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Dwnl, le nuove annate di drink wine not labels per un progetto enoico fuori dagli schemi


Si scrive dwnl, si legge drink wines not labels, il progetto di Alessandro Salvano che si propone di innovare e non poco nel mondo del vino. Presentate le etichette 2021 che fanno parte del catalogo Elemento Indigeno di Compagnia dei Caraibi dedicato ai vini internazionali, di cui lo stesso Alessandro Salvano è sales wine manager. “Mi sembrava coerente inserire questi vini in Elemento Indigeno, perché quando parlo di vino sarebbe impensabile che non arrivi a parlare di quello che faccio io””. Tre le referenze disponibili ad oggi sul mercato italiano: Langhe Nebbiolo, del Langhe Rosso Dolcetto, Langhe Chardonnay.

Un modo nuovi di concepire e interpretare il mondo del vino, portando nuovi confronti nel mondo della viticultura e dell’enologia, mettendo al centro il racconto che lega ogni produttore al proprio territorio. Questo l’obiettivo del progetto ideato e sviluppato nel 2019 da Alessandro Salvano, 27 anni, nato e cresciuto in una famiglia che produce vino da tre generazioni nelle Langhe a Montelupo Albese, pochi metri fuori dai confini del Barolo. “Nel 1980 è stata definita un’area di 11 comuni nei quali è concesso produrre Barolo, la mia famiglia è rimasta fuori dalla denominazione per soli pochi metri, solamente per una scelta decisa da un Consorzio perché il nostro comune non rientrava tra gli undici scelti. Da qui sono partito per cercare di fare qualcosa fuori dagli schemi e dalle denominazioni, approcciando il mondo del vino in maniera non convenzionale”.

Alessandro Salvano Sales Wine Manager di Compagnia dei Caraibi

Dwnl è un’idea che nasce fuori dai confini, che rompe gli schemi precostituiti staccandosi dalle regole imposte, andando dritta al sodo. L’etichetta del brand è minimalista, essenziale, elegante al tatto. I vini dwnl nascono da vigneti coltivati nel rispetto dell’ambiente, senza l’utilizzo di diserbanti e concimi chimici, le cui uve sono fermentate e vinificate con la tecnica produttiva del grappolo intero. Lieviti indigeni, nessuna chiarifica o filtrazione e basse quantità di solfiti. Risultato dei vini dalla grande bevibilità, ideali per un mercato giovane che è sia quello contemporaneo che quello del futuro.

L’occasione di provare le tre referenze un tasting organizzato a Milano all’Osteria Alla Concorrenza. Si parte con lo Chardonnay, con la vinificazione 100% di grappolo intero che esalta tutte le caratteristiche del vitigno, eleganza, sapidità, note citriche e gessose. Al palato, strutturato e morbido, si allunga su una briosa vena minerale.  A seguire Il Dolcetto, con l’etichetta che invita a provare ad indovinare il vitigno, per giudicarlo senza preconcetti. “Ho voluto rendere giustizia a questo vitigno, spesso sottovalutato a favore dei più blasonati vini piemontesi” – racconta Alessandro Salvano.

Abbiamo un vino intrigante, con la frutta fresca protagonista, ricco di richiami vegetali, che in bocca scorre, animato da un leggero tannino e un finale equilibrato tra la dolcezza del frutto e una fresca salinità. Infine un Langhe Nebbiolo, con una freschezza espressiva, data da sentori floreali e fruttati. In bocca l’attacco è sulla dolcezza del frutto e il tannino succoso, in equilibrio con la fresca acidità, crea un sorso snello e di grande bevibilità. Stesso prezzo per tutti i tre i vini la cui produzione è già andata sold out subito dopo il lancio.

E intanto si aspetta Outside, il vino che rappresenta al meglio la filosofia di Alessandro Salvano. Prodotto rispettando il disciplinare del Barolo, ma fuori dai confini dei comuni di produzione per la denominazione e quindi non definibile come tale in etichetta. “Il mio obiettivo è dimostrare che i fattori che rendono un vino di qualità non hanno nulla a che fare con una linea geografica tracciata oltre 40 anni fa- chiosa Alessandro Salvano-Outside sarà disponibile da marzo 2023, dopo i 38 mesi di affinamento previsti dal disciplinare”.

Instagram: @drinkwinesnotlabels

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