BIRRA FORST
Anche questa birreria si preoccupa di eliminare alcuni concorrenti che operano nelle vicinanze. Negli anni 30 vengono assorbite la Birreria Blumau di Vilpiano che poi verrà ceduta alla Wuhrer e la Birra Maffei di Rovereto. A proposito di quest’ultima va segnalato un prezioso scritto di Gaspare Baldassarre Maffei – nipote del fondatore Gaspare Maffei – che racconta la storia della birreria fino alla sua ingloriosa fine nel 1930 quando viene rilevata dalla Forst. Caratteristica, unica in Italia, di questa birreria è di essere giunta proprio quest’anno (2007) a festeggiare 150 anni di storia guidata sempre con crescente successo da un’unica dinastia, la Famiglia Fuchs.
Nel 1863 Josef Fuchs rileva a Merano una birreria nata nel 1857. Nel 1892 subentra il figlio Hans che la regge fino alla sua morte avvenuta nel 1917. Le redini dell’azienda passano alla moglie Signora Fanny che guida l’azienda fino al 1933 quando subentra il figlio Luis Fuchs che in 56 anni di indefessa opera porta l’azienda a grandi risultati. Alla sua morte avvenuta nel 1989 subentra la moglie Margarethe Fuchs, attuale Presidente, che conduce l’azienda con grande competenza non facendo certo rimpiangere i suoi predecessori. Il motto di questa birreria è sempre stato “qualità e rispetto della natura perché la birra è natura”. Ciò appare molto chiaro a coloro che visitano la fabbrica. Un gioiello di architettura inserito perfettamente nell’ambiente. L’ultimo slogan pubblicitario, a conferma di questa vocazione, recita “Forst birra allo stato puro”. La produzione attuale è di circa 700.000 ettolitri annui. La Forst è anche proprietaria della Birreria Menabrea di Biella. In questo caso, con molta lungimiranza, si è deciso di lasciare che questa piccola birreria operasse con la massima autonomia. Decisione che è stata premiata dai grandi riconoscimenti da essa raccolti in tutto il mondo.
BIRRA MORETTI
Gli anni 40 iniziano con una storia molto curiosa e singolare. E’ il 1942 e la birra Moretti viene già bevuta in tutto il Friuli da oltre 80 anni, quando il comm. Lao Menazzi Moretti vede il suo “baffone” seduto ad un tavolino della trattoria Boschetti di Trigesimo. Era il bevitore di birra che cercava, un personaggio genuino, autentico. Il comm. Moretti non se lo lascia scappare, lo avvicina e gli chiede il permesso di fotografarlo e cosa chiedeva in cambio. Si racconta che l’uomo rispose “Cal mi dedi di bevi, a mi baste” che tradotto significa “mi dia da bere a me basta”. Vennero scattate le foto e dopo la guerra furono consegnate al noto cartellonista dell’epoca prof. Segala che ne ricavò un cartellone pubblicitario. Il personaggio, che certamente tutti conoscono, è oggi più che mai utilizzato per reclamizzare la birra Moretti. In televisione, grazie alla nuova tecnologia informatica , lo si può osservare in versione animata.
Nel 1968 viene costruito un nuovo stabilimento a Popoli in Abruzzo che successivamente verrà ceduto alla Dreher. Nel 1992 chiude lo storico stabilimento di Udine e la produzione viene spostata nella nuova fabbrica di S. Giorgio a Nogaro sempre in provincia di Udine. Negli anni ottanta la Moretti è presente con una fabbrica anche a Balvano in provincia di Potenza. Nel 1999 questa viene ceduta alla Società Tarricone s.pa. che nel 2006 ha prodotto 230.000 ettolitri proponendosi così come una nuova importante realtà nel mondo birrario italiano. Il suo prodotto principe è la birra Morena. Ultimamente ha lanciato sul mercato un prodotto innovativo; la Drive beer. Una birra di puro malto dal gusto pieno e corposo ma a gradazione alcolica molto bassa.
Nel 1994 subentra nel capitale sociale il gruppo canadese John Labatt e successivamente, nel 1998, l’azienda viene assorbita dal Gruppo Heineken. L’Antitrust contesta al Gruppo Heineken di avere una posizione predominante sul mercato nazionale e perciò il nuovo stabilimento di S. Giorgio a Nogaro deve essere ceduto. Lo rileva un gruppo di imprenditori che lo gestisce con la denominazione “Castello di Udine s.p.a.”. La Castello, che produce 600/700.000 ettolitri l’anno, a partire dal 2004 incontra alcune difficoltà che la portano a dichiarare esuberi di personale. Ciononostante a marzo del 2006 interviene a salvare la birreria Pedavena che la Heineken aveva chiuso nel mese di luglio 2005.
BIRRA DREHER
Per parecchi anni questa birreria risente delle grande crisi economica del 1929 al punto che la produzione passa dai 118.000 ettolitri del 1928 ai 53.000 del 1933. Il 1936 vede però una svolta grazie anche all’acquisizione di un nuovo mercato nell’Africa Orientale. Nel 1940 si raggiunge così il record storico di 178.000 ettolitri. Questa birreria risentirà però ancora di più, a causa della sua posizione geografia, della Seconda Guerra Mondiale. La produzione torna a scendere a soli 49.000 ettolitri. La situazione di crisi dura fino alla restituzione di Trieste all’Italia. Ancora una volta la ripresa è veloce al punto che nella gestione 60/61 vengono prodotti 282.000 ettolitri che diventano 330.000 l’anno successivo e addirittura 380.000 nel 1964.
Gli anni 60 vedono anche una completa ristrutturazione della fabbrica che non interessa solo gli impianti di produzione ma anche i piazzali di caricamento, i magazzini per la preparazione e lo smistamento delle spedizioni, il parco trasporti. Nel 1965, dopo che la Dreher è entrata a far parte del Gruppo Lucani (Birra Pedavena) nasce il nuovo stabilimento di Massafra in provincia di Taranto che si sviluppa su un’area di 200.000 mq. di cui 30.000 coperti con un potenziale di 300.000 ettolitri annui. Nel 1974 la Dreher passa, con tutte le fabbriche del Gruppo Lucani, sotto il controllo del Gruppo Heineken che nel 1978 decide di chiudere la storica fabbrica di Trieste. Al suo posto viene eretto uno dei tanti monumenti tipici del nostro nuovo modo di vivere; un Centro Commerciale.