’ di storia
Il vino novello così come lo conosciamo oggi, fu inventato quasi per caso in Francia. Nel 1934 ricercatori del settore alimentare stavano studiando come conservare il più a lungo possibile l’uva da tavola appena raccolta…Tra i vari esperimenti c’era anche quello di lasciare i grappoli sotto uno strato di anidride carbonica, ad una temperatura di 0 gradi. Dopo qualche mese i chicchi d’uva erano diventati frizzanti, gradevoli, ma non potevano più essere venduti: così si decise di spremerli.
I primi vignaioli che produssero tale vino erano del Beaujolais, regione centrale della Francia: da qui il nome del nuovo vino, piacevole al gusto. In Italia venne introdotto in Toscana nel 1975 da Giacomo Tachis, enologo dei Marchesi Antinori, dopo un viaggio in Francia.
Il vino novello italiano
Ma dal Beaujolais, antesignano di tutti i novelli prodotti nel mondo, il novello italiano si discosta nettamente. Mentre infatti il sistema di produzione “a macerazione carbonica” è molto simile, la grande differenza sta nella “location” e nel tipo di uve usate. In Italia il novello può essere prodotto dal nord al sud, usando qualsiasi tipo di uva (preferibilmente rossa): le uve più comunemente usate sono Aglianico, Cannonau, Barbera, Merlot, Nero d’Avola, Corvina, Refosco, Cabernet Sauvignon, Sangiovese. La legge del 6 ottobre del 1989 impone di utilizzare almeno il 30% di vino ottenuto con la tecnica di macerazione carbonica dell’uva intera. Il Beaujolais invece, è come il nostro Chianti: un vino, ma anche un territorio che si trova a nord di Lione. Qui si pianta un solo tipo di uva a bacca rossa, il Gamay, con cui si produce l’omonimo vino.Infine, i novelli italiani hanno rispetto agli altri una maggiore ricchezza di acido carbonico, un colore rosso brillante, vivace e invitante e una rotondità vellutata ben rilevabile al palato, grazie a qualche traccia zuccherina.
Il Decreto Ministeriale del 13 luglio del 1999 stabilisce che il vino novello può essere commercializzato dalle 0.01 del 6 novembre dell’annata di produzione delle uve. Non va confuso con “il vino nuovo”, che solitamente si commercializza a marzo-aprile e non subisce macerazione carbonica. E’ anche previsto che solo nell’ambito di manifestazioni espositive e promozionali è consentito porre in degustazione i vini “novelli” a partire dalle 0.01 del 5 novembre dell’ annata di produzione delle uve:è il déblocage della mezzanotte!
E anche il Novello, primo vino dell’ultima vendemmia, ha il suo bicchiere “ad hoc”, per esaltarne le tante virtù troppo spesso snobbate, e per celebrarne il “deblocage”, sempre più un vero e proprio rito di mezz’autunno per gli enoappassionati,. Un calice in vetro soffiato a mano, realizzato pezzo per pezzo dalla Zafferano di Federico De Majo, designer veneziano. Il bicchiere rotondo richiama la forma del chicco d’uva predisponendo il degustatore al gusto primigenio del frutto, ed esalta il gusto, altrettanto rotondo, fruttato e morbido, del vino; un disegno importante, con una forma che ne valorizza i profumi giovani e stuzzicanti, capace di esprimere tutto il bouquet aromatico del Novello, che comincia ad aprirsi nell’ampia pancia del bicchiere, per poi uscire con la giusta intensità e ampiezza, senza disperdesi, dalla bocca del calice.
Un bicchiere che oltre a valorizzare gli aromi e i sapori del Novello, nasce anche dalla particolare attenzione al modo di berlo, si vivace e giovane ma non per questo non elegante: lo stelo solido ed essenziale poggia su una base appena più stretta del calice, favorendo così la facilità d’uso e l’equilibrio del bicchiere. Favorire con un bicchiere “ad hoc” un consumo confortevole vuole anche contribuire a sdoganare la tendenza prevalente degli appassionati di bere Novello soprattutto tra le mura domestiche, e restituire al “vino giovane” quel ruolo simbolico di primo momento dell’anno di aggregazione intorno al culto Bacco. Lo stelo consente inoltre anche una comoda impugnatura senza toccare il corpo del bicchiere, evitando che il contatto con la mano riscaldi il vino, che, per sua natura, si esalta se servito fresco. Il bicchiere, fatto realizzare ad hoc da Veronafiere, è un bicchiere esclusivo, creato a mano ed in edizione numerata, è stato studiato per la degustazione del Novello 2008: è un omaggio che sarà consegnato agli enoappassionati che parteciperanno ad “Anteprima Novello”, per rendere l’incontro ancora più intenso.
Fonte: Servizio Stampa Veronafiere Tel.: + 39.045.829.82.85 – 82.42 – 82.10 pressoffice@veronafiere.it – donadel@veronafiere.it – www.vinitaly.com/novello