Tratto dallo studio di Assoenologi
“Vendemmia 2010: I Dati Definitivi dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani”www.assoenologi.it – info@assoenologi.it
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SOMMARIO: Il mese di settembre poteva essere migliore. Non si è avuto quell’exploit di belle giornate e di scarse precipitazioni che si auspicava – spiega il dottor Martelli, Direttore Generale di Assoenologi (cfr foto) – e pertanto la produzione 2010, ormai a bocce ferme, si presenta molto eterogenea sia qualitativamente che quantitativamente. I dati complessivi finali, infatti, non si scostano di molto da quelli delle nostre prime previsioni, che Assoenologi ha divulgato il 29 agosto. Il Veneto (8.180.000 ettolitri) si conferma, per il quarto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono 26.230.000 ettolitri, ossia quasi il 60% di tutto il vino italiano. La quantità della produzione 2010 – prosegue Martelli – si conferma a 45,5 milioni di ettolitri di vino e mosti, praticamente uguale a quella del 2009 (45.800.000), a fronte della media quinquennale (2005/2009) di 46.952.000 di ettolitri.
LA VENDEMMIA 2010 IN SINTESI
LA PRODUZIONE 2010
LA VENDEMMIA NELLE VARIE REGIONI
Riferimento temporale: ottobre 2010
LA VENDEMMIA 2010 IN SINTESI
L’Italia a fine agosto manifestava al Nord incrementi di produzione abbastanza omogenei che andavano da +5 a +10%. Nelle regioni centrali (Emilia Romagna e Toscana) e nelle due grandi isole si riscontrava invece un abbattimento che andava da -5 a -20%, mentre in quelle meridionali un incremento medio del 5% con punte del 10% in Puglia. In due mesi tutto è cambiato. Il Trentino Alto Adige diminuisce del 10%. Il Veneto da +5 passa agli stessi livelli del 2009. Il Friuli Venezia Giulia da +5 a -5%. Mentre l’Italia centrale rimane fedele ai rilievi di fine agosto, nelle regioni Meridionali la Puglia incrementa la produzione da +5 a +20%, per contro la Sicilia passa da -20 a -30%.
L’andamento climatico e meteorico dei mesi di settembre e di ottobre – aggiunge il direttore di Assoenologi – hanno influito anche sui livelli qualitativi non portando a quei miglioramenti tanto auspicati. Il mese di settembre non è decorso come nel 2008 e quindi non ha trasformato la produzione da più che buona in più che ottima con diverse punte di eccellente. Il sole è stato in quasi tutt’Italia avaro e le piogge in molte zone non hanno lasciato scampo. L’eterogeneità qualitativa rilevata da Assoenologi a fine agosto è oggi purtroppo confermata. Quindi, a bocce ferme, la situazione è di un’Italia vinicola a macchia di leopardo, ove in una stessa regione il buono si scontra con l’eccellente e l’ottimo con il mediocre. Complessivamente la qualità della produzione 2010 è buona con diverse punte di ottimo, ma con l’assenza di eccellenze.
Le vendite all’estero nel 2009, rispetto al 2008, – afferma Martelli – hanno fatto registrare un incremento del 6,2% nella quantità ma un decremento del 6,1% negli introiti. Un segnale contrastante che ha reso schizofrenici i mercati internazionali con una drastica diminuzione dei prezzi all’ingrosso. Fortunatamente i primi sette mesi (gennaio/luglio) del 2010 fanno registrare un incremento delle nostre vendite di vino all’estero del 6,9% in valore e del 4% in volume rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il che significa che i vini italiani, sia pure con cauto ottimismo, stanno tornando a volare. Nonostante ciò il mercato del vino all’ingrosso rimane stanco con prezzi (bassi) allineati sui livelli di quelli dello stesso periodo dello corso anno, ossia di oltre il 30% in meno rispetto al 2008.
Ricordando le tre precedenti annate. Prima di prendere in considerazione la vendemmia 2010 riteniamo utile ricordare le caratteristiche quantitative e qualitative delle tre precedenti campagne che sicuramente non sono state tra le più brillanti degli ultimi vent’anni.
…2007: la più anticipata degli ultimi 70 anni, la più scarsa degli ultimi 50. Il 2007 è stata una delle vendemmie più scarse degli ultimi 50 anni visto che si produssero solo 42,5 milioni di ettolitri a fronte di una media decennale che allora faceva registrare 51,4 milioni di ettolitri. Il 2007 sarà ricordato nel Nord d’Italia tra le annate più anticipate degli ultimi 70 anni: le operazioni di raccolta iniziarono addirittura nella prima settimana di agosto, 10/20 giorni prima rispetto alla media pluriennale. Il decremento produttivo ebbe le sue massime punte nel Sud d’Italia ed in particolare in Sicilia dove, in certe zone, l’abbattimento fu anche del 55% rispetto al 2006. L’andamento climatico bizzarro che caratterizzò tutto il ciclo vegetativo determinò una qualità buona ma senza punte di spicco.
…2008: salvata da uno straordinario mese di settembre. Nel 2008 si produssero 46,2 milioni di ettolitri di vino con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente che, come abbiamo visto, è stato però molto avaro. Le regioni del Centro Nord, ad eccetto della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna, furono caratterizzate dal segno meno, quelle del Centro Sud, ad eccezione del Lazio e della Sardegna, recuperarono notevolmente rispetto alla precedente produzione, tanto che la Sicilia fece registrare +35%. Le positive condizioni climatiche verificatesi in tutt’Italia nei mesi di settembre e di ottobre prolungarono il periodo di accumulo e di raccolta permettendo un forte recupero qualitativo al Centro Nord e in particolar modo per quei vini ottenuti da uve vendemmiate tardi. Il 2008 è valutato come un’annata assai eterogenea, comunque complessivamente buona con solo qualche punta di ottimo.
…2009: bizzarra, ricca di colpi di scena, annata più bagnata dal 1803. Il 2009 ha presentato caratteristiche ancora diverse dalle due precedenti annate a partire dalle precipitazioni autunno-invernali, considerate dal Cnr tra le più abbondanti dal 1803. Ad una primavera capricciosa e caratterizzata da capovolgimenti e colpi di scena è seguita un’estate iniziata all’insegna della pioggia e proseguita con temperature sensibilmente al di sopra della media stagionale. Nel 2009 si produssero 45,8 milioni di ettolitri di vino. L’Italia fu divisa longitudinalmente in due: la parte occidentale, quella tirrenica, manifestò infatti incrementi produttivi abbastanza omogenei (5/10%), per contro la parte orientale (adriatica) decrementi altrettanto omogenei (5/10%). A causa del bizzarro andamento climatico e meteorico, fatto di colpi scena, piogge, sole, alte e basse temperature, la qualità in tutt’Italia è stata piuttosto difforme.
LA PRODUZIONE 2010: I TEMPI DELLA RACCOLTA. ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’ANNATA
Le prime tre regioni a tagliare i grappoli sono state, tra il 16 e il 18 agosto, la Sicilia, la Lombardia con la Franciacorta e la Puglia. Per contro in Piemonte, Trentino, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Sardegna la vendemmia è iniziata nell’ultima decade di agosto. In buona parte del Veneto, in Alto Adige, in Friuli Venezia Giulia, e nelle Marche è iniziata nei primi giorni di settembre solo per le varietà precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon). Il pieno della raccolta in tutt’Italia è avvenuto nella terza decade di settembre. I conferimenti delle stragrande maggioranza delle uve si sono conclusi entro il 20 di ottobre, mentre gli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige e di Aglianico del Taurasi in Campania verranno staccati sino a metà novembre.
Quantità uguale al 2009. Come abbiamo detto in altra parte di questo dossier i livelli quantitativi della produzione 2010 sono in linea con quelli della campagna precedente L’elaborazione dei dati fa infatti ipotizzare che la produzione di uva 2010 oscilli tra i 60 e i 64 milioni di quintali che, applicando il coefficiente medio di trasformazione del 73%, danno circa 45,5 milioni di ettolitri. Per meglio focalizzare il livello di produzione 2010, riteniamo utile paragonarlo con le medie produttive degli ultimi anni che fanno registrare 48.296.000 di ettolitri per il decennio 2000/2009, 46.952.000 di ettolitri per il quinquennio 2005/2009 e 44.853.000 di ettolitri per il triennio 2007/2009. Va ricordato che in diverse regioni, in particolar modo del Sud d’Italia, la produzione risulta diminuita anche a causa delle estirpazioni volontarie e con premio comunitario, nonché dall’entrata in essere della “vendemmia verde” (che consiste nel rendere improduttivo il terreno per un anno), misure che hanno tolto dalla produzione migliaia e migliaia di ettari di vigneto.
Il ciclo vegetativo. L’inverno nel Centro-Nord d’Italia è stato caratterizzato da basse temperature e abbondanti nevicate che, in alcune zone come il Piemonte, sono state raccontate ma mai verificate negli ultimi decenni. Decisamente elevate le precipitazioni. In Romagna piogge così abbondanti non si verificavano da trentotto anni. Anche al Sud e nelle isole l’inverno è stato rigido, lungo e piovoso. Le basse temperature hanno determinato un ritardato risveglio della vite, agevolato da abbondanti precipitazioni, che hanno ricostituito, in particolar modo nell’Italia centro-meridionale, le riserve idriche e in settentrione garantito una quantità d’acqua di tutta considerazione che ha favorito un germogliamento lussureggiante, tanto che, in alcune regioni, i millimetri di pioggia sono stati quattro volte quelli caduti nel 2009.
Anche la fioritura è stata caratterizzata da temperature alte e basse e da abbondanti piogge in particolar modo nel Centro-Nord. Il mese di luglio si è distinto per umidità e temperature che nel Nord Italia hanno superato i 36°C e in Italia meridionale sono arrivate a toccare i 40°C (secondo il Cnr il mese di luglio 2010 è stato il sesto più caldo degli ultimi due secoli). In tutt’Italia l’invaiatura è stata ritardata dai 10 ai 15 giorni rispetto allo scorso anno, ma è risultata nella media pluriennale. Lo stesso dicasi per l’inizio della vendemmia. In diverse regioni si sono verificate diverse grandinate primaverili ed estive anche di forte intensità, che hanno però colpito zone produttive circoscritte, compromettendo solo poche centinaia di ettari su tutto il territorio nazionale. A un caldissimo luglio è seguito un agosto con sbalzi di temperatura anche di 10 gradi. Abbondanti, in particolar modo al Centro-Nord, le piogge che in certi casi hanno rischiato di “annegare” la produzione mentre le alte temperature del Sud hanno rischiato di “bruciarla”. I mesi di settembre e di ottobre non hanno poi garantito il sole sperato, alternando belle giornate con altre piovose, sia pur caratterizzate su quasi tutto il territorio nazionale da forti escursioni termiche. A causa del bizzarro andamento climatico e meteorico, fatto di colpi di scena, temporali, caldo torrido, basse e alte temperature, la qualità è alquanto eterogenea anche nell’ambito della stessa regione. Complessivamente è buona con diverse punte di ottimo ma senza apprezzabili eccellenze.
Gli italiani tagliano sul vino. Secondo Assoenologi i consumi interni di vino nel 2009 si sono attestati sui 43 litri pro-capite, contro i 45 del 2007. La tendenza è verso un ulteriore decremento, tanto che nel 2015 l’Assoenologi stima che il livello di consumo interno scenderà sotto la soglia dei 40 litri pro-capite con un calo di circa il 70% rispetto agli anni Settanta quando in Italia si consumavano poco meno di 120 litri a persona. In pratica dai due bicchieri pro-capite bevuti negli anni Settanta, siamo passati a solo mezzo bicchiere. Il mercato interno cala ma tornano a salire le esportazioni. Da qui l’importanza di guardare sempre di più all’estero, dove il vino italiano piace e le nostre bottiglie sia pure, tra alti e bassi, tengono sugli scaffali. Già oggi oltre il 30% della produzione viene esportata e non è da escludere che entro il 2015 supereremo il 40% in quantità. Il 2009 si è chiuso con un incremento delle vendite all’estero del 6,1% in quantità, ma con un decremento del 6,5% in valore. In pratica abbiamo esportato di più ma incassato di meno, ossia i nostri produttori hanno abbassato i prezzi pur di non perdere i mercati. Fortunatamente gli sforzi profusi sembra vengano ripagati. Infatti i primi sette mesi del 2010 (gennaio/luglio) fanno registrare un incremento delle nostre vendite all’estero del 4% in volume e del 6,9% in valore rispetto allo stesso periodo dello scorso, il che significa che i vini italiani , sia pure con cauto ottimismo, stanno tornando a volare.
PIEMONTE
Quantità: +10% rispetto vendemmia 2009
Il mese di settembre è stato caratterizzato da tempo stabile con poche piogge e con elevate escursioni termiche che hanno favorito la maturazione fenolica delle uve rosse e bloccato lo sviluppo della botrite. Oltre ad alcuni attacchi di Oidio, quest’anno, purtroppo, sono ricomparsi i sintomi di flavescenza dorata e di legno nero, che hanno colpito, oltre che il Barbera e lo Chardonnay, che risultano essere i vitigni più sensibili, anche il Nebbiolo e il Moscato se pur in forma minore. La vendemmia è iniziata con un ritardo di 10-15 giorni rispetto al 2009 ma in linea rispetto a un’annata normale. Alla fine di agosto si sono raccolti i primi grappoli di Chardonnay e Pinot Nero, basi per lo spumante Alta Langa. Nella prima decade di settembre si è continuato con le uve Brachetto e Moscato, seguite da Dolcetto, Freisa e Cortese.Complessivamente le uve hanno manifestato una buona sanità, con acini grossi e ottimo contenuto zuccherino, tranne nelle zone meno vocate dove si è notato una minore concentrazione. La vendemmia del Barbera è terminata nella prima decade di ottobre, mentre la raccolta dei Nebbioli è iniziata i primi giorni dello stesso mese ed è terminata verso il 20 di ottobre. Qualitativamente la produzione è più che buona. I primi riscontri in cantina evidenziano basi spumante con ottimo equilibrio acidità/zuccheri. La qualità è interessante per le Barbere superiori e per i “cru” dei Nebbioli da Barolo. Le scorte nelle cantine in generale sono superiori rispetto all’anno 2009. Gli eccessi riguardano il Barbera, mentre le carenze l’Asti. I prezzi sono sui livelli dello scorso anno. Quantitativamente si stima una produzione di circa 3.140.000 ettolitri, vale a dire poco più del 10% rispetto alla passata campagna, quando si produssero 2.858.000 ettolitri di vino.
LOMBARDIA
Quantità: +10% rispetto vendemmia 2009
Le condizioni di clima asciutto che si sono protratte fino alla prima decade di agosto, coadiuvate da una freschezza del terreno, hanno favorito una maturazione regolare. Per le uve a bacca bianca e per il Pinot nero la qualità è risultata più che buona in tutta la regione. La vendemmia in Franciacorta è iniziata il 16 agosto e in Oltrepò Pavese il 20 dello stesso mese. I nuovi vini risultano profumati, di buona qualità con punte di ottimo. I primi grappoli di Barbera in Oltrepò si sono staccati a partire dal 13 settembre per poi procedere con la Croatina e i Cabernet. Queste uve hanno fatto registrare insperati accumuli di zuccheri con acidità sostenute. Buono lo stato sanitario con qualche rara eccezione sui vigneti di Barbera più produttivi, che in zone fresche hanno manifestato attacchi di botrytis dopo le piogge dell’ultima settimana di settembre. Più basso della media l’accumulo dei polifenoli che ha comunque garantito colori nella norma, con buona intensità e tonalità. La vendemmia in Oltrepò Pavese e Franciacorta si è praticamente conclusa nella prima decade di ottobre. In Valtellina la raccolta delle uve da appassimento è iniziata il 25 di settembre e si è protratta fino a metà ottobre, mentre la vendemmia tradizionale è incominciata nella seconda settimana di ottobre, nelle zone “precoci” (Sassella e Inferno). I primi riscontri di cantina indicano una buona qualità. Quantitativamente in tutta la regione si registra un incremento del 10% rispetto alla scorsa annata. Il mercato è stazionario e non fa rilevare particolari rialzi se non per il Moscato in Oltrepò Pavese.
TRENTINO ALTO ADIGE
Quantità: -10% rispetto vendemmia 2009
Una vendemmia all’insegna del brutto tempo; a partire dalla metà di agosto si sono infatti registrati oltre 250 millimetri di pioggia. In Trentino il caldo umido di fine agosto è stato interrotto da alcune giornate di vento fresco e asciutto, consentendo di vendemmiare ottimamente le basi spumante. La situazione si è ripresentata critica alla fine della prima decade di settembre, in piena raccolta dello Chardonnay e Pinot grigio, quando due importanti perturbazioni si sono rapidamente succedute. Il proseguo della vendemmia è stato più articolato e comunque sempre all’insegna del cattivo tempo, con l’insorgenza di problemi di sanità delle uve che ha obbligato a un importante lavoro di selezione nel vigneto. Nei primi giorni di ottobre, con la raccolta del Cabernet Sauvignon e dell’Enantio in Vallagarina, si sono concluse le operazioni vendemmiali in Trentino, mentre in Alto Adige sono proseguite sino alla fine dello stesso mese con i conferimenti degli ultimi grappoli di Cabernet. In Trentino Alto Adige il 2010 si presenta come un’ottima annata per le varietà bianche raccolte prima dell’insorgere delle perturbazioni. Meno interessante rispetto alle previsioni si è rivelata la qualità delle uve a frutto rosso. In tutta la regione si registra mediamente un calo di circa il 10% rispetto al 2009; si prevede pertanto una produzione intorno a 1.130.000 ettolitri di vino. In Trentino non si registrano importanti volumi di giacenze, ma le quotazioni rimangono stazionarie e non sempre soddisfacenti. Soddisfazione invece in Alto Adige dove si prevede un lieve rialzo delle quotazione dei vini.
VENETO
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2009
In tutto il Veneto la seconda metà del mese di agosto è stata caratterizzata da giornate soleggiate e calde con notti fredde, condizioni che hanno consentito una buona maturazione delle uve mantenendone i profumi varietali e soprattutto il patrimonio acido. Il mese di settembre invece ha avuto un andamento bizzarro alternando giornate soleggiate e piovose che hanno creato qualche ostacolo alle operazioni vendemmiali che si sono concluse nella seconda metà di ottobre con la raccolta degli ultimi grappoli di Raboso nel trevigiano e di Garganega e Corvina in provincia di Verona. La gradazione zuccherina è risultata leggermente inferiore a quella dello scorso anno, come la resa uva/vino, buona invece la forza acida. Per quanto riguarda la quantità di vino prodotto nel Veneto Centro Orientale si stima sia complessivamente uguale a quella dello scorso anno con un incremento delle varietà a bacca bianca, Prosecco in particolare, e un decremento di quelle a bacca rossa, soprattutto nel Merlot dove si evidenzia una riduzione di circa il 25% dovuta a una minor resa e alla riconversione dei vigneti. Anche in provincia di Verona e di Vicenza la quantità si stima uguale a quella del 2009 con un leggero aumento nelle aree del Valpolicella e dell’Arcole. Dal punto di vista qualitativo si sono ottenuti dei vini bianchi interessanti con profumi varietali fruttati, freschi, eleganti e intensi. Per quanto riguarda i vini rossi il quadro analitico è buono e quindi ci sono i presupposti per ottenere dei vini di interessante fattura. Il mercato evidenzia una sostanziale stabilità dei prezzi in generale ad eccezione del Prosecco ove la corsa agli accaparramenti ha fatto aumentare i prezzi di oltre il 30% rispetto alle quotazioni dello stesso periodo dl 2009.
FRIULI VENEZIA GIULIA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2009
In Friuli Venezia Giulia il mese di agosto è stato caratterizzato da un abbassamento repentino delle temperature contribuendo a posticipare il ciclo di maturazione di 10-15 giorni rispetto al 2009. Le ottime escursioni termiche, di fine estate, hanno comunque favorito le varietà a bacca bianca in modo particolare Sauvignon, Friulano, Malvasia e Ribolla Gialla. La vendemmia è iniziata nei primi giorni di settembre per le uve base spumante ed è immediatamente proseguita con le altre uve da vino, mentre si è dovuto attendere la fine dello stesso mese per le uve Merlot e Cabernet. Le abbondanti piogge di metà settembre (180 mm) hanno creato dei problemi durante le fasi di raccolta ma, grazie al costante vento di Bora, si è formato uno straordinario microclima che ha asciugato molto bene l’uva e il terreno a ridosso della vegetazione. Sono stati dunque il vento e le basse temperature che hanno messo in carreggiata una vendemmia che, a un certo punto, sembrava compromessa. I quantitativi di uve bianche sono stati in linea con la scorsa annata e la resa uva/vino è risultata ottima. Molto equilibrato il corredo acido dei mosti, mentre si è riscontrata una leggera flessione del quantitativo zuccherino. Le uve a bacca rossa hanno maggiormente sofferto l’andamento climatico instabile registrando, in alcune zone, delle consi-stenti perdite di produzione.
La vendemmia, che quest’anno ha fatto registrare il record di brevità di svolgimento, si è conclusa i primi giorni di novembre con il conferimento degli ultimi grappoli di Cabernet Sauvignon e Schiopettino. Complessi-vamente la produzione è inferiore del 5% rispetto a quella del 2009. Le contrattazioni, assai poco vivaci, hanno interessato Pinot Grigio, Prosecco e Ribolla Gialla, con quotazioni in qualche caso in leggero rialzo.
EMILIA ROMAGNA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2009
L’inizio della raccolta in tutta la regione è stata ritardata mediamente di 10/13 giorni rispetto allo scorso anno. La vendemmia è iniziata il 23 agosto con la raccolta delle varietà precoci. E’ proseguita nella seconda settimana di settembre con l’Albana, mentre nella seconda quindicina dello stesso mese è stata la volta di Sangiovese e Trebbiano. I primi grappoli di Lambrusco in Emilia sono stati staccati il 3 settembre, mentre il pieno della vendemmia è avvenuto dopo la metà dello stesso mese con i conferimenti di Malvasia, Bonarda, Lambrusco di Sorbara e Salamino. In tutta la regione le operazioni di raccolta si sono concluse intorno al 20 di ottobre con la raccolta degli ultimi grappoli di Cabernet e Uva Longanesi in Romagna e di Lambrusco Grasparossa in Emilia.
Le frequenti e abbondanti piogge di fine agosto hanno ostacolato le operazioni vendemmiali. La sanità delle uve ha comunque tenuto, anche perché durante la raccolta si sono alternati giorni piovosi e belle giornate soleggiate con temperature notturne abbastanza basse. Queste condizioni, nella seconda parte della vendemmia, hanno favorito le uve in particolare quelle di Albana, Trebbiano, Chardonnay, Pignoletto, Sauvignon e Lambrusco che hanno prodotto vini eleganti, dotati di buona acidità e di un buon corredo aromatico. Relativamente alla quantità, in Romagna si prevede una produzione in diminuzione di quasi il 10% rispetto alla scorsa campagna a causa delle grandinate e degli espianti. Sostanzialmente invariata invece la produzione in Emilia.
Pochissime le contrattazioni con prezzi mediamente simili allo stesso periodo del 2009.
TOSCANA
Quantità: -10% rispetto vendemmia 2009
Dopo una primavera caratterizzata da pessime condizioni meteorologi-che protrattesi fino alla fine di giugno, le belle giornate di luglio hanno contribuito ad un parziale recupero del ritardo di 15 giorni fatto registra-re dalla fioritura e dall’allegagione. La raccolta delle uve precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) è iniziata il 27 agosto. Nella zona di produzione del Morellino di Scansano i grappoli sono stati staccati prima della metà di settembre. Lo stesso dicasi per le uve a bacca rossa a Bolgheri e per quelle a bacca bianca a San Gimignano. I conferimenti delle uve base della produzione del Chianti, Chianti Classico, Carmignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino sono avvenuti a fine settembre. Le operazioni di raccolta sono terminate intorno al 20 di ottobre con le ultime uve di Sangiovese e Cabernet nelle zone alte del Chianti Classico, del Nobile di Montepulciano e a Montalcino. La vendemmia 2010 è stata caratterizzata da giornate piovose e di bel tempo in quasi tutte le zone ad eccezione di quella del Brunello dove è prevalso il sole. Inizialmente le uve sono state raccolte molto sane, un po’ meno verso la fine della vendemmia dove i grappoli hanno manifestato acini con buccia poco spessa e fragile. Buona invece la resa uva/vino, che ha fatto registrare valori superiori dell’1-2% rispetto alle annate precedenti.
Complessivamente la qualità dei vini è buona in tutte le zone e per tutte le tipologie, con alcune punte di ottimo.
Quantitativamente si stima un decremento produttivo, rispetto allo scorso anno, di circa il 10%. Molta cautela per quanto riguarda il mercato, a causa delle elevate giacenze di vini delle annate precedenti.
MARCHE
Quantità: +5% rispetto vendemmia 2009
L’annata 2010 è stata caratterizzata per l’assenza di stress idrico e di alte temperature, molto importanti invece sono state le escursioni termiche, in particolare nel mese di luglio. Le operazioni vendemmiali nelle Marche hanno avuto inizio i primi giorni di settembre per le varietà precoci, seguite da Merlot e Pecorino, mentre il pieno della raccolta è avvenuto nella terza settimana di settembre quando si sono accavallati i conferimenti di Verdicchio, Sangiovese, Maceratino, Biancame, Cabernet e Passerina. Per le uve di Montepulciano, base della produzione della Docg Conero e della Doc Rosso Piceno, e per quelle di Verdicchio “passito” i conferimenti sono iniziati il 15 ottobre e sono proseguiti fino a fine mese. Durante la vendemmia la pioggia si è spesso intervallata con belle giornate causando qualche difficoltà nelle operazioni di raccolta. E’ stata un’annata in cui l’oidio, nella fase vegetativa e la botrite e marciume acido durante la maturazione, si sono manifestati in alcuni vigneti con una certa virulenza, obbligando molti viticoltori a severe sfogliature e ripetuti trattamenti. Le uve sono state conferite alle cantine con dieci giorni di ritardo rispetto la scorsa campagna. I grappoli manifestavano eterogeneità di maturazione e quindi con un calo di gradazione.
Quantitativamente si stima una produzione superiore del 5% rispetto al 2009, un valore che potrebbe essere stato anche superiore se non fossero intervenute le estirpazioni e le operazioni di vendemmia verde. Il mercato è statico ed evidenza gli stessi valori riscontrati nello stesso periodo dello scorso anno.
LAZIO
Quantità. +5% rispetto vendemmia 2009
Nel Lazio l’inizio della vendemmia è avvenuto dopo il 20 di agosto con la raccolta delle uve precoci (Chardonnay); nella prima decade di settembre è stata la volta di Pinot, Cabernet Sauvignon e Merlot, mentre per le varietà autoctone (Malvasia del Lazio, Malvasia di Candia, Trebbiano, Sangiovese) si è dovuto attendere la fine del mese. Le operazioni vendemmiali si sono chiuse verso il 20 di ottobre con i conferimenti delle uve bianche collinari e con gli ultimi grappoli di Cesanese e Montepulciano.
Dal punto di vista meteorologico, da metà settembre in poi si sono intensificate le piogge, alternate però con giornate che hanno fatto registrare temperature vicine ai 30°C. Ciò ha determinato numerose interruzioni nelle operazioni di raccolta facilitando nel contempo le alterazioni sotto il profilo sanitario e, in alcuni casi, un mancato completamento della maturazione tecnica delle uve. D’altro canto, le buone escursioni termiche hanno favorito la sintesi degli aromi per i vini bianchi e del colore per quelli rossi. I riscontri di cantina evidenziano vini bianchi particolarmente profumati, con una dotazione acida superiore alla media. Interessanti anche le caratteristiche dei vini rossi che presentano un colore molto intenso e vivo e una buona struttura. Anche in questi prodotti l’acidità, soprattutto quella malica, è sostenuta grazie anche alle forti escursioni termiche di fine settembre. Quantitativamente si prevede una produzione superiore del 5% rispetto a quella della scorsa annata.
Dopo anni di stagnazione della domanda, le contrattazioni evidenziano leggeri sintomi di ripresa in particolare per i vini della Doc Castelli Romani.
ABRUZZO
Quantità: +15% rispetto vendemmia 2009
In Abruzzo il clima, fino alla fine di maggio e di buona parte di giugno, è stato contrassegnato da basse temperature e molta pioggia. Ciò ha portato alcuni benefici sull’andamento vegeto-produttivo della vite, che è stato rigoglioso e abbondante, provocando, per contro, un ritardo delle fasi fenologiche. La difesa fitosanitaria, eseguita con accortezza e tempestività, ha garantito un’ottima qualità del prodotto. In alcune zone, le piogge di fine luglio unitamente a temperature medio-alte, hanno provocato qualche focolaio di peronospora e oidio. La vendemmia ha avuto inizio con un ritardo di circa 10/12 giorni rispetto allo scorso anno. Per le varietà precoci, in particolare Chardonnay e Pinot grigio, la raccolta è iniziata a fine agosto nelle zone costiere, mentre in quelle più interne e collinari all’inizio di settembre. La resa uva/vino rispetto alla campagna precedente è stata superiore di circa il 15%. Le uve bianche autoctone (Trebbiano, Malvasia, Passerina e Pecorino) sono state staccate dai tralci tra la seconda settimana e la fine di settembre. Per le varietà a bacca rossa, principalmente Sangiovese e Montepulciano, i conferimenti sono invece iniziati negli ultimi giorni di settembre e sono continuati per tutto il mese di ottobre. Nella maggior parte della regione si riscontra una più che buona qualità dei vini bianchi ed eccellenti si sono rivelati i livelli qualitativi ottenuti dal vitigno abruzzese più blasonato, il Montepulciano. Complessivamente si stima una produzione superiore del 15% rispetto a quella del 2009. Attualmente le contrattazioni dei vini sono scarse e spuntano prezzi molto simili a quelli della scorsa stagione.
CAMPANIA
Quantità: +5% rispetto vendemmia 2009
Le prime due decadi di giugno sono state caratterizzate da alte temperature e assenza di precipitazioni che, con l’abbondanza di acqua accumulata nei terreni nei mesi precedenti, hanno favorito lo sviluppo di una vegetazione molto rigogliosa, rallentata però dalle basse temperature di luglio. Il ciclo vegetativo ha segnato un ritardo di 8/10 giorni rispetto allo scorso anno, ma rientra nei tempi di un’annata normale. Le stime produttive indicano, in generale, in tutta la regione una crescita del 5% rispetto al 2009. La vendemmia è iniziata la terza decade di settembre con la raccolta nell’Agroaversano delle uve di Asprinio e di Fiano nel Cilento. Successivamente si è passati nel beneventano con la Falanghina, per continuare nell’avellinese, nella prima decade di ottobre, con il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo. Nei Campi Flegrei la raccolta del Piedirosso è iniziata nella terza decade di ottobre, mentre, come da prassi, l’ultima varietà ad essere vendemmiata sarà l’Aglianico di Taurasi nell’avellinese verso la seconda decade di novembre. I riscontri di cantina lasciano intravedere risultati interessanti. I nuovi vini presentano una forte caratterizzazione aromatica e acidità più elevate rispetto alla norma, con contenuto zuccherino medio più basso dello scorso anno di circa mezzo grado brix.
Il mercato ha evidenziato quotazioni pressoché stabili rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con alcuni lievi ribassi per le tipologie meno richieste.
PUGLIA
Quantità: +20% rispetto vendemmia 2009
Quantitativamente, dopo una prudente prima proiezione di fine agosto, oggi si stima un incremento di circa il 20% rispetto al 2009. Tutto ciò è frutto di un ottimo sviluppo vegetativo che avrebbe potuto dare risultati ancora più elevati se non fosse intervenuta l’adesione piuttosto importante alle estirpazioni con premio di circa 2.000 ettari di vigneto.
La vendemmia ha registrato un ritardo di una settimana rispetto allo scorso anno, ma nella norma rispetto alla media pluriennale. Infatti la raccolta delle uve precoci (Chardonnay, Pinot bianco, Sauvignon) è iniziata nella seconda settimana di agosto con qualità e sanità dei grappoli eccellenti e con un’ottima resa uva/vino. La raccolta delle uve autoctone Primitivo (area Manduria-Sava in provincia di Taranto) è iniziata nella prima settimana di settembre, mentre per Negroamaro (alto e basso Salento) tra la seconda e la terza settimana dello stesso mese. Per le uve autoctone della zona di Castel del Monte (Centro-Nord Puglia): Bombino bianco, Bombino nero, Pampanuto, Montepulciano, Aglianico e Nero di Troia, i conferimenti hanno avuto inizio dopo la prima decade di settembre per protrarsi sino a oltre la metà di ottobre. Anche per i vitigni autoctoni della Valle d’Itria (Verdeca, Bianco d’Alessano, Fiano), del Locorotondo Doc e Martina Franca Doc, così come per il Trebbiano, il Sangiovese, il Lambrusco della Capitanata, i grappoli sono stati staccati a partire dalla seconda/terza settimana di settembre, I primi responsi di cantina evidenziano prodotti interessanti, con ottima forza acida e notevole corredo aromatico. Il mercato all’ingrosso dei mosti e dei vini ha fatto e fa registrare, dopo un avvio stentato, buoni scambi con quotazioni in leggero aumento rispetto a quelle registrate nello stesso periodo del 2009.
SICILIA
Quantità: -30% rispetto vendemmia 2009
L’andamento climatico durante il periodo vendemmiale è stato buono con temperature fresche (20-22°C) e con piogge abbondanti che, comunque, non hanno pregiudicato la qualità e la sanità delle uve. I dati vendemmiali evidenziano in tutta la regione una diminuzione della produzione del 30% rispetto al 2009. Tale decremento scaturisce oltre che da un calo fisiologico, dall’abbandono attraverso i contributi comunitari di oltre 2.000 ettari di superficie vitata, dagli abbandoni volontari causati dalla preoccupante situazione di mercato e non ultima, dalla vendemmia verde che ha interessato circa 9.100 ettari di vigneto.
La raccolta, per le varietà precoci (Pinot grigio e Sauvignon blanc), è iniziata nella settimana di ferragosto, con qualche giorno di ritardo rispetto allo scorso anno. Nella terza settimana di agosto è stata la volta dello Chardonnay, del Viognier, del Muller Thurgau e del Moscato bianco in provincia di Siracusa. La vendemmia delle uve a bacca rossa, in particolare il Merlot, è iniziata a fine agosto, sono poi seguiti lo Sirah, il Nero d’Avola e il Frappato. I conferimenti sono continuati con il Cabernet Sauvignon verso la seconda decade di settembre per terminare con quelli delle uve rosse dell’Etna, dove la vendemmia si è conclusa a metà di ottobre.
Per le varietà autoctone a bacca bianca (Catarratto, Inzolia e Grillo), la raccolta si è protratta dalla prima decade del mese di settembre fino ai primi giorni di ottobre. Soddisfacente la forza acida e il contenuto in zuccheri, interessante la resa uva/vino. La raccolta e le vinificazioni hanno avuto un decorso regolare. Tutto ciò ha portato ad una qualità complessivamente buona con diverse punte di ottimo. Per quanto concerne le contrattazioni dei vini, al momento, sono quasi assenti.
SARDEGNA
Quantità: -15% rispetto vendemmia 2009
L’estate è stata caratterizzata da pochissima pioggia e le temperature nel mese di luglio sono risultate nella norma. Alla fine di agosto e nel mese di settembre la colonnina del termometro ha fatto registrare valori nettamente inferiori rispetto alla media degli ultimi anni. Le giornate in questo periodo sono decorse con una buona intensità luminosa, ma con una notevole escursione termica tra il giorno e la notte. Queste condizioni hanno permesso di raccogliere uve con interessanti livelli riferiti agli aromi e al corredo polifenolico, accompagnati da una buona acidità. Il contenuto zuccherino è risultato mediamente inferiore rispetto alla media pluriennale. Consistenti gli attacchi di peronospora che, in particolar modo nel Sulcis e nel Campidano di Cagliari e di Oristano, hanno determinato una riduzione della produzione mediamente dl 15%, ma con punte anche del 40%. Per le uve bianche di Vermentino la raccolta si è conclusa nella prima decade di ottobre, mentre per quelle di Cannonau i conferimenti sono iniziati nei primi giorni di ottobre e sono poi proseguiti per tutto il mese. La vendemmia delle varietà tardive quali Nasco e Malvasia, basi dei vini da dessert, si è svolta nei primi giorni di novembre. Qualitativamente parlando, grazie a un’ottima maturazione fenolica delle uve Cannonau, Carignano e Monica, si prevedono prodotti molto interessanti con una elevata intensità colorante. Per il Vermentino e il Nuragus, la lenta maturazione e gli sbalzi termici hanno permesso di ottenere vini bianchi freschi, fruttati ed eleganti. Per quanto concerne il mercato, le contrattazioni evidenziano prezzi pressoché stazionari rispetto a quelli riscontrati nello stesso periodo del 2009.
Prima dell’aprile 1991 il tecnico del vino in Italia era rappresentato dall’enotecnico, una qualifica professionale conferita da dieci soli Istituti superiori statali con ordinamento per la viticoltura e l’enologia. Con la legge 10 aprile 1991 n.129 il Parlamento italiano ha riconosciuto il titolo di enologo, fissandone la preparazione a livello universitario ed attribuendolo a tutti gli enotecnici con almeno tre anni continuativi di attività nel settore vitivinicolo. L’enotecnico e l’enologo sono quindi persone altamente qualificate, tecnicamente e scientificamente preparate che, dalla coltivazione della vite alla raccolta dell’uva, dalla vinificazione all’imbottigliamento, curano ogni operazione, sovrintendendo e determinando tutto quanto serve a garantire, sia pure nei diversi livelli, la qualità del prodotto. E’ stato durante il Congresso dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (O.I.V.) del 1974 che gli enologi e gli enotecnici sono stati indicati come “persone altamente qualificate” che, in conformità alle proprie conoscenze scientifiche e tecniche, sono capaci di svolgere funzioni di capitale importanza per il settore vitivinicolo. L’Associazione Enologi Enotecnici Italiani (Assoenologi) è l’Organizzazione di categoria che nel nostro Paese raggruppa e rappresenta il 90% dei tecnici vitivinicoli attivamente impegnati nel settore, di cui il 40% ha mansioni direttive in cantine sociali e private, il 10% svolge l’attività di libero professionista, mentre la rimanente percentuale è impegnata con incarichi diversi. Essa si propone la tutela professionale dell’enologo e dell’enotecnico sotto il profilo sindacale, etico, giuridico ed economico, nonché di rappresentare la categoria a tutti i livelli e di curarne l’aggiornamento tecnico scientifico. Inoltre garantisce ai suoi associati una serie di servizi professionali di tutta considerazione. Fondata nel 1891, è stata riconosciuta dall’Union Internationale des Oenologues (la federazione che a livello mondale rappresenta le associazioni nazionali dei tecnici vitivinicoli) l’Associazione di categoria più antica e più numerosa a livello mondiale, tanto che il suo direttore generale, il dottor Giuseppe Martelli, è stato all’unanimità eletto, dopo due mandati consecutivi di presidenza, presidente onorario dell’UIOe. La Sede centrale dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani è a Milano, in via Privata Vasto 3, mentre ben 17 Sedi periferiche garantiscono la rappresentatività e l’operatività della categoria nelle diverse zone vitivinicole italiane. Ulteriori più specifiche informazioni possono essere desunte consultando il Sito Internet:
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