I vini aromatizzati potranno, al pari degli altri vini, acquisire l’indicazione geografica (Ig) e il termine “Vermouth” non potrà essere né tradotto, né storpiato, quando é contenuto in una Ig. Viene vietato anche il ricorso a termini italiani nella designazione di vini aromatizzati stranieri, al fine di aumentarne l’appeal sul mercato.Sono alcuni elementi fondamentali – spiega all’ANSA l’eurodeputato Paolo Bartolozzi (Ppe) – dell’accordo raggiunto tra i negoziatori di Parlamento, Consiglio e Commissione europea, sulla designazione, etichettatura e protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati. L’intesa, “sarà definitivamente approvata, il prossimo gennaio, alla plenaria del Parlamento europeo”.
Per Bartolozzi con la futura normativa – di cui é stato relatore – “si potrà difendere meglio i marchi italiani, ma anche i grandi e piccoli produttori, grazie all’estensione ai vini aromatizzati della possibilità di introdurre l’Ig”. L’Italia é leader mondiale del settore: se infatti – precisa il deputato – la produzione europea rappresenta il 90% della produzione mondiale di prodotti vitivinicoli aromatizzati (circa 3 milioni di ettolitri l’anno), quella italiana rappresenta il 90% di quella europea. I consumi nell’Ue si attestano intorno a 2 milioni di ettolitri l’anno. Tra i vini aromatizzati più conosciuti il Vermouth, il Barolo Chinato, il Retsina greco.