Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie/privacy policy. Se non sei d'accordo sei libero di lasciare Beverfood.com. Premi "ho compreso" per nascondere il messaggio.

IL VENDING IN ITALIA: SCENARIO ECONOMICO E ANALISI QUALITATIVA 2009


Comunicati informativi di Confida
Resi pubblici alla stampa daUfficio Stampa Confida:

Mirandola Comunicazione Marisandra Lizzi – Francesca Zanella
Tel. Ufficio 0524 574708 – marisandra@mirandola.netfrancesca@mirandola.net

SOMMARIO: Se analizziamo i primi mesi del 2009, pur non avendo ancora tirato le somme dell’annuale studio congiunturale, l’andamento è leggermente negativo, anche a fronte di un deciso aumento dei consumatori. Si tratta di persone che probabilmente un tempo non compravano alla macchinetta e che oggi, in considerazione della congiuntura economica sfavorevole, scoprono un canale interessante e competitivo in termini di rapporto prezzo/qualità. L’aumento del numero di consumatori nel Vending, si pensa sia dettato in parte dalla crisi che porta a fare scelte di consumo più oculate, ma soprattutto è il risultato dell’ottimo lavoro fatto dai Gestori del settore in questi ultimi anni, indirizzando gli investimenti nell’innovazione tecnologica, nella qualità del prodotto/servizio reso e nella sicurezza alimentare.…Quadro economico: il paradosso del vending
…Analisi qualitativa. cosa pensa il consumatore? – l’indagine Censis
…Sangalli: “innovazione e qualità, punti di forza del settore”

Rifer. Temporale: novembre 2009

QUADRO ECONOMICO: IL PARADOSSO DEL VENDING

I consumi fuori casa

Nonostante i consumi degli italiani risultino essere in calo, quelli relativi alla ristorazione fuori casa vanno in controtendenza, facendo registrare, secondo Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, un aumento +22,6% nel periodo 1997/2007. Il motivo è da ricercare nel cambiamento delle abitudini alimentari che vedono sempre più gli italiani consumare i pasti fuori dall’ambiente domestico. È in linea con questa tendenza anche il Vending che si integra perfettamente con l’offerta dei canali di ristorazione tradizionali, garantendo elevata qualità dei prodotti, attenzione ai gusti del consumatore ed impegno sul fronte dell’innovazione e della ricerca. I cambiamenti in corso riguardano per esempio i nuovi alimenti freschi che sempre di più, anche grazie all’impegno dell’Associazione, si stanno diffondendo in questo canale.

I dati principali del vending nel 2008

Sebbene un italiano su 3 consumi ormai automaticamente (secondo lo studio congiunturale 2008 gli utilizzatori sono 22 milioni), il settore risente della riduzione delle ore lavorative in azienda dovute alla fase economica sfavorevole. Il segno meno nelle consumazioni si deve alla riduzione delle ore lavorate nelle aziende. Se si pensa che ancora circa il 90% delle macchine è distribuito nei luoghi di lavoro, si comprende come il settore risenta immediatamente della situazione congiunturale sfavorevole. I dati principali che emergono dallo studio 2008 sul Vending in Italia Confida evidenziano la crescita della diffusione dei distributori automatici (+8,42%) che passano da 2.103.000 unità del 2007 a 2.280.000 del 2008. Cresce, anche se di mezzo punto percentuale (0,5%), il numero totale di consumazioni che sale da 6.309.000.000 a 6.340.000.000. In lieve flessione ma di fatto stabile il fatturato: da 2.723,6 a 2.714,7 milioni di euro (-0,33%).

I dati vending 2008 per i vari settori

L’aumento della diffusione si registra in tutti i settori (Ocs, Vending-Free Standing e Vending-Table Top) con una crescita più consistente nell’Ocs (da 1.500.000 a 1.635.000 unità, pari al +9,00%), seguita dal Table Top (+6,43%, da 158.000 a 168.000) e dal Free Standing (+2,89%, da 173.000 a 177.000).Le bevande calde hanno raggiunto un numero di consumazioni pari a 4.420.303.000, pari a un fatturato di 1.386.276.232 euro. Il caffè in grani supera la metà del consumo (55,20%) seguito da caffè porzionato (26,50%), altre bevande (15,30%) e caffè solubile (3,00%). Nelle bevande fredde (1.050.000.000 prodotti e 378.000.000 di euro di fatturato) l’acqua è ovviamente il prodotto più venduto con una quota del 58,70% a cui seguono lattine (29,90%), succhi di frutta (6,30%) e bevande PET (5,10%).Negli snack monoporzione la battaglia tra dolce e salato va al primo: 41,40% contro 40,05%. Al dolce si aggiunge il solo cioccolato con un 10,80% e poi prodotti freschi (7,30%), gelati (0,30%), surgelati (0,10%) e prodotti non alimentari (0,05%). La quantità di snack venduti nel 2008 tocca gli 870.000.000 con un fatturato di 330.600.000 di euro.

Ricordiamo anche la leadership italiana del settore nel mondo, il 70% delle macchine prodotto in Italia è destinato a mercati stranieri. Un successo dovuto alla professionalità che la filiera ha dimostrato a tutti i livelli.

ANALISI QUALITATIVA. COSA PENSA IL CONSUMATORE? – L’INDAGINE CENSIS

Presentata a Milano una ricerca Censis per Confida, l’associazione italiana della distribuzione automatica e Venditalia, la principale fiera mondiale del settore che si svolgerà a Milano dal 28 aprile al 1 maggio 2010. Un evento che chiuderà i battenti proprio nel giorno della Festa dei lavoratori, a significare il legame indissolubile fra macchine e luoghi di lavoro, anche in virtù della diffusione, prevalente soprattutto negli uffici, dove si localizza il 41% degli utilizzatori.

Secondo l’indagine, l’82% degli utilizzatori ignora il nome dell’azienda che eroga il servizio e l’87,6% non ha idea dei passaggi organizzativi e della filiera di cui si compone il comparto. Sono almeno 15 milioni le persone che si avvicinano occasionalmente o con una cadenza regolare alla distribuzione automatica. In particolare, negli ultimi sei mesi ben il 42% della popolazione italiana tra i 18 e i 64 anni ha acquistato alimenti e bevande automaticamente e addirittura un quarto degli utilizzatori ne fa un uso quotidiano.

Ma l’indagine si è posta anche l’obiettivo di dare voce e sostanza alle cosiddette “macchinette” della distribuzione automatica, termine che va certamente inteso come vezzeggiativo e non certo come diminutivo o peggio dispregiativo. Sembra ormai alle spalle lo stereotipo della “macchinetta mangiasoldi” da prendere a calci, poiché, al contrario, si rileva che gli italiani valutano positivamente questo canale, apprezzandolo in primis per l’apertura 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno (un punto di forza per l’87,3% degli utilizzatori), in secondo luogo per la pulizia e l’igiene (81,9%), poi per la qualità dei prodotti (76,8%), i tempi di erogazione (75,9%), la reperibilità nei luoghi frequentati abitualmente (75,4%), la varietà della scelta (73,9%), i sistemi di pagamento (72,2%), il non doversi relazionare con un commesso (64%) e, infine, la dimensione delle porzioni (59,7%).

Peraltro, la porzione di quanti non vi ricorrono (il 58%) motiva la scelta con il fatto che semplicemente non è capitato di fruirne (per il 42,8% dei casi), con la preferenza per altri canali distributivi nel 31,6% dei casi, o perché non trova le macchinette nei luoghi frequentati (31,5%). La preclusione verso il canale si ha per il 28,2% dei non utilizzatori, che dichiara di non essere attratto dal distributore, dal 16,6% che ritiene di non trovare prodotti di interesse o di non fidarsi della qualità nel 10,9% dei casi. I timori da stereotipo riguardano una minima parte degli utilizzatori, che non li ritiene igienici nel 2,7% dei casi o che teme trattengano i soldi senza erogare il prodotto nell’1,5% dei casi.

Proprio sul tasto della qualità battono i clienti fedeli utilizzatori delle macchinette: per il 77% è di interesse che vi sia un bollino che certifichi la qualità del prodotto offerto. Per quanto riguarda la frequenza d’uso, ne fa un utilizzo quotidiano il 25,3% degli utilizzatori, vi ricorre occasionalmente il 59,3% e nell’ordine delle 2 o 3 vote alla settimana il 15,4%. Il 41% degli utilizzatori vi ricorre sui luoghi di lavoro, il 31% nei luoghi di attesa, il 18,9% in quelli di studio, il 12,2% in quelli di transito, il 9,2% nei centri commerciali e il 5,6% nei luoghi dedicati allo svago.

“Una delle grandi doti tipiche di questo mercato – ha dichiarato Giuseppe De Rita, presidente della Fondazione Censis – è la sua incredibile capacità sociale. Spesso l’area della macchinetta diventa il fulcro di conversazioni e attimi di pausa da passare in compagnia; e questo dovrà essere anche uno degli obiettivi da sviluppare per uscire vincitori da questo periodo. L’altro pregio da riconoscere al vending è insito nella sua struttura organizzativa: essenzialmente orizzontale. Non è un “capo” al vertice, un sistema piramidale. Nel vasto mosaico del vending vediamo un continuo incastro di responsabilità e di forze che, nell’insieme, creano il potere di tutto un settore. La struttura orizzontale è la grande forza di questo mondo”.

Per quanto attiene l’impulso all’acquisto di prodotti dalle macchinette è “la voglia di un caffé” che regola la scelta per il 43,1% dei consumatori, seguita dal “saziare velocemente fame o sete” per il 31,4%. L’assenza di alternative vale per il 17,7% del campione, il risparmio insieme alla qualità della referenza è segnalato dall’11,4%, mentre “l’occasione per socializzare con amici e colleghi” dal 7,7%. Se si osservano poi quanti consumano fuori casa pasti e bevande – e si tratta del 67% del campione – si trova che la spesa media sostenuta quotidianamente è di 5,27 euro, mentre per l’acquisto presso distributori automatici si spendono mediamente 0,72 centesimi. Al punto che un lieve innalzamento dei prezzi per il 41% è ininfluente nella scelta, mentre per il 21,5% un aumento è accettabile solo a fronte di prodotti di migliore qualità o per il 9,6% di una maggiore varietà nell’offerta. I prezzi sono, invece, valutati fin troppo elevati dal rimanente 27,9% del campione. Da segnalare, inoltre, che la quota di utenti che a causa della crisi ha ridotto i propri acquisti presso i distributori automatici è del 6,8% sul totale degli utilizzatori.

“Noi crediamo fermamente nell’importanza del lavoro e nel rispetto dei nostri clienti – ha affermato Vincenzo Scrigna, presidente di Confida. Entrando nelle loro case, nei loro uffici, ma anche nelle scuole, negli ospedali, nelle palestre, nelle sale d’aspetto, dobbiamo presentarci preparati, attenti, veloci, ma essere in un certo senso trasparenti rispetto a quanto accade. Non ascoltiamo i discorsi, ma siamo al contrario assolutamente attenti alle esigenze dei consumatori. Leggiamo i loro gusti dalle loro consumazioni e cerchiamo immediatamente di adeguare l’offerta con l’obiettivo di fondo di dedicare più tempo alle persone e sempre meno alla macchina, sempre meno all’automezzo. I nostri valori sono riassunti nella carta dei servizi, un’importante assunzione di responsabilità nei confronti della collettività, che abbiamo sottoscritto e presentato nel 2005. Oggi i nostri sforzi vanno verso l’obiettivo di far privilegiare il gestore che aderisce a questo progetto. Stiamo facendo una capillare opera di sensibilizzazione in tal senso sia per aumentare il numero di operatori che la fanno propria sia per portare i clienti ad esigerla. Ne va della loro salute, ma talvolta le logiche del prezzo vincono e addirittura compromettono quelle della qualità. Per questa ragione – ha concluso Vincenzo Scrigna – un successo del settore è dato dall’Ingresso di Confida nel Tavolo di Lavoro Tecnico per la definizione di un “codice etico per la commercializzazione di alimenti per l’infanzia” istituito dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.”

Come si è visto, è il caffè il prodotto che stimola maggiormente all’acquisto. Ma l’indagine del CENSIS rivela anche quali altri prodotti “meno convenzionali” sarebbero graditi e consumati regolarmente dagli italiani se fossero resi disponibili: caffè al ginseng e d’orzo (per il 18,7% degli utilizzatori abituali della distribuzione automatica), yogurt (12,1%), frutta o verdura (10,9%), prodotti a basso contenuto calorico (10,2%), prodotti del commercio equo e solidale (7,8%), prodotti biologici (7,6%), prodotti tipici regionali (6,2%) e infine piatti pronti (4,7%).

Molto buona la valutazione in termini generali e complessivi sui distributori utilizzati. In una valutazione da 1 a 5, hanno voto ottimale la praticità (4,51), l’accessibilità e il posizionamento (4,25), la pulizia e l’igiene (4,08). Nessun fattore critico di successo ha valutazioni inferiori al 3. Il voto più basso è assegnato al design e all’aspetto estetico con un 3,81. Da segnalare il voto di 3,94 per il prezzo di vendita competitivo, 3,95 per la varietà e l’assortimento, 3,93 per la qualità dei prodotti e 3,91 per la funzionalità.

In termini di possibili sviluppi strategici, i consumatori utilizzatori segnalano alcuni indirizzi: per il 41,7% una variabile critica di successo è rappresentata dal proporre una maggiore qualità e varietà dei prodotti, il 20,3% apprezzerebbe un ambiente più confortevole dove consumare, il 17,5% auspica una maggiore diffusione dei distributori, il 10,6% sollecita migliori performance di efficienza, l’8,1% soluzioni di pagamento innovative, infine il 5,2% macchine più belle e semplici da usare. “In anni passati, il grande vantaggio era costituito dal fatto che il terreno era del tutto fertile – ha dichiarato Marco Monaco, presidente di Venditalia – negli anni Settanta ogni tipo di capacità veniva premiata con relativa facilità. Una situazione di straordinarie potenzialità, che ha consentito al settore di crescere per lungo tempo con numeri a due cifre. Oggi il mercato è molto diverso e va verso la saturazione sui luoghi di lavoro, enormi invece sono le potenzialità sui luoghi aperti al pubblico”.

SANGALLI: “INNOVAZIONE E QUALITÀ, PUNTI DI FORZA DEL SETTORE”

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è intervenuto a Milano alla presentazione di una ricerca Censis per Confida su “Identità e prospettive del vending in Italia”. “Un appuntamento particolarmente significativo – ha detto Sangalli – perché cade nell’anno del trentesimo anniversario dell’associazione. Un traguardo importante, a testimonianza di una storia di successo che viene da lontano e che non può che essere di stimolo per le sfide che ancora ci attendono. Più che un punto di arrivo si tratta, quindi, di un nuovo punto di partenza di un cammino che si confronterà, soprattutto, con la capacità di essere, giorno per giorno e concretamente, al fianco delle imprese associate”.

“E Confcommercio – ha aggiunto Sangalli – sta oggi vivendo un’evoluzione importante e significativa per guardare al futuro con fiducia, per restare al passo con i tempi, per rispondere alle esigenze e ai bisogni crescenti delle nostre imprese, ma anche, in generale, del Paese. Ed è in questo solco che si innesta sia il nuovo statuto con un sistema di regole che vuole essere il più organico e trasparente possibile e che con l’aggiunta della nuova denominazione Imprese per l’Italia vuole mettere al centro proprio gli associati, sia il nuovo logo che vuole rappresentare un’organizzazione capace di coniugare modernità e tradizione, rinnovamento e solidità”.
“E proprio voi – ha aggiunto il presidente di Confcommercio – rappresentate un settore, quello della distribuzione automatica di alimenti e bevande, che più di altri è stato capace di rispondere ai cambiamenti dettati dai nuovi stili di vita, dall’organizzazione del lavoro, dal trascorrere fuori casa molto più tempo rispetto al passato. Un comparto di particolare importanza e rilievo per l’economia nazionale, il vostro, che ha nell’innovazione e nella qualità dei prodotti i propri punti di forza. E anche in un periodo particolarmente difficile per l’economia la distribuzione automatica di alimenti e bevande ha saputo tenere e ha assorbito meglio di altri comparti l’onda d’urto della crisi”.

“Crisi che, in linea generale, ha colpito tutti i settori ed ha avuto pesanti ricadute soprattutto sul commercio, sul turismo e sui servizi, mettendo in ginocchio molte Pmi. Anche se, come rileva il nostro Ufficio studi, alcuni indicatori economici registrano oggi segnali incoraggianti, ma ancora molto fragili e discontinui, che confermano la necessità di sostenere una ripresa ancora molto lenta ed evitare che la coda della crisi possa rivelarsi più insidiosa del previsto. Centrali diventano, quindi, i tempi e la consistenza della ripresa, così come le misure da mettere in campo per sostenerla. In questo senso una spinta più veloce alla ripartenza dell’economia può venire dall’innovazione. Così come è fondamentale proseguire sulla strada della qualità.

Di recente abbiamo sollecitato, insieme alla riduzione della tassazione dei redditi da lavoro, sia autonomi che dipendenti, la riduzione del prelievo fiscale sui premi e sugli incrementi salariali derivanti dalla contrattazione di secondo livello e, soprattutto, la riduzione del prelievo fiscale sulle tredicesime, sia pure parziale e selettiva, cioè mirata sui redditi da lavoro dipendente medio-bassi perché siamo di fronte ad una crisi che era ed è soprattutto di domanda. E allo stesso tempo, abbiamo chiesto l’estensione degli incentivi anche ai settori in crisi, così come si è fatto per l’auto”. “Perché bisogna fare in modo di sostenere la domanda interna e i consumi – ha concluso Sangalli – per una crescita che nel 2010 sia più robusta e interrompa la spirale della crisi dei consumi e dell’aumento della disoccupazione”.

Per informazioni: Ufficio Stampa Confida: Mirandola Comunicazione Marisandra Lizzi – Francesca Zanella
Tel. Ufficio 0524 574708 – 3483615042 – 3289417031
marisandra@mirandola.netfrancesca@mirandola.net

Tu cosa ne pensi? Scrivi un commento (0)

Condividi:

Iscriviti alla Newsletter



VIDEO DA BEVERFOOD.COM CHANNEL

©1999-2024 Beverfood.com Edizioni Srl

Homepage
Informazioni Societarie/Contatti
Pubblicità sui mezzi Beverfood.com
Lavora Con Noi
Privacy