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SOMMARIO: Produzione mondiale – Consumi mondiali – Scambi mondiali – L’export dell’Italia – Le cifre essenziali della vitivinicoltura in Italia
Riferimento temporale: marzo 2009

Produzione mondiale

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Le stime dell’Oiv collocano la produzione 2008 a un livello provvisorio di 266,9 milioni di hl, in linea con il 2007. Questo sarebbe il risultato dell’ennesima scarsa campagna produttiva nell’Ue, in riduzione dell’1% rispetto al 2007 per una previsione media di poco superiore a 160 milioni di hl.

A determinare il negativo risultato europeo soprattutto la Francia, la cui vendemmia ha portato a una produzione stimata al di sotto dei 43 milioni di hl, con un calo di 2,85 milioni di hl, a cui si sono aggiunti il -11% del Portogallo e il –9% dell’Austria. La contrazione ha interessato anche altri Paesi produttori minori e non è bastato il positivo risultato dell’Italia (+1% per una produzione pari a 46,9 milioni di hl), della Spagna (+2%, 34,85 milioni di hl) e della Germania (+2%, 10,4 milioni di hl) per invertire questa tendenza ormai in atto da diversi anni.

Il fenomeno, infatti, non è da imputare solo a motivi climatici contingenti, ma è principalmente l’effetto della contrazione del vigneto europeo e francese in particolare, indotto dalle politiche adottate dall’Ue che stanno favorendo l’abbandono della coltura con incentivi all’estirpazione. Ciò ha portato a una riduzione del 24% della produzione francese nel giro di 4 anni e del 19% in Spagna. Meno accentuata la contrazione in Italia, anche se la situazione è ancora in evoluzione, in virtù del fatto che per il triennio 2009-2011, l’Ue ha stanziato oltre un miliardo di euro per estirpare complessivamente 175 mila ettari di vigneti in Europa; per l’Italia, il plafond a disposizione è di 58.435 ha.

In crescita invece gli altri importanti Paesi produttori, con circa 71 milioni di hl, in aumento di 2 milioni di hl rispetto al 2007, ma sostanzialmente in linea con il 2006. Questo dato verrà probabilmente rivisto al ribasso, perché inizialmente era previsto in Australia un raccolto sui livelli del 2006, dopo la debacle del 2007 causata dalla siccità. I dati più recenti, invece, danno ancora una campagna scarsa, tutto sommato accolta favorevolmente dai produttori, visto il negativo andamento dell’export dello scorso anno, che hanno reso particolarmente pesanti le giacenze. Continua il trend di crescita degli investimenti fuori dall’Ue, anche se a ritmi decisamente meno sostenuti rispetto agli ultimi anni.

Consumi mondiali.

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Malgrado il momento contingente, prosegue l’espansione globale dei consumi al ritmo di 1,9 milioni di hl l’anno. Nel 2008 questi si sarebbero attestati tra 240,1 e 246,9 milioni di hl, con un avanzo di circa 23,4 milioni di hl, destinato in parte a coprire i fabbisogni dell’industria per la produzione di acqueviti di vino, aceti, ecc., stimabili in circa 35 milioni di hl l’anno. Si tratta quindi di un livello molto debole di giacenze, inferiore anche a quello già ridotto dello scorso anno. Si potrebbero così avere tensioni di mercato, in particolare in Europa, ma con differenze da Paese a Paese e per tipologia di vino.

In Australia, ad esempio, le vendite riescono a coprire solo i 2/3 delle disponibilità di vino, mentre negli Usa la riduzione degli stock potrebbe incentivare nuovi investimenti, dato che i buoni risultati dell’export hanno portato in equilibrio produzioni e vendite. In progressiva riduzione il consumo di vini nell’UE a 15, mentre al di fuori di quest’area si osserva una progresso sostenuto negli USA (il cui mercato interno continua ad avvicinarsi a quello dell’Italia per dimensione) e in Oceania. Trainanti anche nuovi Paesi consumatori come Cina, Tailandia e Russia, ma tra i mercati emergenti grandi potenzialità sono riconosciute anche a Brasile, India e Cina.

Scambi mondiali.

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L’export mondiale di vini nel 2007 è stato pari a 91,3 milioni di hl, con un progresso dell’ 8,4% sul 2006. In attesa dei dati globali del 2008 si possono già ricordare i problemi emersi nella prima parte dell’anno dovuti alla debolezza del dollaro rispetto all’euro, che ha penalizzato i principali esportatori comunitari. Successivamente è stato il peggioramento dalla situazione economico-finanziaria internazionale a causare una contrazione delle richieste di alcuni importanti mercati. Gli scambi del 2007 hanno rappresentato quasi il 38% del consumo mondiale, contro il 18% dei primi anni ’80 e il 35% del 2006.

L’Italia, rappresenta il 21% dei volumi scambiati, seguita da Francia e Spagna con circa il 17% ciascuna, anche se nel 2008 la posizione spagnola è migliorata rispetto a quella francese. La Francia sta dimostrando di anno in anno una riduzione della propria concorrenzialità sui mercati internazionali, sebbene resti leader incontrastato in termini di valore unitario del vino esportato.

I Paesi dell’emisfero sud e gli Usa continuano a progredire, raggiungendo il 28% degli scambi nel 2007 (26,6% nel 2006 e 25,3% nel 2005) e dimostrando grande capacità competitiva, frutto di un insieme di fattori che rendono tutta la filiera particolarmente efficiente. L’Australia è però reduce da una campagna commerciale negativa, che per la prima volta in 15 anni ha fatto chiudere l’anno con un pesante segno meno. Colpa anche di strategie commerciali sbagliate, tese a ridurre gli enormi stock accumulati.

Principali Paesi importatori a livello mondiale sono nell’ordine, in termini di volumi, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Russia, con un’evoluzione prevista ancora in crescita, tranne che per il Regno Unito, per il quale si prevede una stabilizzazione della domanda. Questo mercato resta il primo importatore in valore, davanti alla Germania, caratterizzata dalla richiesta di vini con un prezzo medio pari a 1 euro al litro. Più di 5 euro al litro la media dei vini importati dagli Usa, livello che presto scalzerà il Regno Unito dal posto di mercato più redditizio.

L’export dell’Italia.

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Nel 2008 l’export italiano ha registrato la prima battuta d’arresto in termini quantitativi dopo anni di importante crescita, attestandosi a circa 18 milioni di hl (-7% sul 2007). Positivo invece il risultato economico, con un progresso monetario del 2% per un totale di 3,6 miliardi di euro.

In discesa gli invii verso i tradizionali Paesi importatori comunitari e verso gli Usa, dove però è stata mantenuta la quota di mercato attorno al 30% visto le peggiori performance dei diretti concorrenti. Tengono invece o sono in progresso i mercati asiatici, compresi Cina e Giappone e nonostante la contrazione dell’India; da registrare in quest’area la crescita a due cifre i Hong Kong (+29%) e Singapore (+17%), la prima grazie all’abolizione dei dazi all’import di vini decisa all’inizio del 2008, la seconda per il suo ruolo di hub nella distribuzione di vino nel sud-est asiatico. Bene anche Russia, bacino del Mediterraneo, Canada, Australia e Nuova Zelanda e l’insieme dei Paesi del centro e sud America.

Facendo un’analisi merceologica, diminuisce l’export italiano di vini sfusi (-16%), mentre tiene il fatturato dei vini imbottigliati, nonostante una riduzione del 4% dei volumi. Prosegue invece il successo dei vini spumanti, con una crescita delle richieste estere del 15% per un totale di 1,4 milioni di ettolitri e dell’11% in valore, che si è avvicinato al mezzo miliardo di euro.

Le cifre essenziali della vitivinicoltura in Italia

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…Produzione stimata 2008: 46,9 milioni di hl

…Fatturato 2007: 10,9 miliardi di euro

…Peso sul fatturato dell’industria agroalimentare (2007): 9,6%

…Export 2008: 18 milioni di hl per oltre 3,6 miliardi di euro

…Valore della filiera vino, indotto e servizi: oltre 20 miliardi di euro

…Occupati: 700.000 tra occupati in vigneti, cantina, trasformazione e distribuzione, che diventano 1,2 milioni se si considera anche l’indotto primario

…Vigneto Italia: 730.000 ha (di cui: 275.000 ha doc e docg e 455.000 ha vino da tavola)

…Vitigni: 356 iscritti al Catalogo Nazionale

…Doc, docg e igt (2008): 316 doc, 41 docg e 120 igt

Elaborazioni Servizio Stampa Veronafiere.
Fonti varie (Oiv, Rabobank, Agrapress, Uiv, Istat)
www.vinitaly.com

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