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Un fenomeno in crescita continua quello dell’enoturismo nel settore del vino italiano. Molte cantine si sta attrezzando per ospitare i visitatori e far provare loro un’esperienza con tanto di visite e degustazioni. Le regioni a forte flusso turistico sono quelle che vedono aumentare costantemente le presenze nel periodo estivo. E’ il caso de I Pastini, azienda vinicola specializzata nella produzione di vini bianchi di qualità e vitigni rossi autoctoni pugliesi nel cuore della Valle d’Itria, tra Locorotondo e Martina Franca. “Quest’anno stiamo facendo dei numeri importanti di visite, spesso due turni  nel pomeriggio, tanto che contiamo di arrivare alla fine dell’anno a una previsione di 9.000 visite in cantina”- racconta Gianni Carparelli, enologo e titolare dell’azienda.

Un pomeriggio estivo di luglio ci siamo uniti anche noi a un gruppo di turisti stranieri che stavano effettuando la visita della cantina, insieme a visitatori provenienti da Norvegia, Svezia, Belgio e Usa.Buona parte delle visite è fatta con gli stranieri, il periodo più intenso è quello tra settembre e ottobre dove le presenze aumentano e noi siamo impegnati con la vendemmia, uno spettacolo che non si vogliono perdere i visitatori che grazie al passa-parola mandano loro amici e parenti perché raccontano la loro esperienza tornati a casa”.

Parte dalla vigna il nostro tour, Gianni Carparelli spiega con un inglese fluente e con utilizzo di termini tecnici le caratteristiche del suolo ricco di minerali della Valle d’Itria, oltre a dare una spiegazione del territorio a 300 sul livello del mare che grazie al vento consente di non mandare le piante in stress idrico. Nei filari si vedono delle rose, sistema naturale di difesa per l’attacco alle piante, un metodo francese importato da Bordeaux. Il racconto dei tre vitigni bianchi autoctoni pugliesi, Verdeca, Minutolo e Bianco d’Alessano, poi è il turno del Susumaniello che è stato reimpiantato proprio fuori dalla cantina e andrà in produzione tra tre anni. Gianni racconta della vendemmia, un lavoro dove le donne grazie alla loro cura e meticolosità lavorano meglio rispetto agli uomini, una ventina di giorni dove viene svolto tutto a mano per consentire una selezione e scernita dei migliori grappoli. Si attraversa la ferrovia, viene fatta visitare la masseria che una volta veniva utilizzata per il ricovero di animali e attrezzi, oggi è ben conservata e ospita eventi della cantina con la possibilità di rendere l’esperienza davvero autentica. Si torna verso la cantina, un gioiellino con una pulizia quasi maniacale che poi ritroveremo nei vini, che affinano in fusti di acciaio mentre la zona delle botti in legno verrà inaugurata tra un po’ di tempo insieme anche al progetto del wine-bar di fatto già pronto.

La degustazione parte con una Verdeca spumantizzata con metodo charmat, da qualche tempo hanno iniziato anche la spumantizzazione con metodo classico con risultati molto interessanti. Il secondo vino e l’Antico, un blend dei tre vitigni locali, con l’assaggio dell’ultima vendemmia anche questo ideale come vino da aperitivo. Il terzo vino in batteria è il Rampone, vino che prende il nome dalla contrada dove sorge la cantine, un Minutolo in purezza che i Pastini sono stati tra i primi a recuperare la lavorazione di questo vitigno. Segue l’Arpago, un Primitivo in purezza, che prende il nome da una pianta medicinale utilizzata localmente. Ultimo vino in degustazione un Susumaniello. Finita la degustazione, è l’ora degli acquisti, con gli stranieri che scelgono i vini che gli sono piaciuti maggiormente e in molti casi li fanno spedire a casa. “Stiamo puntando molto su questo progetto legato all’enoturismo anche come vero e proprio canale di vendita- conclude Carparelli- in questa maniera abbiamo un rapporto diretto con i nostri clienti che fanno conoscere i nostri vini all’estero. La nostra zona in Puglia è una di quelle con la maggior capacità di spesa dei turisti soprattutto stranieri, è importante riuscire a far vivere loro una vera wine-experience”.

 

 

INFO: www.ipastini.it

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