Documento Gruppo Sanpellegrino/Althesys
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In undici anni la raccolta-riciclo delle bottiglie delle acque minerali ha dato all’Italia benefici per 1,2 miliardi di Euro, 42 discariche e 3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 evitate. Tutto questo ha portato ricadute importanti per il Paese anche in termini di indotto e occupazione, aprendo prospettive di ulteriore crescita. E’ questo il quadro che emerge dallo studio che il Gruppo Sanpellegrino ha commissionato ad Althesys.
Riferimento temporale: Giugno 2011
Dal 2000 al 2010 l’adozione di politiche di riciclo degli imballaggi in plastica ha portato all’Italia benefici complessivi – economici, sociali e ambientali – stimati in 2,7 miliardi di Euro; 1,2 miliardi di Euro per il settore PET Acque Minerali e 232 milioni di Euro nel caso del Gruppo Sanpellegrino. Sono questi i risultati emersi dal più ampio studio che Sanpellegrino, la più grande realtà nel campo beverage in Italia e principale produttore di acque minerali, ha commissionato ad Althesys e presentati quest’oggi nell’ambito di una tavola rotonda che ha visto confrontarsi i massimi esperti sul tema: oltre a Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato del Gruppo Sanpellegrino, Giuseppe Rossi presidente di Corepla, Daniele Fortini presidente di Federambiente, Piero Pacchioli segretario nazionale di Movimento Consumatori, Alessandro Marangoni amministratore delegato di Althesys e Francois Briois, Packaging Materials & Sustainability Group Leader Nestlè Waters R&D Center.
Il progetto, promosso da Sanpellegrino, si pone l’obiettivo di valutare gli effetti di politiche di raccolta-riciclo degli imballaggi in plastica ed, in particolare, di quelli del PET per le acque minerali da un punto di vista economico, ambientale e sociale. L’analisi è stata effettuata in un’ottica di sistema che considera sia la collettività che l’ambiente, tramite la metodologia dell’analisi costi e benefici. La metodologia: lo strumento adottato per la valutazione delle politiche di riciclo del packaging è la cost-benefit analysis. Questo approccio permette di stimare le ricadute del riciclo degli imballaggi in termini economici, ambientali e sociali. Si fonda su un sistema multistakeholder in un’ottica di corporate social responsibility abbracciando sia gli aspetti tangibili che intangibili. Lo studio valuta:
• i profili economici, cioè i benefici (o mancati costi) e i costi (o mancati benefici) dovuti alle politiche di riciclo e sostenibilità,
• gli effetti ambientali, mediante una valutazione monetaria dei loro benefici e costi,
• le ricadute sociali, attraverso una stima monetaria dei benefici e dei costi sociali.
Negli ultimi undici anni (2000-2010) la raccolta e il riciclo di IMBALLAGGI IN PLASTICA ha comportato un costo (o mancato beneficio) pari a 1,9 miliardi di Euro e benefici incrementali pari a 4,6 miliardi di Euro; le voci di costo sono legate ai maggiori oneri necessari per organizzare la raccolta differenziata e la selezione, i benefici derivano, invece, dal minor ricorso a materie prime, dalla riduzione della produzione e quindi lo smaltimento dei rifiuti – 117 discariche evitate – e dalle attività economiche indotte. Quindi, grazie alla raccolta-riciclo degli imballaggi in plastica si sono evitate 8,2 milioni di tonnellate di emissioni di CO2; si sono risparmiati 418,5 milioni di Euro di costi di smaltimento rifiuti; si sono recuperati materiali per un valore di circa 493,7 milioni di Euro. Inoltre, la raccolta-riciclo degli imballaggi porta al Paese importanti ricadute economiche e industriali: l’avvio del sistema Conai e Corepla ha fatto nascere appositi impianti (Centri di Selezione e Stoccaggio) e crescere nuove imprese dedicate al riciclo, generando indotto e occupazione.
NELL’INDUSTRIA DELLE ACQUE MINERALI le politiche di sostenibilità e riciclo del packaging rivestono un ruolo centrale. Gli imballaggi sono costituiti prevalentemente da bottiglie in PET che da molti anni sono oggetto di raccolta e riciclo. Dal 2000 al 2010 il riciclo del packaging delle acque minerali in Italia ha portato benefici al Paese per 1,2 miliardi di Euro che significa 42 discariche evitate, 3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 evitate e risparmi di materie prime.
La raccolta differenziata e il riciclo del packaging delle acque minerali producono anche significative ricadute economiche, contribuendo a far nascere o a far crescere una molteplicità di attività industriali e di servizi che danno concretezza al concetto di green economy. L’indotto è costituito principalmente da:
• servizi di raccolta differenziata: l’avvio del sistema Conai e della raccolta differenziata hanno portato attività e occupazione (677,3 ml di Euro)
• attività logistiche: la raccolta differenziata, rispetto a quella indifferenziata, implica un sistema assai più articolato e complesso, con un aumento dei mezzi e delle percorrenze necessarie per i trasporti. La voce è valorizzata al costo ufficiale del trasporto merci, Ministero dei Trasporti (346 ml di Euro)
• processi di selezione e riciclo: che hanno favorito la nascita e lo sviluppo di aziende specializzate, un tessuto di piccole e medie imprese. Questo indotto è stimato in funzione dei costi per la selezione e l’avvio del riciclo (424 ml di Euro)
Non mancano, infine, benefici da prevenzione per un valore pari a 23 ml di Euro: la riduzione all’origine degli imballaggi implica minori volumi di rifiuti e mancati costi di raccolta, selezione e smaltimento, meno trasporti e minori emissioni di CO2.
In questo contesto IL GRUPPO SANPELLEGRINO, uno dei principali attori nel settore delle acque minerali, in undici anni di raccolta-riciclo delle bottiglie prodotte dal Gruppo ha contribuito a portare al Paese benefici complessivi per 232 milioni di Euro. Le principali voci che hanno contribuito a questo bilancio sono quelle ambientali e dell’indotto. Sotto il profilo ambientale, il riciclo delle bottiglie di PET del Gruppo ha permesso di evitare l’emissione di circa 559.000 tonnellate di CO2. Il volume degli imballaggi riciclati è pari a 204.863 tonnellate, che corrisponde a 8 discariche evitate. La raccolta differenziata ha poi permesso di recuperare materie prime seconde da riciclare per un valore stimato in oltre 35 milioni di Euro. Un contributo importante arriva anche dalle politiche di prevenzione, cioè dalla riduzione del peso degli imballaggi.
In termini di indotto, il contributo è da ascrivere sia alle attività di raccolta differenziata delle bottiglie in PET sia alle successive fasi di selezione e avvio al riciclo. Nel complesso si è sviluppato un indotto, nuove attività economiche e occupazione, per circa 152,8 milioni di Euro, al netto dei relativi costi. Infatti, la raccolta differenziata, la selezione e il riciclo delle bottiglie di PET contribuiscono, come si è visto, a creare ricchezza per il Paese. Ciò sia perché queste attività richiedono nuovi processi, aziende e occupazione, sia perché i materiali recuperati hanno un significativo valore, tanto da essere ormai trattati sui mercati globali delle commodities.
“L’attenzione agli imballaggi è cruciale nelle strategie di sostenibilità dei beni di largo consumo, in particolare nel settore delle acque minerali dove sono parte integrante del prodotto e non un semplice accessorio” – afferma Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato Gruppo Sanpellegrino – “Le strategie per imballaggi si muovono lungo 3 direttrici che vedono la riduzione a monte, il riciclo e la ricerca di nuovi materiali. Soluzioni come il ciclo bottle-to-bottle, che porta all’utlizzo di R-Pet (pet riciclato) per la produzione di nuove bottiglie, siamo certi aiuteranno a far percepire al consumatore il valore del riciclo. Spetta a noi come market leader in Italia, dare un impulso a questi processi: siamo consapevoli che tutto questo non rappresenta un punto d’arrivo, ma una tappa verso la costruzione di un’impresa sempre più aperta alla sensibilità sociale per favorire competitività, garantire sviluppo economico e promuovere l’innovazione”.
Il Gruppo Sanpellegrino sviluppa politiche ambientali proattive con numerose azioni volte a ridurre l’impatto delle sue attività sull’ambiente. In particolare, nel settore acque minerali il Gruppo ha adottato politiche di lightweighting che in undici anni hanno ridotto il consumo di PET di circa il 16%, pari a 9.000 tonnellate. Nel settore beverage, che comprende sia le acque minerali che i soft drinks, dal 2007 al 2010 Sanpellegrino ha raggiunto alcuni importanti risultati, come ridurre il consumo degli imballaggi primari e secondari (-5,7%), i consumi idrici (-25%), la produzione di rifiuti (-9%), le emissioni di ossido di zolfo (-11%).
“Le nostre analisi, unendo la prospettiva aziendale con quella di sistema, hanno valutato congiuntamente i profili ambientali, economici e sociali. In undici anni la raccolta-riciclo delle bottiglie delle acque minerali ha dato all’Italia benefici per 1,2 miliardi di euro. Questo è il frutto di una molteplicità di elementi: le strategie delle imprese, l’azione del compliance scheme, l’innovazione tecnologica. Tutto ciò ha portato ricadute importanti per il Paese, indotto e occupazione, e apre prospettive di ulteriore crescita. In conclusione, un concreto esempio di strategie ambientali win-win grazie al gioco di squadra tra imprese e sistema-Paese” – conclude Alessandro Marangoni, presidente di Althesys.
Jean- Francois Briois – Nestlé Waters R&D Center
“Il PET oggi è il miglior materiale per confezionare l’acqua minerale: ne garantisce una buona protezione, ha un’eccellente proprietà barriera che evita la contaminazione dall’esterno all’interno della bottiglia; presenta anche delle buone proprietà meccaniche e permette di conseguire processi di alleggerimento, il “lightweighting”. Il PET è sostenibile anche in termini di riciclo e molte tecnologie ne permettono un suo riutilizzo sicuro su scala industriale. Per aumentare la raccolta e il riciclo, Nestlè Waters sta attivando il processo bottle–to-bottle in molti mercati: questo sistema ha l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori e incentivare l’industria e le comunità a realizzare una vera e propria supply chain per il PET post consumo.
Oggi le plastiche sono prodotte dal carbone fossile. Tecnicamente è già possibile produrre plastica da risorse rinnovabili come piante e alghe. Il nostro centro di Ricerca & Sviluppo di Nestlè Waters sta lavorando a livello globale e con scienziati da tutto il mondo per sviluppare, testare e valutare queste tecnologie e materiali. Crediamo fortemente che le bioplastiche possano avere un grande futuro come materiali per il packaging. Attualmente siamo solo all’inizio della nuova era delle bioplastiche: siamo alla prima generazione, ovvero i materiali plastici derivanti dalla coltura di alimenti come il mais. Dal nostro punto di vista questi materiali non possono garantire gli stessi standard di qualità del PET e quindi non risultano idonei ad una diffusione su larga scala per la produzione di bottiglie. In particolare, la nostra ricerca ha verificato che questi materiali:
• risultano instabili alle alte temperature,
• non compatibili dal punto di vista del bilancio idrico mondiale infatti per la loro produzione è necessario sostenere l’intero ciclo di coltivazione per la produzione del mais con conseguenze in termini di consumo delle risorse idriche e sottrazione di questa risorsa all’uso alimentare
• rendono più difficoltoso il riciclo del PET: i due materiali non sono riciclabili con lo stesso procedimento, perciò andrebbero raccolti in modo differenziato.
La ricerca deve quindi lavorare ancora per ottenere nuovi materiali che realmente si adattino ai bisogni del packaging per le bottiglie di acqua minerale e possano essere utilizzati su larga scala.
Stiamo così analizzando e testando la generazione due, ovvero quella dei materiali plastici come il PET sintetizzati però da risorse rinnovabili. Questi materiali, che risultano chimicamente uguali al PET derivante dal petrolio, presentano anche le sue stesse proprietà e assicurano le stesse performance in termini di qualità, protezione dell’acqua e riciclabilità.”
Giuseppe Rossi – Presidente Corepla
“COREPLA guarda con particolare interesse allo sviluppo di nuove applicazioni per le plastiche riciclate derivanti dalla raccolta differenziata, in quanto la molteplicità degli sbocchi costituisce un importante elemento per garantire la continuità del sistema anche in occasione di contingenze di mercato sfavorevoli come quella del 2009. Inoltre, l’abbinamento delle plastiche riciclate a brand prestigiosi e conosciuti rende giustizia alle straordinarie caratteristiche della plastica, materiale di grandi prestazioni e di grandi opportunità anche nella sua “seconda vita””
La parola agli esperti:
Daniele Fortini – Presidente Federambiente
“Il recupero della plastica utilizzata per l’imbottigliamento delle acque minerali costituisce una delle condizioni fondamentali per consentire la tutela dell’ambiente e spesso anche il decoro del nostro vivere civile. Spingere la ricerca sui materiali biodegradabili, indurre politiche di restituzione degli imballaggi usati e, infine consegnare al riciclo la plastica effettivamente riutilizzabile è dunque, se pur impegnativo, doverosa azione di responsabilità sociale che impegna tutti gli operatori del settore. Federambiente e le sue aziende associate, su questa frontiera è impegnata da tempo.”
Piero Pacchioli – Segretario Nazionale Movimento Consumatori
“Negli ultimi anni è aumentata esponenzialmente l’attenzione dei consumatori sulle tematiche legate al riciclo e in particolare la sensibilità verso la sostenibilità del packaging. Un circuito “virtuoso” sostenibile in questo campo è quindi essenziale e deve rappresentare una priorità sia per i consumatori sia per le imprese. Il Movimento Consumatori è da tempo impegnato e favorevole all’attuazione di politiche condivise che hanno come scopo fondamentale il riciclo, un prezioso strumento che concorre alla salvaguardia dell’ambiente e determina importanti ricadute positive anche per l’economia.”