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Estate in bianco: sei vini bianchi d’autore da assaggiare


Quest’estate si va in bianco. Non preoccupatevi, non stiamo parlando di conquiste sfumate lungo le spiagge della nostra bell’Italia. Piuttosto parliamo di consigli per la scelta dei vini bianchi. Magari una sera in un bel ristorante in riva al mare, al lago o in montagna. Perché se è vero che ormai i vini bianchi sono stati destagionalizzati, in tutte le stagioni e a tutto pasto, l’estate rimane uno dei periodi in cui i consumi aumentano. A livello di qualità l’Italia si conferma una grande produttrice, con delle eccellenze e delle particolarità di vitigni uniche nel suo genere, da nord a sud. A noi di Beverfood.com piace sperimentare e provare sempre nuove emozioni nel bicchiere. Ecco perché la nostra estate in bianco può essere un valido supporto per la scelta del vino giusto, con delle vere chicche solo per intenditori tutte da provare.



PETITE ARVINE DOC- MAISON ANSELMET

Siamo sicuri che se siete dalle parti della Valle D’Aosta vi capiterà di trovare uno dei vini della Maison Anselmet. Quest’anno ricorrono trent’anni da quando Renato Anselmet fonda la realtà vinicola, ma le tracce di questa storia risalgono addirittura nel 1585. Le vigne della Maison Anselmet si trovano tutte a un’altezza media tra i 600 e 900 metri sul mare, tra St.Pierre e Chambave, comuni noti nella valle per dare grandi vini. Ci concentriamo sul Petit Arvine, un vitigno autoctono della zona, nel caso di Anselmet parliamo di vigne ventennali terreni morenici sabbiosi. Per circa il 30% il vino fa un passaggio in barrique nuove, che donano sentori unici al naso, mentre in bocca domina l’equilibrio e una freschezza simile a un torrente di montagna. Non solo in Valle d’Aosta lo potete trovare, ma anche in giro per l’Italia grazie alla diffusione capillare della distribuzione di Sagna.

www.maisonanselmet.it

 

 

RAMPONE VALLE D’ITRIA IGP MINUTOLO – I PASTINI

La Puglia è una terra ricca e generosa. Regala tante emozioni e anche grandi vini bianchi, specialmente nella Valle d’Itria. Ci troviamo in una terra ricca di calcare e argilla. Escursione termica, l’altitudine di 350 mt in cui sono posti i vigneti grazie al vento e al sole rendono sempre pulita la vigna, al riparo da stress termici e idrici. Ci sono dei bianchisti in Puglia, come la cantina dei I Pastini, siamo a Locorotondo nella strada che porta a Martina Franca. Gianni Carparelli ormai si è affermato come punto di riferimento per la produzione di vini bianchi nel sud, allora ha voluto fare un’altra scommessa: vini bianchi con potenzialità di invecchiamento. Stessi vini e stessa tipologia di lavorazione, cambia solo la possibilità di evoluzione e di invecchiamento. Così succede con il Rampone, uvaggio Minutolo in purezza, un autoctono pugliese chiamato così perché gli acini sono piccoli e fragili e rischiano di rompersi. Presentato al Vinitaly 2018 sta dando grandi soddisfazioni ai Pastini e a chi lo sta assaggiando in questa limited edition destinata all’invecchiamento, con l’etichetta nera a distinguersi dalle solite con sfondo bianco. Naso molto più e ampio e complesso, con note fruttate ma più verso sentori di tropicalizzazione. In bocca è persistente e lungo come la Puglia, da non finire mai di emozionarsi.

www.ipastini.it

 

 

GAVI DOCG GROPPELLA – LA CHIARA

Una delle prime cantine che ho visitato quando sono stato in quel di Gavi è stata La Chiara. Nomen omen, con l’azienda della famiglia Bergaglio dedicata alla figlia Chiara dal fondatore Roberto Bergaglio. Oggi al timone della cantina c’è il figlio Dario Bergaglio, un comune diffusissimo in zona, mentre non è così comune trovare un Gavi che si presta bene all’invecchiamento. Il Groppella si può dimenticare in cantina senza problemi, così per me è stato e all’apertura dopo un tre anni è rimasta intatta la freschezza ma con sentori terziari prevalenti. Vigne vecchia di quarantacinque anni, cortese 100% rese per ettaro basse, dopo la fermentazione alcolica viene fatto un passaggio in barriques di rovere francesi per circa dieci mesi con battonage settimanali. Abbinamenti consigliati: noi abbiamo provato con il sushi e siamo rimasti entusiasti.

www.lachiara.it

 

 

BARONE BIANCO IGT- TENUTE PACELLI

Fare Riesling in Calabria potrebbe sembrare una lucida follia. Dalle parti di Malvito, provincia calabrese di Cosenza, sono abituati ormai alle sperimentazioni messe in atto da Tenute Pacelli. La filosofia è quella di creare dei vini mai banali, che rimangono impressi nella mente di chi li assaggia al primo sorso. Vini rispettosi delle terra di Calabria, eleganti e con personalità come le sorelle Carla e Laura Pacelli che portano avanti l’azienda insieme a mamma Clara e papà Francesco. Il Barone Bianco vuole essere un omaggio al Barone Gaetano La Costa, zio di Francesco Pacelli, a cui è stata dedicata la bottiglia con l’etichetta che raffigura zio e nipote che fumano la pia sulla terrazza della casa di Napoli negli anni ’20. Uvaggio 100% Riesling Italico allevato a guyot e cordone speronato, vigne posizionate a 350 mt di altitudine, con rese che stanno sotto i 70 quintali per ettaro. Tenute Pacelli è un’azienda inserita nella FIVI, a noi è capitato di assaggiarli a Piacenza e non dimenticarceli grazie anche al motto #bevetepacelli.

www.tenutepacelli.it

 

 

CIONDOLA SOAVE CLASSICO SUPERIORE DOCG –
ROCCA SVEVA

Il Soave è un vino conosciuto in tutto il mondo grazie all’iniziativa della Cantina di Soave apripista nei mercati internazionali. Dalla linea di Alta Gamma di Rocca Sveva arriva “Ciondola”, frutto di un lavoro iniziato in vigna e in cantina per la valorizzazione del territorio veronese unico nel suo genere. Il nome Ciondola, che di fatto sostituisce il toponimo Castelcerino, racchiude nel suo significato la terra d’origine di questo vino, indicando la particolare conformazione dei vigneti di collina a giropoggio. Garganega in purezza, uve provenienti dall’area storica del Soave, affinamento 12 mesi in acciaio. Bouquet fruttato al naso tra pesca e mela matura, in bocca fragranza e freschezza con un finale lungo piacevolmente ammandorlato.

www.cantinasoave.it

 

 

JOAQUIN DALL’ISOLA CAMPANIA IGT- JOAQUIN

Ebbene si, a Capri si fa anche il vino. Non è di grandi quantità, ma sicuramente la qualità è in grado di accompagnare qualsiasi momento. Blend di vitigni, Greco, Falanghina e Biancolella, coltivati sui terrazzamenti di Anacapri e lasciate appassire circa un mese prima della vinificazione. La prima vendemmia recita 2009, dalla visione del vignaiolo avellinese di Montefalcione Raffaele Pagano. Oggi Joaquin è un brand affermato, da poco è entrato nel catalogo di Visconti 43, realtà distributiva del Gruppo Meregalli. Il piacere di degustarlo sull’isola sicuramente è unico, ma siamo certi che anche in altre zone chiudendo gli occhi si potrà immaginare di essere di fronte ai faraglioni o nella celebre piazzetta. Il colore è un giallo paglierino carico con riflessi d’orati, profumi mediterranei, bocca sapida e fresca.

www.joaquinwines.com

 

 

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