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Ad un anno e mezzo dall’applicazione del nuovo regolamento comunitario, Wine Monitor Nomisma torna a presentare i numeri sul vino biologico. Crescita delle superfici investite (+81% tra il 2003 e il 2012), ottime performance nell’export, crescita dei consumi. E un grande potenziale ancora inespresso ….. Non solo awards internazionali per i vini bio ma anche grande apprezzamento della qualità tra i consumatori di vino bio. La percezione positiva elevata anche su chi oggi non consuma.

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In termini di superficie vitata l’Italia è al terzo posto in Europa

Ad un anno e mezzo dall’applicazione del nuovo regolamento comunitario, il vino biologico è in grande “fermento”. In Italia, nel 2012 (ultimo dato disponibile), l’8% degli ettari vitati è biologico (a fronte di una media mondiale del 4%); in valore assoluto l’Italia è al terzo posto in Europa: con poco più 57mila ettari vitati bio (+8,6% rispetto al 2011 e +81% rispetto al 2003), l’Italia è superata solo da Spagna (81 mila ettari, +394% rispetto al 2003) e Francia (65 mila ettari, +299%). A livello regionale guidano Sicilia (16.144 ettari), Puglia (10.173 ettari) e Toscana (5.887 ettari).

Anche le vendite di vino bio crescono: la GDO segna +4% a volume rispetto al 2012 (a fronte di -6,5% per il totale della categoria vino – fonte: IRI – www.iriworldwide.it). Ma la GDO non è il canale privilegiato per il bio e quindi il vero dato che rivela l’interesse per il vino bio è il tasso di penetrazione.

In crescita il numero di consumatori di vino bio certificato

Wine Trend Italia, la survey di Wine Monitor Nomisma sul consumatore italiano, indica che nel 2013 la percentuale degli italiani che hano consumato vino bio in almeno in un’occasione ha raggiunto l’11,6% (la precedente indagine Wine Monitor aveva segnalato che nel 2012 il tasso di penetrazione era pari al 2%). In particolare, il 6,4% ha acquistato una bottiglia di vino bio certificato nei negozi e il 5,2% lo ha consumato fuori casa in ristoranti ed enoteche.

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La percezione sulla qualità del vino bio rispetto al vino convenzionale

 La nuova normativa sul vino bio ha contribuito inoltre a cogliere un altro importante risultato, incrementando il potenziale di mercato di questo segmento. Sicuramente non ha spostato i consumi di chi già lo apprezzava ma ha avvicinato nuovi consumatori. La testimonianza di ciò deriva dal fatto che il vino biologico è molto apprezzato, non solo tra chi lo consuma. Il 43% dei consumatori ritiene che il vino biologico certificato abbia qualità superiori rispetto agli altri vini convenzionali. Questa percentuale sale al 59% tra gli acquirenti di vino bio e al 49% tra chi ha consumato vino bio in enoteche/bar/ristoranti. Questo risultato evidenzia, non solo un grande apprezzamento della qualità del vino bio tra i consumatori, ma anche una percezione estremamente positiva tra chi non lo consuma. I vini bio sono inoltre percepiti come più salutari. Il 43% di chi consuma vini bio ritiene che i vini con marchio di certificazione biologica siano più salutari perché non utilizzano pesticidi nei vigneti o perché hanno una quantità minore di solfiti (20%).

 Quali percorsi di crescita per il vino bio nel mercato interno?

 Per i prossimi anni le strade per cogliere le opportunità del vino bio nel mercato italiano sono tante. Da un lato, occorre implementare strategie di comunicazione che sappiano in modo semplice valorizzare le virtù del vino bio e dall’altro occorre proseguire la strada del maggior presidio nella GDO e nei pdv specializzati per favorire il primo acquisto e superare le potenziali barriere d’accesso per il consumatore. I numeri della Survey Wine Trend Italia di Wine Monitor suggeriscono proprio questa strada. Il 18,8% dei consumatori, che nel 2013 hanno bevuto in almeno una occasione vini bio fuori casa, dichiara che, pur non essendo presenti i vini bio negli assortimenti dei negozi abitualmente frequentati, sarebbe interessati ad acquistarli. Ma le maggiori opportunità di allargamento della domanda arrivano proprio dagli attuali non consumatori (88,4% del totale): il 10% degli attuali non consumatori si dichiara disposto ad acquistare vini bio qualora le referenze fossero presenti nei punti vendita frequentati.

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Esportazioni di vino biologico italiano sul mercato USA

Nel 2013 gli Stati Uniti hanno importato vino biologico per complessivi 193 milioni di euro, un valore che rappresenta il 5,2% delle importazioni di vino imbottigliato degli Stati Uniti. Il 46,1% delle importazioni afferisce a vini rossi; un ulteriore 32,7% a quelli bianchi ed il restante 21,2% ai vini frizzanti. L’analisi condotta per area geografica evidenzia come l’Italia (56 milioni di euro di vino bio) sia stata, dopo la Francia (65 milioni di euro), il più importante paese di provenienza dei vini biologici importati dagli Stati Uniti. In altri termini, il 33,7% dell’import in valore è riconducibile a vini francesi mentre la quota dell’Italia è di poco inferiore, pari al 29,3%. Tra gli altri competitors si segnalano, con quote molto più contenute, anche la Nuova Zelanda (7,6%) e la Spagna (7,5%). Infine poco più di un quinto delle importazioni (21,9%) si è ripartito tra un’altra trentina di paesi.

All’interno delle singole categorie di prodotto la Francia presidia saldamente (35,9% dell’import a valore) il segmento dei vini rossi, che è anche quello economicamente più rilevante (88,8 milioni di euro). Anche in questo segmento l’Italia è l’unico vero competitor del paese transalpino con il 26,2% dell’import di vino bio (gli USA importano 23 milioni di euro di vino rosso bio dall’Italia). Nel caso dei vini bianchi è invece il nostro paese a detenere la leadership delle importazioni (30,6%), davanti a Nuova Zelanda (21,7%) e Francia (17,5%). La competizione tra Francia e Italia è particolarmente viva nella categoria dei vini frizzanti (che comprendono anche gli spumanti) dove il 54% dell’import di vino bio è riconducibile a vini francesi ed il 34,2% a quelli italiani. Congiuntamente i due paesi detengono l’88,2% delle importazioni, lasciando a pochi altri produttori le quote residuali dei flussi diretti verso gli Stati Uniti. In prospettiva, le opportunità di sviluppo delle vendite oltreoceano di vini biologici sono molto positive. Negli Stati Uniti l’interesse nei confronti delle produzioni ottenute con metodi sostenibili, e di quelle biologiche in particolare, è in continua crescita e i vini italiani biologici hanno tutte le carte in regola per rafforzare la propria presenza in questo paese.

Per informazioni: Ufficio Stampa Nomisma – Wine Monitor www.winemonitor.it caprino@dellasilva.comfabbri@dellasilva.com

WINE MONITOR

Wine Monitor è l’Osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, nato e pensato per supportare le imprese e le istituzioni della filiera vitivinicola italiana nella comprensione delle dinamiche di mercato, sia a livello nazionale che mondiale. Wine Monitor nasce per iniziativa dell’Area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma, un team di esperti specializzato nell’analisi economica e nella consulenza strategica in ambito agroalimentare. In uno scenario radicalmente mutato e in continua evoluzione, Wine Monitor è uno strumento indispensabile alle imprese sia per intraprendere percorsi di internazionalizzazione sia per rimodulare le politiche di marketing sul mercato interno. Wine Monitor è la prima piattaforma che mette a sistema tutti dati e le informazioni sul mondo del vino, integrando servizi a supporto delle strategie di business delle imprese. +info: www.winemonitor.it/

 

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