Il chinotto, la bibita scura dal sapore gradevolmente amaro della tradizione italiana, conquista nuovi consumatori anche all’estero. In una news ANSA del 13.08 Alessandra Moneti rivela che la bibita italiana piace molto anche Oltreoceano, dove ha un target più giovane. In America il chinotto, la bibita a base dell’omonimo agrume, è sbarcata circa tre anni fa, prima in Canada e poi negli Usa, dove ha conquistato soprattutto i consumatori giovani. “Il cavallo di Troia per l’approdo del chinotto nella patria della Coca-Cola, così come in Australia, é stata la comunità degli italiani all’estero che hanno affermato l’italian way del bere naturale e retrò”
Il chinotto è una delle bibite gassate più conosciute sul mercato italiano del bere analcolico, con un sapore caratteristico e un retrogusto amaro conferito dagli estratti del frutto chinotto, un agrume di origine cinese che in Italia è coltivato in Sicilia (zona di Taormina) ma soprattutto in provincia di Savona (da Varazze a Finale Ligure), ora diventata presidio Slow Food. Il chinotto è sicuramente percepito come bibita meno dolce rispetto alle rivali bibite cole (di origine nord americana) con cui ha in comune il colore scuro (dovuto alla presenza di zucchero caramellato) ed una leggera presenza di caffeina.
La nascita ufficiale della bibita chinotto risale al 1932 su iniziativa della Sanpellegrino che da allora lo ha ininterrottamente prodotto dapprima con la semplice denominazione di “Chinotto Sanpellegrino” e successivamente con il marchio specifico “Chinò”, divenendo leader in questo specifico comparto. Ma gli italiani di una certa età ricordano anche il popolare Chin8neri (prodotto nel Lazio) che, subito dopo la guerra, avviò una fortunata campagna pubblicitaria incentrata sullo slogan “Non è chinotto se non c’è l’8” . La bibita chinotto è ora prodotta da almeno una decina di produttori italiani: oltre a Sanpellegrino e Chinotto Neri, anche San Benedetto (Veneto), Abbondio e Lurisia (Piemonte), Spumador, Norda e Bracca (Lombardia), Di Iorio (Molise), Arnone (Campania), Tomarchio (Sicilia),….. Anche Coca-Cola si è accorta del fenomeno chinotto e da qualche anno lo ha inserito nel catalogo italiano all’interno della linea Fanta (Fanta Chinotto).
Alessandro Invernizzi, AD della Lurisia (produttore de “Il Vero Chinotto” in preziose bottiglie da 20 cl) , parla di “primavera del chinotto”. All’inizio dell’anno, precisa “avevamo messo a budget per tutto il 2009 una produzione di 600 mila bottiglie del nostro chinotto senza conservanti né coloranti. Mentre al 30 luglio i dati di vendita superano i 2,5 milioni di pezzi. Mi trovo così a gestire… un eccesso di domanda…., nonostante un prezzo di 30 centesimi in più della Coca-Cola. Fortunatamente, anche il valore percepito dalla clientela, così come da molti chef stellati che abbinano chinotti a selvaggina e brasati, è maggiore, perché i tempi di lavorazione di una multinazionale sono mezz’ora, mentre per il nostro prodotto ci vogliono 45 giorni”. (ANSA)
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