“Merito quindi di Odello di aver capito l’anima della grappa: sì perché i distillati, in quanto spiriti, devono pur avere un’anima”: così scriveva nel 1983 Ezio Rivella, allora presidente dell’Union Internationale des Oenologues nella prefazione alla prima edizione di questo volume.
“Chi ha parlato per primo in maniera scientifica di analisi sensoriale applicata alla grappa, credo – e ne sono convinto – sia stato Luigi”: così ha scritto Bruno Pilzer, past president dell’Istituto Trentino Grappa e mastro distillatore di vaglia, nella prefazione dell’attuale edizione.
Sì, perché sono passati 40 anni tra la prima edizione e quella presente e, con l’evoluzione della grappa – sia in termini di produzione, sia di qualità di consumo – l’esistenza di Come fare e apprezzare la grappa si è fatta ancora più importante tanto per i grappaioli – anche per quelli che si cimentano con alambicchi in miniatura – quanto per gli appassionati che desiderano scoprire cosa c’è dietro un bicchierino dell’acquavite ambasciatrice del made in Italy.
In questo manuale, sicuramente il più diffuso in assoluto, c’è proprio tutto quanto può interessare al produttore e al bevitore saggio: la distillazione artigianale e la legge, la materia prima, gli alambicchi, la teoria e la pratica della distillazione, le alterazioni della grappa e i rimedi, l’invecchiamento e l’aromatizzazione, la valutazione sensoriale.
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