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OIV: Congiuntura Mondiale Settore Vitivinicolo 2015


Di seguito vengono riportati i dati e le analisi che l’OIV (Organisation Internationale de Vigne e du Vin) ha pubblicato nella nota elementi della congiuntura mondiale dell’aprile 2016

1. IL POTENZIALE DI PRODUZIONE VITICOLA

La superficie viticola mondiale nel 2015 (corrispondente all’insieme delle aree piantate a vigneto, comprese quelle non ancora in produzione o non ancora vendemmiate), appare in leggera riduzione rispetto al 2014 (-7 mha) e dovrebbe toccare i 7534 mha.

1.1 Le superfici del vigneto europeo

Dalla conclusione del programma comunitario (campagna 2011/2012) di regolamentazione del potenziale produttivo viticolo dell’Unione europea (UE)1, il ritmo di riduzione del vigneto dell’UE ha subito un netto rallentamento. Il vigneto comunitario2 parrebbe assestarsi a 3362 mha, subendo un calo di 26 mha tra il 2014 e il 2015. Il vigneto spagnolo, che nel periodo 2008-2011 si era ridotto considerevolmente, sembra essersi stabilizzato, a poco più di 1 Mio ha. I vigneti italiano e francese si riducono rispettivamente di 8 e 5 mha e quelli portoghese e greco continuano significativamente a perdere terreno, circa il 3% tra il 2014 e il 2015.

1.2 I vigneti non europei

Come constatato negli ultimi anni, il vigneto dei paesi non europei appare in leggera crescita (+19 mha tra il 2014 e il 2015) e dovrebbe raggiungere i 3510 mha. Tale crescita moderata è il risultato di tendenze contrastanti. In Cina la superficie viticola totale continua ad aumentare: questo paese costituisce il principale motore della crescita del vigneto mondiale (+34 mha tra il 2014 e il 2015) e si conferma per il secondo anno consecutivo in seconda posizione a livello globale. La Turchia, dopo il recupero del 2013, già lo scorso anno ha ripreso la tendenza al declino del vigneto. In Brasile, dove pare procedere un’importante ristrutturazione del vigneto, le superfici vitate continuano comunque a ridursi (-4 mha tra il 2014 e il 2015), mentre altrove nel continente americano i principali paesi non subiscono variazioni significative delle dimensioni dei loro vigneti. In Australia al contrario della Nuova Zelanda, dove il vigneto continua a guadagnare terreno le superfici piantate a vigna proseguono il trend decrescente cominciato a inizio del decennio. Infine, proseguendo nella direzione intrapresa nel 2012, il vigneto del Sudafrica diminuisce lentamente, toccando i 130 mha nel 2015.

2. LA PRODUZIONE DI VINO

La produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) del 2015 è stata relativamente alta. Si attesta infatti a 274,4 Mio hl, ovvero +5,8 Mio hl rispetto alla produzione 2014.

2.1 Nell’ambito dell’Unione europea

La produzione vinificata comunitaria 2015 dovrebbe raggiungere 165,8 Mio hl, collocandosi al di sopra della media. Infatti, la produzione di vino è cresciuta di circa 6 Mio hl rispetto al 2014. Per quanto concerne i livelli medi di produzione dei principali paesi produttori nel 2014, si registra una crescita sensibile della produzione italiana, 49,5 Mio hl (+5,3 Mio hl/2014), mentre il livello di produzione spagnola è in leggero calo, 37,2 Mio hl (-2,3 Mio hl/2014). Con 47,6 e 8,9 Mio hl rispettivamente, la Francia e la Germania sono quasi stabili (+1 Mio hl e -0,3 Mio hl/2014). Le produzioni portoghese e bulgara progrediscono rispetto all’anno precedente (rispettivamente di +0,5 Mio hl e +0,8 Mio hl), ma è il caso di ricordare che la produzione della Bulgaria nel 2014 è stata scarsa.

2.2 Al di fuori dell’Unione europea

Le tendenze sono contrastanti:

Gli Stati Uniti d’America, con 22,1 Mio hl (esclusi succhi e mosti) fanno registrare una produzione di vino importante quanto quella del 2014 (22 Mio hl), sebbene entrambe si iscrivano in una tendenza discendente rispetto alla produzione molto elevata del 2013 (23,6 Mio hl).

In America meridionale la produzione argentina subisce una caduta del 12,1% nel 2015, con 13,4 Mio hl (la produzione di succhi e mosti diminuisce solo di 0,3 Mio hl), mentre il Cile, la cui produzione di vino era calata nel 2014 a 10 Mio hl, nel 2015 ritrova un livello di produzione prossimo o addirittura maggiore a quello record del 2013, con 12,9 Mio hl. Quanto al Brasile, la sua produzione si mantiene stabile per il secondo anno consecutivo, con circa 2,8 Mio hl vinificati.

In Sudafrica, per il terzo anno consecutivo, la produzione vinificata del 2015 raggiunge un livello elevato (11,2 Mio hl), sebbene leggermente inferiore rispetto a quello del 2014 (11,5 Mio hl).

La produzione australiana si stabilizza a un livello prossimo ai 12 Mio hl, malgrado il protrarsi dell’erosione del vigneto, mente la produzione neozelandese (2,3 Mio hl) ritrova nel 2015 un livello simile a quello del 2013, quindi in calo rispetto alla vendemmia record del 2014 (3,2 Mio hl).

3. IL CONSUMO DI VINO

Il consumo mondiale di vino nel 2015 è stimato in 240 Mio hl5, pari a una leggera crescita di 0,9 Mio hl rispetto al 2014. Tuttavia, in considerazione del margine di errore insito nella stima del consumo mondiale, questo dato deve essere considerato con cautela. Dall’inizio della crisi economica e finanziaria del 2008, il consumo mondiale parrebbe essersi generalmente stabilizzato intorno ai 240 Mio hl.Gli Stati Uniti d’America, con un consumo stimato in 31 Mio hl, sono ormai saldamente stabili al primo posto tra i mercati interni mondiali, con un livello che resta praticamente invariato rispetto al consumo dell’anno precedente (+1%).

Il calo dei consumi dei paesi europei tradizionalmente produttori e consumatori registra una pausa: leggera diminuzione in Francia (27,2 Mio hl), crescita molto modesta in Italia (20,5 Mio hl, +0,1 Mio hl/2014) e in Portogallo (4,8 Mio hl), mentre la Spagna si stabilizza (10 Mio hl). In Austria e nei Paesi Bassi si profila una flessione dei consumi e in Grecia ancora non si nota un recupero del mercato interno dopo la contrazione importante in termini relativi avvenuta tra il 2013 e il 2014.

In Europa settentrionale, la Germania (20,5 Mio hl) e il Regno Unito (12,9 Mio hl) registrano una crescita dei propri mercati interni rispetto al 2014 di quasi 300 mhl (sebbene in Regno Unito questo risultato sovracompensi appena il calo osservato tra il 2013 e il 2014), mentre il mercato scandinavo, in generale, rimane stabile. I consumi interni tedesco e italiano si mantengono a un livello molto simile.



In Cina, il consumo interno 2015, ottenuto per bilancio6, si dovrebbe avvicinare ai 16 Mio hl (in crescita del 3% rispetto ai 15,5 Mio hl del 2014, annata segnata da una battuta d’arresto della rapida crescita della domanda cinese cominciata agli inizi del 2000). In Oceania, considerata complessivamente a partire dai mercati australiano e neozelandese, il consumo sembra mantenersi stabile a 6,3 Mio hl da tre anni (leggera flessione in Australia e ripresa della crescita in Nuova Zelanda).

Il consumo del Sudafrica registra una nuova impennata tra il 2014 e il 2015, per toccare i 4,2 Mio hl (+7%/2014, in seguito a una crescita equivalente l’anno precedente). In America meridionale, i consumi interni 2015 sono in crescita rispetto al 2014, in particolare in Argentina (sebbene rispetto al livello mediocre del 2014, che ha permesso al livello dei consumi di riavvicinarsi a quello del 2013, con 10,3 Mio hl), ma anche in Cile (il cui consumo, ciò nonostante, dovrebbe stabilizzarsi poco al di sotto dei 3 Mio hl) e in Brasile (3,6 Mio hl, ovvero +2%/ 2014). In Ungheria, ma soprattutto in Romania (con un calo stimato del 17%/2014), i consumi interni scendono, sebbene sia difficile, per quanto riguarda il mercato rumeno, monitorare l’autoconsumo, la cui quota di mercato interno si avvicina al 50%.

4. IL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Nel 2015 il mercato mondiale, qui considerato come la somma de esportazioni di tutti i paesi, dovrebbe raggiungere un volume di 104,3 Mio hl, in crescita dell’1,8% rispetto al 2014, e un valore di 28,3 Mrd EUR, in aumento del 10,6% rispetto al 2014.

Volume delle esportazioni

Valore delle esportazioni

Nel medio periodo, queste tendenze corrispondono a una ripresa della crescita in volume e in valore del mercato mondiale dopo le pause del 2013 (per il volume) e del 2014 (per il valore).


In base al tipo di prodotto, le principali tendenze del mercato mondiale sono le seguenti:

4.1 I principali esportatori

L’analisi per paese mostra che gli scambi di vino sono ampiamente dominati da Spagna, Italia e Francia, che rappresentano il 56% del volume mondiale nel 2015, ovvero 58 Mio hl, e il 57,4% delle esportazioni in valore (16,2 Mrd EUR).

Per quanto riguarda IL VOLUME:

si osserva principalmente una crescita delle esportazioni della Spagna, con un aumento di 1,7 Mio hl rispetto all’anno precedente (di cui 1,5 Mio hl sfusi). Tale tendenza va letta insieme alla quasi totale scomparsa dell’intervento comunitario, che in passato orientava una parte considerevole della produzione spagnola verso la distillazione, e all’abbondante raccolto 2013. L’Italia e la Francia vedono diminuire le loro esportazioni di circa il 2%.
I principali paesi esportatori che fanno registrare le maggiori crescite dei volumi esportati sono Nuova Zelanda (+11,5%), Cile (+8,6%) e Australia (+6,4%).

In termini di VALORE

L’Italia e la Francia continuano a dominare il mercato, con quote rispettivamente del 19% e del 29%. Malgrado il notevole volume delle esportazioni spagnole, l’elevata quota corrispondente al vino sfuso (62% del totale nel 2015) porta a un prezzo medio inferiore a quelli registrati in Italia e in Francia (dove le quote di sfuso sono rispettivamente del 25% e del 16%) e di fatto la Spagna rappresenta solo il 9% del valore degli scambi mondiali (pur rappresentando il 23% del volume). Al contrario, per tutti gli altri principali paesi esportatori nel 2015 si osserva una crescita in valore più consistente di quella in volume.

In base al TIPO DI PRODOTTO,

oltre a Spagna (62%) e Sudafrica (88%), i paesi che esportano una quota di sfuso superiore alla media mondiale (38%) sono l’Australia (56%), il Cile e gli USA (44%).

4.2 I principali importatori

Le importazioni di vino nel 2015 toccano i 102,6 Mio hl8, pari a una crescita di 1,3 Mio hl rispetto al 2014. I dieci maggiori paesi importatori, che rappresentano il 70% del volume delle importazioni mondiali, rispetto al 2014 hanno registrato una crescita delle importazioni complessive del 3% in volume e del 9,4% in valore.


Fonte: www.oiv.int

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