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Si va delineando con più precisione il profilo della campagna olearia 2015/16. Un quadro più vicino alle reali potenzialità del settore emergono dall’indagine realizzata, sull’intero territorio nazionale, da Unaprol e dal Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (CNO). Il monitoraggio ha riguardato tutta la produzione olivicola italiana, potendo i due consorzi contare, sulla più grande rete di osservatori a livello nazionale.

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La rilevazione è stata condotta nella prima settimana di ottobre. Al termine della campagna, a consuntivo, si potranno valutare eventuali ripercussioni sulle quantità prodotte imputabili a fenomeni climatici intervenuti successivamente al periodo di rilevazione. Di seguito una valutazione complessiva sull’andamento della campagna effettuata dagli esperti di Cno ed Unaprol ed a seguire il dettaglio regionale.

Andamento della campagna 2015-2016 -Dopo un 2014 da dimenticare, buone le attese per la nuova produzione di olio di oliva sia in termini qualitativi che qualitativi. A determinare tali previsioni, nel complesso positive, una stagione caratterizzata da condizioni climatiche prevalentemente favorevoli e dalla sostanziale assenza di problemi fitosanitari rilevanti. Il pericolo mosca è stato scongiurato soprattutto grazie alle alte temperature che si sono registrate nei mesi estivi, il cui protrarsi, però, unitamente alla prolungata assenza di precipitazioni, ha ostacolato in alcune zone il normale sviluppo vegetativo degli oliveti, impedendone la piena carica produttiva. Questo ha fatto sì che, pur essendo le previsioni di produzione in netto rialzo rispetto alla annata precedente, si presagisca una raccolta comunque inferiore a quella ancora precedente del 2013-2014.

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Dalle indagini svolte sul territorio la fase della fioritura relativa alla campagna 2015-2016 è stata giudicata generalmente buona, se non ottima particolarmente nelle aree tradizionalmente soggette ad alternanza per motivazioni legate tanto alle cultivar dominanti, quanto alle modalità di conduzione degli oliveti. A ciò va aggiunta l’assenza di significativi fenomeni climatici che abbiano impattato negativamente in questa fase fenologica. In dettaglio nelle aree interne della Campania e dell’Abruzzo sono stai segnalati casi di fioriture non ottimali sulle quali un impatto rilevante sembra essere stato determinato dall’occhio di pavone che, durante l’inverno precedente, ha causato una forte defogliazione e, dunque, scarsa vegetazione con conseguente limitata presenza di gemme.

Anche l’allegagione è risultata buona nella maggior parte delle aree osservate: in linea generale anche in questa fase, infatti, le condizioni climatiche sono state favorevoli e hanno determinato la trasformazione di un’alta percentuale di fiori in frutti. Localmente condizioni climatiche particolari come elevate temperature ed eccessi di umidità e le caratteristiche varietali hanno comportato una percentuale di allegazione al di sotto delle aspettative. Nella fattispecie sono stati segnalati il Moraiolo nei comprensori del grossetano e del perugino e la Ravece nella provincia di Avellino. In questi areali le condizioni climatiche sono state poco favorevoli anche nella fase di fruttificazione influenzata particolarmente dalla siccità e dalle alte temperature del periodo estivo. Particolarmente penalizzato l’areale di Avellino dove si sono verificate anche delle grandinate. Ad eccezione dunque di condizioni localmente sfavorevoli la fruttificazione, in pressoché tutti gli areali interessati dal monitoraggio, è stata giudicata da discreta a buona. L’andamento climatico ha comportato un anticipo della maturazione dei frutti di circa due settimane in alcuni areali quali il grossetano, la provincia di Catanzaro, la fascia ionica del cosentino, le province di Taranto e Catania.

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Il monitoraggio della mosca olearia ha evidenziato percentuali di infestazioni largamente al di sotto delle soglie di intervento facendo presagire nella gran parte degli areali oggetto di rilevazione un ottimo livello qualitativo. Con queste premesse, tanto in termini quantitativi quanto qualitativi, si registra il segno positivo in tutte le regioni olivicole con una sola eccezione: si tratta della Sardegna, particolarmente delle province di Cagliari ed Oristano dove rispettivamente la scarsa allegagione prima e le fortissime grandinate e l’alternanza di produzione poi, hanno causato una notevole diminuzione della produzione. È opportuno precisare che, nel panorama negativo delle produzioni della precedente campagna, la Sardegna aveva fatto registrare eccezionalmente una crescita produttiva. A fronte di una elevata produzione di olive è importante rilevare come, almeno nelle prime fasi di questa campagna, si stiano riscontrando delle rese in olio inferiori di 2–3 punti percentuale rispetto ai valori medi.

Previsioni di produzione olio vergine di oliva 2015-2016 – Nella seguente tabella sono riportate per ciascuna regione le variazioni percentuali stimate della produzione rispetto alla precedente campagna 2014-2015.

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Dalla ponderazione delle stime delle diverse regioni si perviene a una crescita attesa media del 46% rispetto alla campagna 2014-2015, per un valore assoluto che si attesterebbe a circa 299 mila tonnellate. Il segno positivo registrato in tutte le regioni olivicole italiane, con l’eccezione della Sardegna, va dunque ridimensionato in termini di riflessi sul valore assoluto delle previsioni perché rapportato ad una campagna eccezionalmente negativa per l’olivicoltura italiana.
Ne consegue che, nella maggior parte dei casi, anche le più ottimistiche previsioni non riportano la produzione nazionale al livello ordinario. Rapportando le stime di produzione alle superfici produttive investite ad olivo, dati ISTAT, emergono rese medie di poco inferiori a 3 q/ha, con punte massime registrate in Puglia (5 q/ha) che si conferma la regione maggiormente produttiva.

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PREVISIONE DI PRODUZIONE OLIO VERGINE DI OLIVA 2015-2016: ANALISI REGIONALE

Questa la fotografia del dettaglio regionale:

Puglia – In provincia di Bari le previsioni si attestano da un minimo del +30% rispetto alla passata campagna fino a sfiorare e, in alcune zone dell’areale, a superare il +50%. Qualche difficoltà si è riscontrata a causa delle scarse precipitazioni in fase di fruttificazione che hanno impedito l’accrescimento delle drupe: gli appezzamenti condotti in irriguo, ovviamente, non hanno subito problemi in questo senso e lasciano presagire produzioni addirittura migliori.

Annata buona e senza grandi distinzioni per sottozone anche in provincia di Foggia dove condizioni climatiche decisamente più favorevoli rispetto all’anno passato, lasciano presagire una produzione che, in alcune zone (Cerignola) supererà anche del +50% i quantitativi della scorsa campagna. Nel Salento, nonostante i gravi problemi connessi alla xilella fastidiosa, le previsioni di produzione vanno da discrete nell’areale adriatico a più che buone nell’areale centrale. Decisamente più contenuto l’incremento produttivo atteso sulla fascia ionica (+10%). Per Taranto, in particolare, grazie alle condizioni climatiche favorevoli che hanno permesso nell’ordine fioritura, allegagione e fruttificazione ottime, si attende una produzione olivicola sicuramente superiore nelle quantità rispetto all’annata precedente.

Più contenute (+ 10/30%) le previsioni in provincia di Brindisi. Le osservazioni condotte nelle varie fasi agrofenologiche hanno fatto registrare situazioni produttive soddisfacenti e, al momento della rilevazione, in data ormai prossima alla raccolta, si confermano aspettative apprezzabili. Mediamente ponderando il peso produttivo delle diverse province sulla media regionale si perviene a una stima del +45%. Sotto il profilo qualitativo, le alte temperature estive hanno contribuito in maniera notevole al contenimento della popolazione della mosca olearia creando buoni presupposti per una produzione di qualità largamente sopra il livello medio di questo areale.

Sicilia – La rilevazione ha riguardato soprattutto la fasce costiere rilevando in tutte le province previsioni di produzione positive che si attestano intorno al +60% rispetto alla precedente campagna. D’altronde segnali in questo senso si sono avuti in tutte le fasi della produzione, dalla fioritura alla fruttificazione, per arrivare alla raccolta a cui proprio nei giorni della rilevazione è stato dato inizio. Le prime rese di olio per quintale di olive sembrano anch’esse buone nonostante l’elevato contenuto d’acqua delle drupe imputabili alle piogge.

Nei frantoi cominciano ad arrivare le prime olive raccolte che confermano l’ottimo stato sanitario del prodotto. Le previsioni, tuttavia, non sono uniformi su tutto il territorio della regione e neanche nell’ambito della stessa provincia. È il caso di Agrigento dove le aspettative sono molto buone (oltre il +50%) a Sciacca, Ribera, Caltabellotta, Burgio, Lucca, Villafranca, Menfi e Sambuca. Oltre il +50% rispetto allo scorso anno sintetizza le previsioni in provincia di Messina (con eccezione limitate a piccoli areali colpiti da grandine) e Trapani, nelle zone più vocate di Castelvetrano e comuni limitrofi. Invariato rispetto all’anno precedente, invece, il livello produttivo atteso nel siracusano per effetto di alte temperature e scarse precipitazioni.

Calabria – Positive, sebbene più prudenti (+41%), le stime della Calabria relativamente alle produzioni della campagna 2015-2016. In provincia di Cosenza (dove le stime lasciano presagire il +20/30% di raccolto rispetto allo scorso anno) la campagna olivicola in corso risulta decisamente migliore rispetto a quella precedente sia qualitativamente, sia quantitativamente. Le condizioni climatiche, qui come altrove, hanno scongiurato lo sviluppo di patogeni e parassiti; in particolare non si sono registrati attacchi di mosca olearia e lebbra che nella scorsa campagna olivicola avevano fortemente compromesso la produzione.

In provincia di Reggio Calabria la previsione attesa supera il +50% rispetto alla precedente campagna, ma non in maniera omogenea: nella Piana di Gioia Tauro a fronte di una fioritura ottima si è avuta, a causa delle alte temperature di fine maggio e inizio giugno, un’allegagione inferiore alle attese. Inoltre, molti eventi atmosferici di forte intensità, in particolar modo la grandine durante la stagione estiva, hanno parzialmente compromesso la campagna olearia che, rispetto allo scorso anno, risulta comunque superiore (+10/20%). A rendere poco entusiasmanti le previsioni di produzione, la presenza, in quest’ultimo periodo, di cascola imputabili agli attacchi primaverili della tignola. La qualità attesa nel complesso resta discreta. Nella provincia di Catanzaro, particolarmente nella piana del lametino, le aspettative sono più che positive attestandosi su un incremento medio previsto del +40% così come in provincia di Vibo Valentia. Nel crotonese, pur mantenendo il segno positivo, le attese sono inferiori attestandosi sul +10% circa.

Lazio – La produzione attesa nel Lazio è stimata in +40% rispetto alla campagna 2014-2015. Nella sabina romana e reatina si prevede una produzione superiore di oltre il 40% a quella dello scorso anno. La primavera con temperature medie piuttosto elevate e priva di piogge ha purtroppo contenuto l’allegagione. L’estate calda e siccitosa ha evitato gli attacchi di mosca olearia e nel mese di settembre, le olive tanto da tavola, quanto da olio, si presentavano esenti da attacchi fitopatologici. Si tratterà, dunque, di un prodotto sano a beneficio della qualità organolettica dell’olio che ne risulterà. Anche in provincia di Latina e Frosinone le previsioni raccontano di un’annata ottima sia qualitativamente che quantitativamente se paragonata a quella dello scorso anno (+50%). L’altro areale olivicolo rilevante laziale, il viterbese, conferma la crescita delle produzioni sebbene con una percentuale più contenuta (+25%) rispetto a quella stimata in sabina.

Campania – La produzione attesa in Campania è stimata in +60% rispetto alla campagna 2014-2015 pur non potendosi annoverare tra le migliori. Nel salernitano e nella penisola sorrentina l’annata si presenta abbondante e qualitativamente buona: a determinare questa situazione il clima asciutto nella fase di fioritura ed allegagione, la pioggia caduta durante la fase di preindurimento del nocciolo e le alte temperature durante la fase di accrescimento del frutto. Eccezionalmente ci sono stati casi di sofferenza idrica che, in alcune aziende, sono stati risolti con l’irrigazione di soccorso.

Non vi sono sostanziali differenze per quanto concerne le previsioni di produzione neanche tra le diverse zone dell’areale avellinese se non quelle determinate da episodi di grandine che localmente hanno compromesso la quantità di frutti sugli alberi. Nello stesso periodo le alte temperature hanno determinato in alcune località ulteriori perdite di prodotto per cascola, blocco della crescita dei frutti e loro raggrinzimento. Ciò nonostante le attese produttive sono del +50% rispetto alla precedente annata che era stata particolarmente penalizzante. A Benevento si attendeva, in base all’alternanza, una campagna di carica parzialmente compromessa da forti attacchi di occhio di pavone nella stagione invernale/ primaverile.

Toscana – Campagna di carica in tutta la Regione (+60%). L’andamento climatico, con buona piovosità primaverile, ha consentito un’intensa fioritura, parzialmente ridotta dalle elevate temperature registrate tra giugno e luglio.

Nel grossetano, nonostante le avverse condizioni climatiche che hanno condizionato l’allegagione di alcune varietà e le fasi di accrescimento delle drupe, le prospettive nelle diverse zone sono promettenti in senso sia quantitativo (+ 30/50% rispetto alla campagna precedente), sia qualitativo. Non si esclude che il perdurare della siccità possa far rivedere al ribasso le stime: si confida pertanto in un provvidenziale periodo di piovosità che lenisca gli effetti della siccità in alcune zone già evidenti. Nell’areale fiorentino la produzione attesa è superiore di oltre il 50% rispetto alla scorsa annata. Nelle restanti province, se si eccettuano alcune microaree sia dell’interno (Area Prato/Arezzo) che della costa (area Livorno/Massa Carrara), la fioritura è stata elevata e, a seguire, l’allegagione ha fatto registrare delle ottime percentuali. Le piogge che ad agosto e settembre hanno consentito una perfetta irrigazione naturale della pianta e l’assenza pressoché totale di attacchi parassitari hanno contribuito a determinare la buona qualità del prodotto.

Abruzzo – A Chieti, Pescara e Teramo si attende una produzione largamente superiore al +50% rispetto allo scorso anno. Diversa, invece la situazione a L’Aquila, dove le previsioni sono comunque positive: nella Valle di Roveto, la produzione è stimata in un +20/30% rispetto alla campagna precedente e nella Valle Peligna in un intervallo compreso tra il +30/50%. Unica eccezione in provincia di Teramo l’areale della Valle Vomano, dove l’allegagione e la fruttificazione hanno parzialmente deluso le aspettative rispetto alla fioritura. Va sottolineato infatti che, nonostante l’ottima fioritura, le condizioni metereologiche (troppa umidità durante il periodo dell’allegagione e forte siccità durante l’estate), hanno compromesso l’aspetto quantitativo; diversamente, sotto il profilo qualitativo, si prevede un’ottima raccolta grazie all’assenza di attacchi di mosca o di altri parassiti. In provincia di Pescara, invece, leggeri danni da mosca si sono registrati nelle zone costiere (fenomeno totalmente assente nelle zone interne).

Sardegna – Unica eccezione nel quadro positivo delle produzioni attese per questa campagna si ha in Sardegna (-20% rispetto allo scorso anno che non era stato particolarmente negativo). Si prevede infatti una campagna olearia con poca produzione in provincia di Cagliari (-20/30% rispetto allo scorso anno). Tale calo è dovuto alla scarsa allegagione anche se in primavera si era avuta una buona fioritura. Nella sottozona del Sarcidano (altopiano e sub-regione della Sardegna che si estende tra i territori del Campidano, della Marmilla e della Barbagia), si segnalano danni alla produzione (circa il 60%) causati dalle fortissime grandinate. Ancora più grave la situazione in provincia di Oristano dove si prevede una calo di produzione del -60%. Anche a Sassari si registra il segno negativo imputabile soprattutto all’attesa annata di scarica e a problemi rilevati in fase di fioritura e di allegagione. Durante la maturazione dei frutti la siccità ha compromesso ulteriormente la situazione. In provincia di Nuoro, invece, la produzione olearia si prospetta stabile in linea con le medie della zona.

Marche – La previsione di produzione nelle Marche si attesta al +60% rispetto allo scorso anno. La campagna in corso negli areali di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno si può definire molto buona anche se parzialmente condizionata dalle temperature troppo miti di gennaio e febbraio che hanno influito negativamente sull’induzione a fiore delle gemme. In alcune zone si sono avvertiti gli effetti della siccità, come lungo la costa della provincia di Ascoli Piceno. La qualità, al momento della rilevazione, è da considerarsi buona grazie alle alte temperature che hanno “bloccato” lo sviluppo di molte malattie fungine e rallentato la riproduzione della mosca olearia.

Liguria – La campagna olearia si presenta ottima sia qualitativamente che quantitativamente (+ 60% rispetto alla scorsa campagna). Dopo le piogge di inizio anno, si è avuto un periodo di scarse precipitazioni che ha favorito una buona allegagione. Le condizioni climatiche sono state poi assolutamente favorevoli: alte temperature e poche piogge che hanno agevolato la fruttificazione. Le piogge di fine agosto hanno invece evitato la siccità che avrebbe potuto compromettere la quantità. Si attende comunque una produzione inferiore a due anni fa (2013/2014), quando fu registrata un’annata eccezionale. Non si sono registrati attacchi di parassiti il che garantisce la qualità del prodotto.

Umbria – Per la campagna 2015/2016 si prevede nell’areale perugino una buona produzione stimata in un intervallo tra il +30/50% rispetto alla scorsa annata. Tale previsione può essere estesa all’intera regione, ma essa non riporta agli standard produttivi che l’Umbria è in grado di esprimere. In generale si è registrato un buon andamento climatico e la quasi totale assenza della mosca. Si segnalano tuttavia danni legati alla tignola e all’occhio di pavone (in particolare nelle zone del Lago Trasimeno e dei Colli Martani) e produzioni minime per la varietà Moraiolo. L’allegagione per questa cultivar è risultata molto scarsa a causa della sua sensibilità agli eccessi di precipitazioni ed umidità.

Lombardia– Le previsioni di produzione si attestano sul +60% rispetto alla precedente campagna che però non riportano ai livelli produttivi delle campagne precedenti a quella difficile del 2014-2015. Rispetto allo scorso anno nell’areale dell’Alto Garda Bresciano la fioritura è stata buona, così come l’allegagione. Nella stagione estiva le temperature elevate hanno ridotto sensibilmente gli attacchi della mosca, ripresi solo dalla seconda metà del mese di settembre, ma con poca virulenza.

 

Fonte: www.unaprol.it/

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