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Abbandonata per un attimo la narrativa, Franco Faggiani torna agli antichi amori enoici con questa sua nuova “Guida facile ai piaceri del vino” (Endemunde Edizioni, Milano, 2014, 125 pagine, 11,90 euro). Un piccolo bijou editoriale, pensato per i neofiti intimiditi o infastiditi dal vino – come li definisce Faggiani – ma destinato a intrigare e incuriosire anche gli addetti ai lavori.

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Franco Faggiani
Franco Faggiani

La partizione del volume, con i suoi 8 capitoli, richiama i testi sacri del settore: dalla vigna alla bottiglia, come leggere l’etichetta, acquistare, assaggiare, abbinare, al ristorante, il vino a casa, vino e salute. Cominciando a leggere però, e la lettura scorre subito fluida e gradevole, ci si rende conto che anche i temi più classici possono essere affrontati con piglio disinvolto e brioso, senza far ricorso al pedante latinorum dei super-esperti ma senza per questo nulla perdere in rigore espositivo. L’autore ci accompagna amichevolmente, ma al tempo stesso con passo esperto e sicuro, lungo un percorso che è anche il suo percorso: un itinerario di decenni fra vigne e cantine, botti e bottiglie, aziende e locali di ogni tipo e di ogni regione d’Italia. Da questo punto di vista, e in senso buono, Faggiani è un cronista del vino “all’antica”: le sue parole, viste in controluce, ci dicono che lui le strade le ha veramente battute, le campagne le ha veramente attraversate, le cantine le ha veramente visitate, le persone del vino le ha veramente conosciute, e bene. Come si diceva una volta degli inviati autentici, Franco Faggiani ha consumato molte paia di scarpe per poter scrivere questo libro. O come ancor meglio diceva il grande Gino Veronelli, si sente che ha camminato la terra; e chi cammina la terra – secondo le parole dell’illustre bergamasco – sa che l’importante non è arrivare, ma procedere, passo dopo passo, è esprimere il nostro vivere in continuo movimento.

E il moto perpetuo di Faggiani lo ha portato a creare un mosaico composito, in cui si fondono armoniosamente gli insegnamenti discreti, le raccomandazioni garbate, da quelle più tecniche a quelle di bon ton, gli aneddoti e i ricordi di una vita di degustazioni, di pranzi e di cene, dalle Alpi alla Sicilia. E in coda a ogni capitolo non manca neppure una piacevole sezione, “Buono a sapersi”, che raccoglie curiosità, consigli pratici e trucchi per fare sempre bella figura in società.

Anche per il lettore più profano, affidarsi a Faggiani è come intraprendere un viaggio mettendosi nelle mani di una sorta di Ulisse del vino: che alla sagacia (metis) e all’esperienza dell’eroe omerico unisce un tono sempre famigliare e un tocco sempre accessibile e bonario. Anche trattando degli argomenti più noiosi o più impervi.

A lettura ultimata, chiunque saprà destreggiarsi con la comprensione delle etichette, con la temperatura e le modalità del servizio, con gli abbinamenti a tavola, con il corretto comportamento al ristorante; e potrà, se vuole e se già non l’ha fatto, crearsi una piccola cantina personale a casa propria.

Piccola nelle dimensioni (11 x 16,4 centimetri, e come si è detto 125 pagine in tutto), la Guida di Faggiani è in realtà un grande e vero esempio di buona divulgazione. A pubblicare il testo è la Endemunde, una casa editrice di recente costituzione che presenta testi introvabili, dimenticati o inediti in Italia con l’obiettivo di suscitare e tener vivo il piacere tradizionale della lettura, attraverso opere destinate a durare nel tempo e addirittura a essere collezionate. La collana Endemunde che include la “Guida facile ai piaceri del vino” ospita altri testi rimarchevoli di enogastronomia, fra cui il singolare “Benedette scatolette” di un altro amico di vecchia data, Antonio Mungai.

Piero Valdiserra

 

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