Le stime sull‘export presentate a Verona dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor prevedono una crescita 2018 del 3,8%, per un valore assoluto vicino ai 6,2 miliardi di euro, a fronte però di un calo dei volumi del 9%.
L’incremento è però dovuto al buon andamento dei vini spumanti, prosecco innanzitutto che sono cresciuti del +8,9% a volume, mentre i vini fermi hanno subito un calo a volume del 3,8% . “L’Italia cresce ma soprattutto grazie agli spumanti – rimarca Denis Pantini di Nomisma Wine Monitor – Un trend accentuatosi nel 2018 negli Usa, dove i vini fermi francesi, in particolare i rosé, tolgono spazio ai nostri prodotti (Pinot Grigio soprattutto), e tra i buyer tedeschi che si riorientano sui domestic wine”.
Il dettaglio sui top 10 Paesi importatori (Usa, Uk, Germania, Cina, Canada, Giappone, Svizzera, Russia, Svezia, Brasile), che da soli valgono i 2/3 degli scambi globali di vino, segnala una perdita a volume dell’export italiano in tutte le aree considerate a eccezione degli Usa (+0,9%). Diverso lo scenario a valore, con decrementi in Germania, Giappone e Svizzera mentre sono positivi ma contenuti i trend nelle altre piazze, con Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Svezia e Russia destinati a crescere non oltre i 2 punti percentuali. Diverso il discorso sulla Cina, che ha chiuso da 6 mesi le proprie fonti doganali e dove l’Italia, secondo i principali partner commerciali, cresce del 3,8%.
Il confronto sull’export vede i produttori italiani procedere con un passo più lento rispetto ai competitor diretti: per la Francia si attende un +4,8% (per un valore assoluto superiore a 9,5 miliardi) e la Spagna dovrebbe crescre del +5,2% (oltre i 3 miliardi). “In un anno in cui il vino italiano ha ottenuto ottimi piazzamenti nelle guide a livello internazionale, si annuncia una proiezione di mercato tra luci e ombre – ha commentato il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani – Stiamo assistendo a un cambiamento delle polarità nel mercato, per questo serve un’armonizzazione delle politiche di promozione”.