Bilancio in chiaroscuro per le cantine italiane in Russia. Da gennaio a settembre, a fronte di una crescita sui volumi (+8%, a 29 milioni di litri), il nostro Paese registra una decisa battuta d’arresto sui valori (-5%, a 114 milioni di dollari), che vanificano quanto di buono fatto dal nostro Paese fino a giugno. Non messa meglio è la Francia, che oltre a una perdita a valori (-2%), mette in conto anche una riduzione sui volumi del 4%.
Spartito non migliore per la Spagna che paga, anche se in maniera meno forte rispetto a noi, la salita del prezzo medio dell’11%. Ad andar bene – nel senso che portano a casa più soldi rispetto al 2012, sono gli ucraini (+20%) e i bulgari (+26%), mentre il resto dei Paesi soffrono. Da segnalare il ritorno dei vini georgiani, con 18 milioni di dollari praticamente fatti in soli tre mesi.
Sul fronte spumanti, l’Italia (e l’Asti in particolare) riprende finalmente a macinare i consueti volumi di vendita, portando sl mercato 62 milini di dollari di valore, per una crescira del prezzo medio a +22%, a sfiorare i 6 dollari al litro. Continua invece la retromarcia delle bolllicine francesi e ucraine, in recupero gli spagnoli, soppiantati dai vini provenienti da Moldova e Abkhazia.
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