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Estratto Dalla Nota Di Congiuntura Mondiale Marzo 2012
A cura dell’OIV – Organizzzazione Internazionale della Vigna e del Vino
www.oiv.int

PREMESSA: E’ stata presentata il 22 marzo scorso l’ultima Nota di Congiuntura dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, organizzazione intergovernativa di riferimento per tutto ciò che concerne la vigna, le uve ed i prodotti vitivinicoli. Federico Castellucci (cfr foto) , Direttore Generale dell’OIV, ha presentato il documento ai giornalisti ed ai rappresentati dei paesi membri esprimendosi nei seguenti termini: “Alla luce di questi dati, si potrebbe dire che il peggio sia passato e che il settore vitivinicolo mondiale abbia trovato le condizioni per riprendere a crescere, sebbene dei risultati sensibilmente positivi non saranno immediatamente percepibili “.

Riferimento temporale. Marzo 2012

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ESTENSIONE DEL VIGNETO MONDIALE

La superficie vitivinicola mondiale totale (incluse le superfici non ancora in produzione o non raccolte), dovrebbe essere diminuita fra il 2010 ed il 2011 di 94 milioni di ettari (- 1,2%) per raggiungere orientativamente i 7.495 milioni di ettari. Il più grande vigneto del mondo, quello europeo, ammonterebbe a 3.530 mha riportando una diminuzione del 2,5% (circa 90 mha) fra il 2010 ed il 2011. Questo declino è decisamente più evidente di quello registrato fra il 2009 ed il 2010 (65 mha). I vigneti che si trovano al di fuori dell’U.E. sembrano rimanere abbastanza stabili per il terzo anno consecutivo. Le tre campagne di estirpazione comunitaria hanno condotto ad un calo globale del vigneto dell’Unione calcolato intorno a 262 mha fra il 2008 ed il 2011, 175 mha circa avrebbero dato luogo al versamento di premi di abbandono definitivo.

Per quanto riguarda il continente Americano, la superficie viticola dell’Argentina crolla “statisticamente” di 10 mha a seguito di una revisione del metodo di calcolo delle superfici vitivinicole che nel 2011 ha escluso nel computo strade e promontori. Secondo il parere degli esperti nazionali, non c’è stata alcuna percepibile evoluzione della dimensione del vigneto argentino fra il 2010 ed il 2011. Tale evoluzione, apparentemente negativa, è in effetti parzialmente compensata soprattutto grazie alla ritrovata crescita del vitigno australiano (+4mha dopo un calo di 6 mha fra il 2009 ed il 2010) e per la verosimile continua crescita del vitigno cinese (ad un ritmo tuttavia piu moderato rispetto all’inizio della decade 2000-2010) e cileno, mentre i vigneti turchi e del Sud Africa sembrerebbero continuare a diminuire.

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LA PRODUZIONE MONDIALE DI VINO

Nel 2011, secondo un’estimazione media, la produzione mondiale di vino (succhi e mosti esclusi) raggiunge i 265,7 mhl che rappresenta un aumento di 0,6 mhl rispetto al 2010. Si tratterebbe dunque di una produzione globale di vino che potrebbe essere qualificata come debole, se non anche modesta, soprattutto nei territori dell’Unione Europea. In quest’area geografica , la diminuzione qualitativamente più sensibile è ravvisabile in Italia che ha visto la sua produzione di vino per l’anno 2011 crollare di quasi 7 mhl rispetto a quella del 2010 (-14%). La produzione portoghese (-16,9%) ed in misura minore quella spagnola, riportano ugualmente delle flessioni rispettivamente pari a -1,2 e -0,9 mhl. Al contrario, la produzione francese (succhi e mosti esclusi) registra una crescita pari a 3,9 mhl (+8,6%. Le produzioni tedesca e austriaca hanno mantenuto un livello coerente con la produzione normale, mentre quella rumena, con una produzione equivalente a 4,7 mhl, recupera un minimo senza pur tuttavia raggiungre i livelli precedenti alla raccolta 2009 (si ricorda la raccolta 2009 e 2010: 6,7 e 3,3 mhl).

Gli Stati Uniti con 18,7 mhl ( succhi e mosti esclusi), constaterebbero una produzione di vino relativamente modesta nel 2011, ossia -10,3% rispetto al 2010. La produzione relativa al versante meridionale del continente Americano è, al contrario, molto elevata: il Cile raggiunge un nuovo record di produzione con 10,6 mhl e l’Argentina mantiene una produzione di vini importante malgrado un ritorno ai livelli normali di produzione di succhi e mosti (15,5 mhl contro 16,3 dell’anno precendente), mentre il Brasile sfiora i 3,5 mhl (contro i 2,5 mhl nel 2010). In Sud Africa, la produzione di vino cresce leggermente per raggiungere quasi 9,7 mhl (contro i 9,3 mhl nel 2010 e 10,0 mhl nel 2009). Infine, se la produzione australiana continua a diminuire faticando a superare gli 11 mhl e la produzione svizzera ritrova il suo livello normale di produzione pari a 1,1 mhl, la produzione neozelandese invece registra una raccolta record uguale a 2,35 mhl, ossia +0,45 mhl/2010).

Evoluzione Consumi mondiali di vino

IL CONSUMO DEI VINI NEL MONDO

Nel 2011, secondo una valutazione media, il consumo mondiale di vino ammontava a 241,9 milioni di ettolitri ossia 1,7 mhl in più rispetto al 2010 (+0,7%). La conseguenza diretta è stata che il consumo mondiale relativa al 2011 ha interrotto la sua flessione per ritornare ad uno stato, sebbene moderato, di crescita. Tuttavia, a causa delle evidenti condizioni economiche generali, il primo continente in termini di consumazione (rectius l’Europa) è ancora lontano dal ritrovare lo stato di crescita pre-crisi.

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Così, tra i paesi europei tradizionalmente produttori e/o consumatori, le statistiche sul consumo italiano mostrano un calo sensibile pari a 1,6 mhl (-6,3% conseguente ad un aumento di 0, 5 milioni di ettolitri fra il 2009 ed il 2010), malgrado un leggero aumento del consumo francese (+1,0 milioni di ettolitri, a seguito di una sensibile inflessione pari a 1,3 mhl registrata fra il 2009 ed il 2010), la stabilità del consumo tedesco e le modeste diminuzioni del consumo spagnolo (-0,2 milioni di ettolitri), di quella britannica (-0,4 mhl) e di quella portoghese (-0,15 mhl) relative al 2011.

Gli Stati Uniti, secondo mercato mondiale in termini di volume, hanno riportato una crescita pari a +0,9% mhl fino a raggiungere un picco di 28,5 mhl (valutazione vini speciali e vermouth esclusi), mentre la crescita fra il 2009 ed il 2010 è stata di soli 0,35 mhl. Per quanto concerne la Cina, il consumo continua a crescere soprattutto in considerazione del rapido incremento delle importazioni cui si accompagna una quasi totale assenza di significativi volumi di esportazione dal paese. Nel 2011 il consumo in Cina si sarebbe avvicinata approssimamente ai 17,0 mhl (+1,15 mhl rispetto al 2010).Argentina, Sud Africa, Australia, Cile, Nuova Zelanda hanno registrato nel 2011 una domanda interna quantitativamente equivalente a quella del 2010.

Evoluzione consumi mondiali di vino

GLI SCAMBI INTERNAZIONALI

Il mercato mondiale, qui considerato come la somma delle esportazioni di tutti i paesi (considerando che i paesi osservati rappresentano, complessivamente, il 93% degli scambi mondiali), raggiungerebbe nel 2011 i 103,5 Miohl, ossia +7,9% sul 2010, confermando la ripresa degli scambi mondiali registrata tra il 2009 e il 2010: 95,9 Miohl dati provvisori per il 2010 (+9,6%) contro gli 87,5 Miohl del 2009. Un 2009 che, ricordiamolo, nel pieno della crisi economica mondiale, aveva rappresentato il primo calo dal 2000 nello sviluppo degli scambi (-2,8 Miohl / 2008).
In prima analisi, però, questo movimento del volume non si accompagna sistematicamente a uno sviluppo di pari valore. Di conseguenza, la crisi ha certamente contribuito ad aumentare quella tendenza, già segnalata lo scorso anno, che vede una parte crescente degli scambi basarsi sui vini sfusi.

Evoluzione consumi mondiali di vino

Se l’Italia resta il primo paese esportatore in termini di volume, con una crescita più rapida di quella del mercato mondiale (+2,5 Miohl: +11%/2010), è la Spagna a registrare l’aumento più forte (+4,6 Miohl: +26%/2010), beneficiando, forse, del segmento lasciato in parte libero dal calo del Cile, in particolare per quanto riguarda i vini sfusi (evoluzione rispettiva delle parti di vino esportate: Cile: -20% Spagna: +10%). Anche le esportazioni portoghesi registrano una progressione superiore a quella del mercato mondiale (+0,4 Miohl: +16%/2010). La Francia, la Germania e gli USA conoscono evoluzioni positive nelle esportazioni, ma a un ritmo meno sostenuto rispetto a quello del mercato mondiale, compreso tra +5 e +6% /2010. Tenuto conto di queste evoluzioni, per il secondo anno consecutivo il comparto relativo agli scambi mondiali dei primi 5 paesi esportatori dell’UE (IT/SPA/FRA/GER/PORT) è in crescita, fino a raggiungere il 65,5% (contro il 62% nel 2010) a scapito del gruppo formato dai principali paesi dell’emisfero sud (SAF/AUST/NZ/CILE/ARG) e degli USA (25,2% contro 28,2% nel 2010).11

Scarica il testo integrale della Nota di Congiuntura in PDF
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