Export agroalimentare italiano in crescita nel 2024, secondo i dati diffusi da Federalimentare in merito all’import ed export italiano per il settore della trasformazione alimentare, al settore primario e complessivamente all’intero comparto agroalimentare.
EXPORT AGROALIMENTARE, INDUSRIA ALIMENTARE E SETTORE PRIMARIO
L’industria italiana della trasformazione alimentare secondo i dati diffusi dall’ufficio studi di Federalimentare, registra sui dodici mesi 2024 una quota export di 56.776,3 milioni di euro, con un tendenziale del +8,6% sullo stesso periodo 2023. Va aggiunto che, in quantità, l’export del settore mostra sui dodici mesi un tendenziale del +5,2%. Ne consegue che il valore unitario dell’export settoriale (esito del confronto fra i delta in valore e quantità) segna nel periodo un apprezzamento indicativo di 3,4 punti.
A fianco della trasformazione, il settore primario raggiunge sui dodici mesi la quota export di 11.156,0 milioni di euro, con una crescita tendenziale del +7,4%, In quantità, l’export primario sale in parallelo del +7.8%. Il valore unitario del primario segna così, nel periodo, un calo indicativo di 0,4 punti.
L’agroalimentare complessivo registra a sua volta, sui dodici mesi, una quota export di 67.932,4 milioni, con un tendenziale del +8,4%. A fronte di una variazione in quantità del +5,7%, ne esce un valore unitario medio indicativo in crescita di 2,7 punti.

PRINCIPALI PAESI D’ESPORTAZIONE
Fra i grandi mercati dell’industria alimentare, va sottolineata ancora la sostanziale, forte spinta degli Stati Uniti, che mettono a segno a consuntivo un +17,5%. Essi consolidano perciò un netto rimbalzo dopo la sostanziale stagnazione (+2,2%) accusata a consuntivo 2023. A questa performance si affiancano le spinte più contenute, fra i grandi mercati, della Spagna (+7,9%), del Regno Unito (+6,1%), della Germania (+6,2%) e della Francia (+3,9%). Tra i mercati di maggiore peso, vanno ricordate anche le crescite a due cifre della Polonia (+18,4%), del Canada (+14,9%), del Giappone (+10,0%) e dell’Australia (+16,1%).
Vanno segnalate altresì le performance sopra la media di settore di alcuni paesi importanti. In particolare, la Cina segna sui dodici mesi una spinta del +12,9%, affiancata dalla Corea (+19,8%), dalla Croazia (+13,6%) e dal Brasile (+11,3%). In ripresa si conferma la Russia, con un +20,3% che inverte nettamente il -12,2% del 2023. Mentre su un passo significativo si pone anche l’export in Ucraina, con un +12,2%.
Il mercato comunitario dell’industria alimentare mostra una crescita tendenziale a consuntivo del +6,3%. Esso evidenzia perciò il rientro dell’area su tassi inferiori a quelli globali, come è sempre stato negli ultimi anni, con la solitaria e premiante eccezione del 2023.

Nel complesso, si conferma che una parte significativa dell’accelerazione dell’export dell’industria alimentare dell’anno si deve alla ritrovata, vigorosa spinta del mercato nord-americano. Il passo complessivo del settore, comunque, appare tanto più apprezzabile in presenza della erosione delle esportazioni complessive del Paese e del quadro generale poco dinamico del commercio internazionale.
Il passo dell’industria alimentare è frutto, come sempre, di andamenti oscillanti al suo interno. In valore, essi sono largamente orientati in positivo, con i forti spunti espansivi delle “acque minerali” (+28,5%) e degli “oli e grassi” (+25,1%), seguiti dal “dolciario” (+15,2%) e dall’ ”ittico” (+13,3%).
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ANDAMENTO DELL’IMPORT
L’import dell’industria alimentare segna sui dodici mesi la quota di 34.718,3 milioni di euro, con un tendenziale del +7,0%. Ne esce un saldo attivo per il settore di 22.058,1 milioni, in crescita del +11,2% su quello del 2023.
Va sottolineato da ultimo che, l’import a livello agroalimentare evidenzia un attivo di 1.715,2 milioni, dopo quello di 628,6 milioni emerso a fine 2023. Nello specifico, il saldo dell’import segmento primario registra comunque un “rosso” di 20.342,9 milioni, in aumento del +5,9% su quello del 2023.
Fonte: www.federalimentare.it