Dal vecchio continente alla Gen Z, il futuro della bevanda più desiderata non conosce frontiere con un settore in avanzata, pronto a raggiungere nel 2025 i 43 miliardi di euro, con gli USA a fare la parte del leone come primo importatore e la conferma del Brasile come maggior produttore.
I NUMERI DELLA FILIERA DEL CAFFÈ: 2021, ANNO DA RECORD
Nel 2021 il commercio mondiale di prodotti della filiera caffè ha mostrato dinamiche decisamente positive:
- +13,6% nei valori in euro per le macchine da caffè espresso, in ripresa;
- +13,1% per il caffè decaffeinato o torrefatto;
- +8,8% per il caffè in grani non torrefatto.
Complessivamente, il valore degli scambi mondiali dei tre settori ha raggiunto un punto di massimo assoluto, pari a 34,5 miliardi di euro. E nel triennio 2022-2025, secondo i dati elaborati da HostMilano, ci si attende per il commercio mondiale di prodotti della filiera caffè un tasso annuo di crescita del +5,6%, fino ad arrivare a sfiorare i 43 miliardi di euro.
Quanto alla graduatoria dei mercati mondiali, gli Stati Uniti (22,4%) e la Germania (14,2%) rappresentano le principali destinazioni in termini di vendite nel 2021, precedendo, nell’ordine, Italia (6,4%), Giappone (5,1%), Belgio (4,2%) e Svizzera (3,8%).
I principali esportatori mondiali del settore hanno visto nel 2021 al primo posto il Brasile (con una quota del 27,6%), davanti a Colombia (13,9%), Vietnam (9,9%), Honduras (5,4%), Guatemala (3,6%), Etiopia e Belgio (entrambi con una quota del 3,5%). Asia, da amante del te a consumatrice di caffè.
Discorso a parte merita l’Asia. Il continente dedito da sempre al consumo di tè, ha abbracciato con entusiasmo la bevanda “nera”. Da sempre grande produttore, coprendo il 29% del fabbisogno mondiale, l’Asia non è mai entrata nella top dei Paesi consumatori, ma ora le cose sono cambiate: negli ultimi cinque anni secondo i dati ICO (International Coffee Organization), il consumo di caffè nel continente è cresciuto dell’1,5%. Le motivazioni sono varie ma vedono in primo piano il gigantesco mercato cinese, con la crescita della classe media che ha accolto i trend occidentali, come il consumo di vino e caffè, appunto. Spesso scoperte mentre studiavano all’estero, i giovani asiatici hanno acquisito nuove abitudini e sono stati stregati dall’aroma intenso del caffè, anche grazie alle ricette diffuse via social. L’opportunità è stata già colta dalle catene di caffetterie occidentali, da Starbucks (che in Cina ha 5400 locali in oltre 200 città) a Costa Coffee (che oltre 450 punti vendita e che punta sui Costa Express, macchine self service che erogano un caffè di qualità).
IL MERCATO IN ITALIA, PAESE DEL CAFFÈ
Non solo nell’immaginario collettivo ma anche con i numeri alla mano il Bel Paese dimostra di essere all’altezza delle aspettative. Le esportazioni italiane di prodotti della filiera caffè hanno toccato nel 2021 un nuovo massimo, pari a 2,6 miliardi di euro, con un incremento sul 2020 del +14%. In particolare, si evidenziano le rilevanti crescite dell’export italiano di caffè decaffeinato o torrefatto (+14,1%) e di macchine da caffè espresso (+14,3%). Entro il 2025 si attende una crescita delle esportazioni italiane di prodotti della filiera caffè del +5,5%, per un valore complessivo dell’export che sfiora i 3,3 miliardi di euro.
Le importazioni italiane di prodotti della filiera caffè hanno toccato nel 2021 un valore di 1.450 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2020 del +6% facendo toccare il punto di massimo assoluto nell’esperienza storica dei prodotti della filiera caffè. La componente più rilevante in termini di valori di importazioni italiane riguarda il caffè in grani, che rappresenta oltre il 77% dell’import italiano complessivo della filiera caffè.
LE MACCHINE DA CAFFÈ AI VERTICI DEL SUCCESSO
Per il mercato delle macchine da caffè crescita a doppia cifra. Dopo la flessione registrata nel 2020 (-22,1% nei valori in euro) a seguito dei lockdown generalizzati indotti dalla pandemia, nel 2021 gli scambi mondiali hanno recuperato quasi 14 punti percentuali, per un valore di 4,5 miliardi di euro. Per il 2023 si attende il pieno recupero dei livelli pre-pandemici, per poi arrivare al termine del periodo di previsione intorno ai 5,6 miliardi di euro, con un tasso medio annuo di crescita del +5,6% nei valori in euro.
Nel 2021 l’Italia si è confermata primo esportatore (con una quota del 21,3%), davanti a Germania (16,1%), Svizzera (11,4%) e Stati Uniti (10,3%). Da segnalare la crescita della Cina, che si è piazzata al quinto posto con una quota del 7,5%. Gli Stati Uniti sono il principale importatore mondiale di macchine da caffè espresso, con una quota del 19,2% della domanda mondiale 2021. Alle loro spalle Germania (6,5%), Francia (4,8%), Cina (4,7%) e Regno Unito (4,6%).
Il ritorno negli uffici e dei grandi eventi spinge la proposta del caffè servito in automatico. Servito, ma anche da asporto e in self service. Comunque veloce. È una delle modalità di somministrazione del caffè su cui stanno lavorando le aziende: lo si è visto lo scorso ottobre a HostMilano con le nuove soluzioni che consentono di gestire vari tipi di caffè e preparazioni, con il focus sul caffè specialty.
LE NUOVE FORMULE DI CONSUMO DEI COFFEE LOVERS: IL CASO DELLA GEN Z
Il consumatore evolve, conosce meglio la materia prima e si aspetta di incontrare varie opzioni al bar. Si allarga l’offerta, anche in funzione dei gusti delle nuove generazioni, per le quali la pausa caffè sta diventando sempre più un momento instagrammabile. Un consumo trainato dalle mode diffuse dai social – Tik Tok sopra tutti – che può diventare, agli occhi esperti di HostMilano, un’interessante opportunità di mercato.
Probabilmente è iniziato tutto con il Dalgona coffee, una ricetta nata in Corea durante la pandemia che consiste in una schiuma montata e densa di caffè istantaneo e zucchero posizionata sopra al latte. Da lì il caffè ha conquistato TikTok, il social dei Gen Z, i teenager di oggi. Sono seguiti il Proffee – unione di caffè e bevanda proteica – e tutta una schiera di drink che hanno la base di caffè ma puntano spesso più sull’estetica che sulla sostanza, mixandolo con latti vegetali e non, ghiaccio, sciroppi e altre bevande.
L’ultimo sondaggio National Coffee Drinking Trends della NCA (la National Coffee Association statunitense) evidenzia come il 46% dei giovani americani tra i 18 e i 24 anni beve caffè regolarmente, mettendo in luce la crescente popolarità del caffè freddo, ghiacciato e congelato specie in questa fascia di consumatori. Anche da un sondaggio dell’Università di Foggia del 2020, è emerso che il 76% dei giovani ha l’abitudine di bere bevande alla caffeina ogni giorno. Nove su dieci la assumono attraverso il caffè, il 34,3% con i soft drink (tè freddo e cola) e il 3,4% con gli energy drink.
IL CAFFÈ DEL FUTURO: DA HOSTMILANO IMPORTANTI SEGNALI DI CAMBIAMENTO
Lo si è riscontrato durante l’ultima edizione di HostMilano, dove gli espositori hanno presentato attraverso i prodotti le loro politiche di innovazione: dalle macchine agli imballaggi, dalle capsule alla produzione, sempre più aziende puntano sulla sostenibilità ambientale. Consumare meno, consumare meglio, ridurre l’impatto sull’ambiente. È questo l’obiettivo di molte realtà che operano nel settore, come il Gruppo Cimbali che proprio a HostMilano 2021 ha presentato il Manifesto della Sostenibilità che riassume le principali iniziative che il Gruppo sta portando avanti: dalla salute e sicurezza dei lavoratori e lavoratrici all’impegno per diversità e inclusione, dall’utilizzo di materiali riciclabili all’applicazione di tecnologie per il risparmio energetico all’efficientamento dei processi produttivi, fino alla collaborazione con altre realtà per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
Sul fronte innovazione Cimbali ha inaugurato una nuova era di macchine per caffè espresso che rivoluzionano il modo di preparare la bevanda più diffusa al mondo, al bar ma anche nei contesti commerciali in cui il caffè non è il core business. Per Caffè di Goglio il 2022 vedrà il consolidarsi delle tendenze già emerse negli ultimi anni nel mondo dell’imballaggio per il confezionamento del caffè: riciclabilità e compostabilità. Le scadenze dettate dalle Direttive Europee e l’attenzione verso l’economia circolare hanno portato alla richiesta di materiali idonei a essere riciclati, in particolare mono-materiali, accelerando lo studio sia nei laminati sia nella progettazione delle linee di confezionamento per far sì che queste siano adatte a gestire materiali di nuova generazione. Goglio propone al mercato nuovi materiali mono- polietilene e mono-polipropilene che permettono di confezionare il caffè in imballi “pronti per il riciclo”.
+ info: www.host.fieramilano.it