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INDAGINE DOXA: GLI ITALIANI E L’ALCOOL IN ITALIA – 2011


Tratto dal Commento alla Sesta Indagine Doxa 2011
Osservatorio Permanente Giovani e Alcool
www.alcol.net/images/italianiealcool/commento_doxa_2010.pdf

SOMMARIO: Nella primavera del 2010, l’Istituto DOXA ha condotto, in collaborazione con l’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool, la sesta indagine campionaria sui comportamenti, le opinioni e gli atteggiamenti degli italiani adulti e dei giovani, in merito ai consumi di bevande alcoliche, a distanza di quasi cinque anni dall’indagine precedente, dell’autunno 2005. L’indagine è stata basata su 2.026 interviste fatte a domicilio, ad un campione rappresentativo degli adulti e dei giovani di 13 anni ed oltre (52,7 milioni di individui) ed ha consentito di ottenere, per tutti gli aspetti fondamentali, dati comparabili con quelli delle cinque rilevazioni precedenti, perché è stato adottato lo stesso metodo. Nell’indagine sono stati analizzati i comportamenti di consumo di bevande alcoliche (birra e vino; aperitivi, digestivi ed amari; distillati e liquori), anche per ciò che riguarda i comportamenti a rischio, le opinioni e gli atteggiamenti, nei confronti delle bevande alcoliche e le caratteristiche socio-demografiche dei consumatori e dei non consumatori. Nell’edizione 2010 dell’indagine, sono stati ripresi quasi tutti gli argomenti considerati nelle edizioni precedenti, per poter valutare i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni e sono stati considerati anche alcuni aspetti nuovi: comportamenti nei consumi a rischio, comportamenti dei giovani nelle prime esperienze di consumo di bevande alcoliche, l’informazione e le opinioni in merito alle sanzioni a cui si va incontro guidando dopo avere bevuto alcolici.

Riferimento temporale: gennaio 2011

2. CONSUMATORI E NON CONSUMATORI DI BEVANDE ALCOLICHE E FREQUENZA DI CONSUMO

2.1. I consumi di bevande alcoliche in Italia: stabili e assestati

Il 78,6% degli Italiani che hanno più di 12 anni (41,4 milioni, su un totale di 52.7 milioni di adulti e giovani di 13 anni ed oltre) bevono alcolici almeno una volta in tre mesi. La percentuale di consumatori di bevande alcoliche è rimasta pressoché costante: passa dal 74% degli individui di 15 anni ed oltre nel 1993, all’80% sia nel 2000 che nel 2005 e nel 2010, negli ultimi 10 anni. Se si considerano tutti gli italiani di 13 anni ed oltre, la percentuale dei consumatori è passata dall’80,5% nel 2005 al 79,6% nel 2010.

2.2. Chi beve e chi no

La percentuale dei non consumatori (noti anche come “astemi”) è pari al 20, 4% (in lieve aumento rispetto alle ultime due rilevazioni del decennio 2000/2010). I consumatori maschi sono l’88% le consumatrici sono il 69,5% (fatto 100 il genere di appartenenza). La percentuale dei non consumatori nella popolazione maschile è poco superiore al 10%, e in quella femminile è del 30% (nella popolazione giovanile di età compresa fra 13 e 24 anni essa è del 30%).

2.3. I consumatori regolari sono quelli con almeno una occasione di consumo settimanale per almeno un tipo di bevanda alcolica. I consumatori occasionali sono quelli che consumano alcolici almeno una volta in tre mesi

63% (33.2 milioni di adulti e giovani, di 13 anni ed oltre) sono consumatori regolari, cioè consumano uno o più tipi di bevande alcoliche almeno una volta la settimana, 15,6% (8.2 milioni) sono consumatori occasionali e 21.4% (11.3 milioni) non bevono mai alcolici, nel corso di 3 mesi. Rispetto alle rilevazioni precedenti, è leggermente aumentata la percentuale di consumatori regolari di almeno un tipo di bevande alcoliche, dal 59% nel 1994, al 65% nel 2010. E’ rimasta costante la quota dei consumatori occasionali ed è calata la quota dei non consumatori, dal 26% nel 1994, al 23% nel 1997, al 20% in media nel 2000 e negli anni successivi.

2.4. Prevalgono i maschi nel consumo regolare, ma le donne sono pari ai maschi nel consumo occasionale…

In Italia su 100 consumatori regolari il 58,5% è costituito da maschi mentre le donne sono pari al 41,5%. Tale differenza si riduce fino ad un rapporto quasi paritario (49,8% maschi, 50,2% femmine) tra i consumatori occasionali. Prendendo invece come riferimento l’intera popolazione maschile, otteniamo che il 76,8% sono consumatori regolari, l’11,8% sono consumatori occasionali e gli astinenti sono l’11,6%. Assumendo come riferimento l’intera popolazione femminile troviamo che le consumatrici regolari sono il 50,2% le occasionali il 19,2% e le non consumatrici il 30,5%.

2.5. In media, la popolazione tra i 25 ed i 54 anni è quella dove sono maggiori i consumi di bevande alcoliche

Le percentuali di consumatori, regolari ed occasionali, sono molto simili in tutte le classi di età, con un livello più alto fra 25 e 54 anni: la percentuale dei consumatori, passa da 70% fra 13 e 24 anni a 83% fra 25 e 44 anni ed anche fra 45 e 54 anni,

2.6. …e scende nella fascia di popolazione più anziana…

I consumatori regolari ed occasionali scendono a 79% fra 55 e 64 anni ed a 75% dopo i 64 anni.

2.7. i maschi nella popolazione generale

Se si analizzano i dati relativi alla frequenza di consumo di bevande alcoliche secondo sesso ed età, si osserva che i maschi rappresentano il 48% della popolazione generale, il 58,5% dei consumatori regolari, il 49,8% dei consumatori occasionali e il 73,1% dei consumatori a rischio, cioè degli adulti e dei giovani che dichiarano di avere “bevuto troppo” o di essersi anche ubriacati almeno una volta negli ultimi 3 mesi.

2.8. le donne nella popolazione generale

Se si analizzano i dati relativi alla frequenza di consumo di bevande alcoliche secondo sesso ed età, si osserva che le donne sono il 52% della popolazione generale, 41,2% dei consumatori regolari e il 50,2% dei consumatori occasionali e il 73,9% dei non consumatori, ed il 26,9%) delle consumatrici a rischio (definite come sopra).

2.9. giovani di 13-24 anni

La popolazione giovanile in senso esteso (fra 13 e 24 anni) rappresenta il 15% degli italiani di 13 anni ed oltre, l’11% dei consumatori regolari di alcolici, il 21% dei consumatori occasionali, e dei non consumatori, ed il 23,5% dei consumatori a rischio. Dunque, fra i giovani hanno un peso più che proporzionale i consumatori occasionali ed i non consumatori di alcolici, ma anche i consumatori con esperienze ripetute di comportamenti a rischi

3. BEVANDE ALCOLICHE CONSUMATE ATTUALMENTE E TENDENZE DEI CONSUMI, PER I DIVERSI TIPI DI BEVANDE ALCOLICHE
3.1. Tipi di consumo per bevanda negli ultimi tre mesi: il vino rimane la bevanda alcolica maggiormente bevuta dagli italiani. Segue la birra, a ridosso le altre.

Negli ultimi 3 mesi 64,2% degli intervistati avevano bevuto vino, 56% birra, 34% aperitivi, digestivi ed altre bevande a media gradazione alcolica, 23% superalcolici (distillati e liquori) e 12% altre bevande alcoliche. Se vengono proiettate all’universo di 52.7 milioni di italiani di 13 anni ed oltre, queste percentuali corrispondono a 33.8 milioni di consumatori, almeno occasionali, per il vino, 29.7 milioni per la birra, 18.1 milioni per le bevande a media gradazione alcolica e 12.1 milioni per i superalcolici. La percentuale di consumatori, almeno occasionali, è rimasta quasi stabile per quasi tutti i tipi di bevande alcoliche (per il vino da 67,2% nel 2000 a 64,2% nel 2010; per la birra da 53,6% (2000) a 56,2%, per gli aperitivi, digestivi e amari da 31,6% a 34,4% nel 2010, e per i distillati e liquori da 25,2% (2000) a 23,0% nel 2010).

L’analisi dei dati rilevati secondo caratteristiche socio-demografiche e secondo comportamenti di consumo mostra che l’incremento dei consumatori può essere attribuito soprattutto a maggiori occasioni di consumo fuori di casa, fra i giovani e fra le donne. Se si considerano i consumi al solo ultimo mese (invece che negli ultimi 3), le percentuali di bevitori scendono al 76% degli adulti e dei giovani, per tutti i tipi di bevande, considerate nel complesso, al 60% per il vino, al 51% per la birra, al 27,7% per gli aperitivi, gli amari ed i digestivi ed al 17% per i superalcolici (nel 2000 62% per il vino, 43% per la birra, 24% per gli aperitivi, amari e digestivi e 19% per i superalcolici).

3.2. e relativamente ai soli consumatori regolari….il vino resta leader…

Se si considerano solo i consumatori regolari, cioè gli adulti ed i giovani che bevono i tipi di alcolici considerati almeno una volta la settimana, queste percentuali scendono a 49% per il vino (56% nel 2005), 35% per la birra (33% nel 2005), 18% per aperitivi, amari e digestivi (come nel 2005) e 10% per distillati e liquori (13% nel 2005).

3.3 …ma la birra aumenta tra le abitudini di consumo regolare conquistando quote al vino

Rispetto alle indagini precedenti, la quota dei consumatori regolari (individui che consumano i tipi di bevande considerati almeno una volta la settimana) cresce in modo più accentuato per la birra (dal 24% nel 1993, al 31,9% nel 2000 ed al 36% nel 2010), mentre cala per il vino e, in misura più contenuta, per i superalcolici (che passano da 12,8% almeno una volta la settimana nel 2005 al 10,6% del 2010). La quota dei consumatori regolari è rimasta praticamente stabile per gli aperitivi, i digestivi e gli amari. Sono rimaste quasi costanti, negli ultimi anni, con lievi oscillazioni, anche le percentuali di consumatori ad alta frequenza, che bevono i tipi di alcolici considerati più di 3 volte la settimana.

3.4. il confronto maschi-femmine nelle diverse tipologie di bevande alcoliche

Con riferimento alle diverse bevande, si nota sistematicamente una significativa incidenza maggiore dei consumatori maschi rispetto alle consumatrici. Riferendosi all’ultimo mese, il 72,4% dei maschi beve vino (le femmine sono il 54,3%. Per la birra il confronto maschi-femmine valore il 69,8% dei primi verso il 42,2% delle seconde; per gli aperitivi digestivi il consumo maschile è pari al 42,2% contro il 26,1% di quello femminile. Ancora più marcato il distacco tra consumatori e consumatrici di superalcolici: 31, 5% i maschi contro il 14,3% delle donne. Le frequenze di consumo di tutti i tipi di bevande alcoliche sono molto maggiori fra gli uomini, rispetto alle donne. Fra gli uomini 53% bevono almeno una volta la settimana vino, 50% birra, 26% aperitivi, amari o digestivi e 16% superalcolici. Fra le donne, tutti i valori relativi ai consumi regolari sono molto più bassi: 38% bevono almeno una volta la settimana vino, 21% birra, 11% bevande a media gradazione alcolica (aperitivi, amari e digestivi) e 5% superalcolici.

Crescono per le donne sia le percentuali di consumatrici che le frequenze di consumo, soprattutto relativamente a birra e bevande a media gradazione. Le percentuali di consumatrici regolari, che bevono i tipi di bevande considerati almeno una volta la settimana, sono infatti passate nel corso di 17 anni per il vino dal 37% nel 1993, al 31% nel 2010; per la birra dal 12% al 21%; per gli aperitivi, gli amari ed i digestivi dal 5% all’11% e per i superalcolici dal 2% al 5% (considerando sempre i consumi regolari, con almeno un’occasione di consumo in 7 giorni per almeno un tipo di bevande), con valori quasi costanti in tutte le sottoclassi di età. Per il vino, le percentuali più alte di consumatori regolari, che bevono vino almeno una volta la settimana, cioè di fatto tutti i giorni, ai pasti, sono state rilevate fra gli adulti di 45/64 anni ed anche fra quelli di oltre 64 anni (62% per entrambe le classi di età). La percentuale di consumatori regolari di vino aumenta fortemente passando dai giovani alle persone mature. Bevono vino tutti i giorni o quasi, di regola solo ai pasti, quasi un quarto (23%) degli italiani (31% degli uomini e 16% delle donne); da un minimo di 1% fra i giovani di 13-24 anni, ad un massimo di 31% fra gli adulti di 45/ 54 anni, 37% fra 55 e 64 anni e 44% dopo i 64 anni.

Fra i giovani di 15-24 anni, la quota dei consumatori in 3 mesi è scesa per il vino da 57% nel 1997 a 51% nel 2000 e 46% sia nel 2005 che nel 2010; per la birra è rimasta allo stesso livello dell’indagine 2005 (64%) e quasi allo stesso livello anche per gli aperitivi, gli amari ed i digestivi e per i superalcolici, con una leggera flessione dei distillati e liquori nell’ultima indagine. 11% degli intervistati avevano consumato integratori negli ultimi 3 mesi (17% degli uomini e 6% delle donne) e 9% anche negli ultimi 30 giorni (15% dei maschi e 4% delle femmine). Per gli energy drinks, le percentuali di consumatori sono molto più basse: 6% almeno una volta in 3 mesi e 5% anche nell’ultimo mese (con valori compresi, per i consumi degli ultimi 3 mesi, fra 12% fra 13 e 15 anni, 17% fra 16 e 19 anni, 20% fra 20 e 24 anni, 15% fra 25 e 34 anni e solo 2% dopo i 54 anni).

4. LUOGHI E COMPORTAMENTI DI CONSUMO

4.1. in famiglia e ai pasti: il vino…

Prevalgono i consumi ai pasti, in casa, per il vino (84% delle popolazione che beve lo fa in questa circostanza: 75% con famigliari o parenti, 31% con il coniuge, il fidanzato o compagno/a e 51% con amici e amiche),

4.2. consumo sociale al bar/pub/birreria: la birra

Prevale il consumo sia con gli amici che in famiglia per la birra (51,4% della popolazione che beve birra la consuma al bar/pub/birreria) (70% con amici e amiche, 53% con famigliari e parenti, 28% solo con il coniuge o il fidanzato/a).

4.4. fuori casa soprattutto ma anche fra le pareti domestiche: i superalcolici

35% delle popolazione che beve superalcolici li consuma al bar/pub/birreria; si noti però che sono anche luoghi di consumo le feste (26%), e le mura domestiche (21% sommando i consumi ai pasti e fuori pasto), 81% con amici e amiche, 35% con famigliari o parenti e 32% con il coniuge o con il fidanzato/a. Le percentuali di intervistati che dicono di bere alcolici da soli sono piuttosto basse: 15% per il vino, 11% per la birra, 9% per i distillati ed i liquori e 7% per gli aperitivi, gli amari ed i digestivi. Questi valori sono molto vicini a quelli ottenuti nelle indagini precedenti, con differenze poco significative.

4.5. cosa bevono gli italiani durante i pasti: prevale sempre l’acqua minerale, scende il vino e cresce la birra alla cena

Nelle indagini periodiche dell’Osservatorio vengono rilevati anche dati sulle bevande consumate nei due pasti principali. Nel pasto di mezzogiorno dei giorni feriali quasi tutti bevono acqua (85% acqua minerale e 28% acqua di rubinetto), 40% consumano anche bevande alcoliche (31% vino e 9% birra) e 30% bevande non alcoliche, gassate o non gassate. La distribuzione delle risposte è quasi identica per la cena, con un peso un po’ ridotto delle bevande non alcoliche e dell’acqua minerale ed un peso un po’ maggiore del vino e della birra anche in casa, nei giorni feriali: 83% bevono acqua minerale, 27% acqua del rubinetto, 36% vino e 14% birra. La percentuale di consumatori di vino al pasto di mezzogiorno sale da un minimo di 10% verso i 20 anni e 16% verso i 30 anni, a 39% verso i 50 anni e 47% in media dopo i 54 anni (43% fra 55 e 64 anni e 51% dopo i 64 anni). Per la birra, invece, la percentuale di consumatori sale dall’8% fra 16 e 19 anni (pochissimi bevono abitualmente birra ai pasti prima dei 16 anni), all’11% fra 20 e 44 anni, con valori quasi costanti in tutte le sottoclassi di età, e poi scende all’8% fra 45 e 64 anni ed al 5% dopo i 64 anni. Bevono vino a tavola 40% degli uomini e 22% delle donne (bevono birra rispettivamente 13% ed il 5%). Rispetto al 2005, il consumo di vino al pasto di mezzogiorno è fortemente diminuito in tutte le classi di età, ma soprattutto fra i giovani, fra 25 e 34 anni (dal 28% a 16% in cinque anni.

5. I GIOVANI

Dal 2005 l’Indagine Doxa-Osservatorio ha allargato la propria osservazione della popolazione giovanile estendendo l’indagine ai ragazzi di 13-15 anni. Si tratta di un approfondimento unico nelle sorveglianze sul tema alcol in Italia, possibile solo grazie all’utilizzo di interviste dirette, fatte in casa con il consenso dei genitori e con personale appositamente formato.

5.1. consumatori almeno occasionali: 70%, non consumatori 30% (graf. 9)

I giovani (13-24 anni) consumatori di bevande alcoliche sono circa il 70%. I giovani no bevitori sono il 30%. I giovani ragazzi che bevono sono il 76% (24% i non bevitori); per le ragazze, rispettivamente il 63,6% e il 36,4%). Nell’analisi per classi di età interne al gruppo dei giovani si nota come i preadolescenti (13-15 anni) siano non bevitori per il 61% (gli occasionali sono circa il 30%, i regolari appena sotto il 10%). A partire dai 16 anni (e fino ai 19) la platea dei consumatori sale sensibilmente (i non consumatori scendono al 30%), dai 20 ai 24 anni i consumatori si distribuiscono come la popolazione generale: 67% consumatori regolari, 18% occasionali 15,3% non consumatori.

5.2. le prime esperienze di consumi fra i giovani: intorno ai 13 anni il primo assaggio di vino, tra i 14 ed i 15 il primo assaggio di birra

Tre quarti (76%) dei giovani intervistati (fra 13 e 24 anni) ricordavano la prima esperienza di consumo di birra, 71% il primo consumo di vino, 65% il primo consumo di aperitivi, amari o digestivi e 52% il primo consumo di distillati o liquori. Ai giovani, fra 13 e 24 anni, si è chiesto di ricordare l’età della prima esperienza, cioè del primo assaggio, per i diversi tipi di bevande alcoliche. In media gli intervistati hanno indicato un’età compresa fra 14 e 15 anni sia per la birra che per il vino, ed un’età media di 16 anni per le altre bevande alcoliche (aperitivi, amari e digestivi ed anche superalcolici) Pochissimi ricordavano esperienze fatte prima dei 13 anni (8% per la birra, 10,8% per il vino, 2% per gli aperitivi, gli amari ed i digestivi e solo 1% per i superalcolici). Molti hanno ricordato non i primi assaggi ma, in realtà, le prime esperienze ripetute, cioè l’inizio effettivo dei consumi seppure con frequenze e quantità ridotte, (le due serie di valori, relativi all’età dei primi assaggi ed alle prime esperienze ripetute, sono pertanto molto vicini, perché per molti giovani si confondono nel ricordo)

5.3. i primi consumi di vino: in casa con i genitori seguiti da esperienze con i coetanei.

Prevalgono per il vino le prime esperienze fatte con i genitori (54%) e con altri famigliari (14%), ma sono relativamente frequenti anche i primi consumi con coetanei (21%) o con amici più grandi (6%). Aumenta fortemente il peso degli amici nelle prime esperienze di consumo per la birra e, soprattutto, per le altre bevande alcoliche (aperitivi, amari e digestivi; distillati e liquori).

5.4. i giovani bevono le stesse bevande della popolazione generale (solo i consumi di vino sono significativamente meno diffusi fra i giovani)

Il confronto fra i diversi tipi di bevande alcoliche rivela che il segmento di popolazione tra i 13 ed i 24 anni consuma mediamente le stesse bevande, per tipo, della popolazione generale. Questi dati sono simili sia per i consumatori regolari, che per quelli occasionali. L’eccezione significativa riguarda il solo vino, che ha un consumo regolare, prima dei 24 anni, inferiore della metà di quello della media generale di popolazione.

5.5. i primi consumi. Dove: a casa o fuori casa spesso alle celebrazioni familiari, sia per il vino sia per la birra

I luoghi dei primi consumi che sono stati ricordati per la birra, per il vino e per le altre bevande alcoliche, confermano queste indicazioni: i primi consumi di vino vengono infatti associati più spesso ai pasti in casa (48%), ma anche ai pasti in pizzeria o al ristorante (12%), o in casa di amici (8%), ed anche ad alcune occasioni speciali, come, ad esempio, matrimoni e compleanni (11%) ed alle feste, in generale (8%). Per la birra si trovano ancora ai primi posti, con un peso molto simile nelle prime esperienze di consumo, i pasti in casa e fuori di casa e, in generale, i consumi nei locali pubblici.

6. I CONSUMI ECCEDENTARI

6.1. Il Binge Drinking dei giovani pesa per il 14,6%

14,6% dei giovani intervistati, di età compresa fra 13 e 24 anni, avevano fatto esperienze recenti di forti consumi di alcolici concentrati in un tempo breve (almeno cinque bicchieri in due ore, fuori dai pasti, secondo la definizione di Binge Drinking adottata nelle rilevazioni dell’Osservatorio, che è diversa da quella adottata in altre indagini, in cui vengono considerati anche i consumi ai pasti). Avevano fatto esperienze recenti di Binge Drinking 20,4% dei maschi, 8,6% delle femmine (14,6% dei maschi e 6,1% delle femmine nel 2005). Avevano inoltre fatto esperienze recenti 3% dei ragazzi e ragazze fra 13 e 15 anni, 13% fra 16 e 19 anni e 21% fra 20 e 24 anni. I valori rilevati nell’ultima indagine sono molto vicini a quelli ottenuti, con la stessa domanda, nel 2005, con differenze non superiori all’1% in tutti i sottogruppi di età considerati.

6.3. l’aver “bevuto troppo”: 14,7%

La percentuale di individui (giovani e adulti), che dicono di “avere bevuto troppo” almeno una volta negli ultimi tre mesi, è stata sempre compresa, nelle rilevazioni degli ultimi anni, fra il 14% ed il 19%, con un massimo di 19,4% nell’indagine 2005, ed un minimo di 14,7 % nel 2010; 5,5% ricordavano, per gli ultimi tre mesi, una sola esperienza di eccesso, 3,8% due esperienze e 4,4% più di due, compresi alcuni intervistati che non hanno indicato il numero di volte in cui pensavano di avere bevuto troppo. In termini di genere e di classi di età, ricordavano comportamenti a rischio 28% dei maschi e 8% delle femmine, 22% fra 13 e 24 anni, 34% fra 25 e 34 anni, 17% fra 35 e 54 anni e solo 8% dopo i 54 anni.

6.4. numero medio di consumi eccessivi tra i giovani: è in aumento 2,5 volte negli ultimi 3 mesi

Il numero medio di esperienze di consumi eccessivi è salito per i giovani che ricordavano consumi eccessivi da 1,8 volte in tre mesi nelle prime rilevazioni a 2,5 volte in tre mesi nel 2010. La percentuale di intervistati che dicono di essersi anche ubriacati è salita, con alcune oscillazioni, dal 4% nelle prime rilevazioni, fra il 1993 ed il 2000, al 7% nel 2005 ed al 6% nel 2010 (con una flessione poco significativa negli ultimi cinque anni). Sembrano essere lievemente diminuite le percentuali di intervistati con almeno un’esperienza di stati di ubriachezza, ma è leggermente aumentato il numero medio di stati di ubriachezza ricordati, da 1,6 volte nel 1993, a 2,1 volte nel 2010. In tutte le rilevazioni, quasi metà hanno ricordato esperienze isolate, con un solo stato di ubriachezza in tre mesi, ed un’altra metà esperienze ripetute.

6.5. le bevande più frequentemente associate all’abuso. Nell’ordine: vino, superalcolici, birra, aperitivi digestivi ed amari

In una recente esperienza di consumi eccessivi, in cui gli intervistati ricordavano di avere consumato più bevande alcoliche negli ultimi 3 mesi, anche senza ubriacarsi, metà (49%) avevano bevuto vino, 38% superalcolici (distillati o liquori), 27% birra e 13% aperitivi, amari o digestivi. Sono stati indicati in media 1,3 tipi di alcolici diversi, cioè più spesso birra o vino, ma anche superalcolici, o aperitivi ed altre bevande a media gradazione alcolica (amari e digestivi). L’analisi di comportamenti a rischio secondo età, conferma una struttura diversa dei consumi dei giovani, rispetto agli adulti, con un peso molto minore del vino ed un peso maggiore della birra e delle altre bevande alcoliche per i giovani, nelle prime classi di età, fra 13 e 24 anni.

Nelle esperienze di consumi eccessivi, il vino si trova al primo posto in tutte le zone geografiche, ma con un peso maggiore nell’Italia Nord Orientale, ed un peso molto simile a quello dei superalcolici nelle altre zone geografiche. Nei comportamenti a rischio degli ultimi mesi, in cui i giovani avevano consumato più bevande alcoliche, anche senza ubriacarsi, metà avevano bevuto alcolici in un pasto normale (o anche in un pasto più lungo e più abbondante, consumato in un’occasione particolare), quasi un quarto in un pasto leggero (“happy hour” al bar o apericena in alcune regioni) ed un altro quarto fuori dai pasti, senza mangiare nulla. Anche per questo aspetto, i comportamenti di consumo sono diversi fra i giovani. Pensavano infatti di avere bevuto troppo o si erano anche ubriacati nel corso di un pasto normale 78% delle persone mature, dopo i 54 anni (che hanno descritto un’esperienza recente di forti consumi), 62% degli adulti fra 35 e 54 anni e solo 30% dei giovani. Ricordavano invece di avere bevuto più alcolici in un pasto leggero, più spesso al bar, 30% dei giovani, 20% fra 35 e 54 anni e meno di 10% dopo i 54 anni).

6.6. “Guidato dopo avere bevuto”: 21,5% dei giovani nella fascia 20-24 anni.

17,6% di tutti gli intervistati hanno ammesso di avere guidato almeno una volta nella vita “dopo avere bevuto troppo”. Questa percentuale sale dall’8% fra 16 e 19 anni (una classe di età in cui molti non guidano o guidano solo motoveicoli), al 21,5 % fra 20 e 24 anni, al 25,2% fra 25 e 34 anni ed al 24,0% fra 45 e 54 anni, per scendere poi all’11,7% dopo i 54 anni. Dunque, fra 20 e 54 anni, la percentuale di adulti che hanno guidato almeno una volta in condizioni alterate è sempre superiore al 20%, ed è più vicina al 25% fra 25 e 44 anni. In tutte le classi di età, da metà a due terzi degli intervistati con comportamenti di guida a rischio, che si mettono cioè più volte alla guida dopo aver bevuto, lo avevano fatto in modo ripetuto (= tra quelli che guidano dopo aver bevuto prevalgono quelli che lo fanno ripetutamente),

7. CONSUMI DI BEVANDE ALCOLICHE E GUIDA

Gli intervistati sono stati invitati ad indicare le possibili conseguenze, per i guidatori che vengono controllati, del superamento della quantità di alcolici ammessa, considerando separatamente i casi in cui i limiti ammessi vengono superati di poco (cioè 1 o 2 bicchieri in più), nelle domande fatte ad una metà degli intervistati, ed i casi in cui vengono invece superate di molto (cioè di 4 o 5 bicchieri) le quantità di alcool ammesse, nelle domande fatte ad un’altra metà degli intervistati.

7.1. alcol e guida: la conoscenza delle norme

Un consumo di uno o due bicchieri in più di vino o birra, oltre il limite, viene associato da tre quarti degli intervistati alla perdita di punti della patente e da metà degli intervistati anche alla sospensione della patente ed al pagamento di un’ammenda (se nel corso dei controlli viene rilevato un tasso alcolemico superiore, anche di poco, al limite massimo previsto). Sono anche relativamente numerosi (quasi un terzo) fra i consumatori di alcolici, i rispondenti che si aspettano il sequestro dell’automobile. I consumatori di bevande alcoliche danno risposte molto simili a quelle di tutti gli adulti nelle classi di età considerate. I guidatori a rischio, che dicono di avere avuto esperienze anche isolate (o, più spesso, esperienze ripetute) di guida in stato di ebbrezza, si differenziano dagli altri intervistati, quando descrivono le possibili conseguenze dei controlli soprattutto per associazioni più frequenti con la perdita di punti e con la sospensione della patente, e molto più spesso degli altri intervistati, per associazioni più frequenti con il pagamento di un’ammenda.

Per le violazioni più gravi, di chi guida dopo avere superato di molto, cioè di 4 o 5 bicchieri, la quantità massima di alcool ammessa, sono state date risposte molto simili a quelle ottenute per le violazioni minori, corrispondenti ad uno o due bicchieri in più, con un leggero aumento delle percentuali di intervistati che associano le violazioni più gravi alla sicura perdita di punti (78%), alla sospensione della patente (61%) ed al pagamento di una forte ammenda (46%). Aumentano, parlando delle possibili conseguenze di violazioni gravi, i riferimenti alla possibilità di essere condannati a pene detentive e di perdere l’automobile per un tasso alcolico molto più forte. Si ha l’impressione che i consumatori siano poco informati e che abbiano spesso cercato solo di immaginare le possibili conseguenze di comportamenti di guida scorretti senza sapere in realtà distinguere fra abusi meno gravi (solo 1 o 2 bicchieri in più) ad abusi più gravi (4 o 5 bicchieri in più). I guidatori a rischio (con una o più esperienze di guida in uno stato di probabile alterazione) hanno indicato, per consumi di bevande alcoliche fatte lontano dai pasti, più spesso la soglia massima di un solo bicchiere (29,5%) o due bicchieri (42%), ma 15,3% hanno indicato quantità superiori (di 3 o più bicchieri) e 14% non hanno saputo fornire indicazioni sulle quantità massime che possono essere consumate prima di guidare. Per i consumi ai pasti 23% hanno indicato un solo bicchiere, 42% due bicchieri e 10,6% più di due bicchieri, con numerosi intervistati incerti e poco informati (25% dei guidatori a rischio).

La percentuale di consumatori che sanno indicare anche il tasso alcolemico, cioè la percentuale di alcool nel sangue che non deve essere superata quando si guida è molto minore. Infatti, quando agli intervistati sono state proposte cinque possibili risposte (tasso alcolemico massimo di 0,3% o 0,5% o 0,8%, ecc.) solo 38% dei guidatori hanno saputo dare la risposta corretta (tasso massimo di 0,5%), 21% hanno indicato un tasso inferiore (0,3%) e 10% un tasso superiore, mentre 31% non hanno saputo fornire indicazioni. I limiti massimi attuali, per i consumi di alcolici prima di guidare, vengono considerati da quasi 6 adulti su 10 giusti (50,4%) o anche troppo alti, cioè troppo permissivi (8,4%), mentre 2 adulti su 10 (23%) considerano il limite attuale troppo basso, cioè troppo severo e quasi altrettanti (19%) non sanno esprimere un giudizio, perché non conoscono le norme in vigore. Fra i guidatori a rischio, in particolare, con recenti esperienze di guida dopo consumi eccessivi, quasi metà (49%) hanno considerato il limite attuale giusto o anche troppo alto, cioè troppo permissivo, ma quasi altrettanti (48%) hanno giudicato invece il limite di consumo attuale troppo basso, cioè troppo restrittivo.

Per scaricare il documento integrale (30 pagine, complete di grafici e tabelle):
www.alcol.net/images/italianiealcool/commento_doxa_2010.pdf

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