Regina indiscussa dell’ultima Florence Cocktail Week, la vodka di Altamura Distilleries ha riunito all’ombra del Duomo alcuni fra gli esponenti più influenti e riconosciuti del mondo del bar italiano e internazionale. Fra questi, c’è sicuramente il Bar Manager di Aman Venice Antonio Ferrara, recentemente premiato – non a caso – anche col tanto ambito “110 e lode”.
Per Beverfood.com abbiamo avuto il piacere di intervistarlo a margine delle due serate che l’hanno visto protagonista durante la settima edizione della kermesse sul bere miscelato organizzata a Firenze da Paola Mencarelli, interpellandolo proprio sul progetto FCW, sulla prestigiosa collaborazione con Altamura Distilleries e sul progetto legato ai bartender Under25 di cui è stato ufficialmente il tutor.
Antonio, innanzitutto che impressione ti ha fatto la tua prima Florence Cocktail Week?
“La Florence Cocktail Week è stata un evento meraviglioso visto da chi, come me, l’ha potuto vivere in prima persona. Ho trovato una città piena di persone, tutte con le spillette ufficiali, che giravano ogni giorno in cerca del prossimo bar da visitare… Bellissimo! Il livello dei cocktail bar a Firenze è molto alto ed è stato davvero interessante vedere come ogni realtà abbia adattato la propria filosofia per la perfetta realizzazione della manifestazione”.
Com’è andata la collaborazione con Altamura Distilleries?
“Il team di Altamura ha confermato ancora una volta la grande azienda qual è. I ragazzi hanno organizzato tutto nei minimi dettagli e, ogni volta che c’erano degli imprevisti, erano tutti sempre pronti a risolverli. È stato un vero piacere per me lavorare con loro”.
Ci puoi raccontare i tuoi drink base vodka preparati da Cibrèo Ristorante & Cocktail Bar?
“Nella prima serata, che mi ha visto dietro al bancone insieme a Lorenzo Di Cola dell’Experimental Cocktail Club, ho proposto una mia rivisitazione del Martini, utilizzando un vermouth di nostra infusione con menta e semi di finocchio, con 60 secondi di diluizione, coppetta Martini e come guarnizione una foglia d’oro edibile (un piccolo marchio di fabbrica). Il risultato? Un Martini più fresco e meno secco del solito. Sempre alla prima serata ho realizzato anche un sour con uno sciroppo in osmosi di ananas, chiodi di garofano e pimento, e ho sostituito la parte acida con l’aceto di riso. In questo caso ho creato un cocktail speziato dalla memoria orientale”.
Nella seconda serata sul rooftop dell’Empireo al Plaza Hotel Lucchesi invece cosa hai proposto?
“Nella seconda serata ho riproposto sempre lo stesso Martini e ho aggiunto anche un long drink, un Fizz con succo di limone e arancia, oltre a un cordiale di camomilla e fiori di sambuco con qualche goccia di bitter alla pesca. Essendo su una terrazza, fra l’altro molto suggestiva, ho voluto preparare qualcosa di estivo e dissetante”.
Che responsabilità è stata rappresentare un marchio globale e iconico come Aman in una delle cocktail week più importanti d’Italia?
“Aman crede nella mixology e mi ha supportato in questa partecipazione, sapere di doverlo rappresentare anche fuori da Venezia mi ha dato una grande carica. La drink list che ho portato era proprio incentrata sui gusti e le preferenze degli ospiti che vengono di solito all’Aman Venice, così da portare un po’ di Aman in ogni situazione dove sono stato. Noi lavoriamo sempre sulla ricerca, ma anche sulla semplicità, con pochi ingredienti ben bilanciati. Il nostro primo obiettivo è infatti la guest experience, che inizia nel momento in cui entri e vieni accolto, prosegue quando devi scegliere il drink, per poi essere infine coccolato durante la degustazione. Come mostrare il nostro stile a tutti, se non attraverso la Florence Cocktail Week? Non mi sono sentito una responsabilità nel rappresentare Aman, ma piuttosto un onore!”.
Chiosa inevitabile sul progetto “Young Guest Bartender”, che ti ha coinvolto personalmente come tutor di tanti giovani professionisti chiamati a organizzare la loro prima guest.
“Sono stato molto contento quando ho saputo della grande opportunità di seguire i ragazzi under 25 in questo bel progetto. L’obiettivo era far avvicinare tanti giovani bartender alle aziende sponsor e renderli capaci di sostenere una guest bartender. Mi riferisco quindi non solo alla creazione di un cocktail, ma anche e soprattutto a tutto ciò che avviene prima e dopo: contatto con l’azienda sponsor, trovare una location adatta al proprio stile e allo stile con cui si vuole rappresentare l’azienda sponsor, conoscenza del prodotto e solo alla fine la realizzazione di una drink list. I partecipanti sono stati tutti molto bravi e con una grande voglia di fare. Fondamentali sono state anche le aziende sponsor che hanno creduto nel progetto e con questi presupposti si è potuto fare qualcosa che prima non c’era. Inoltre, sabato 22 aprile, Paola Mencarelli ha organizzato una mastercalss con Valentino Longo, fondatore di Shoshin Art Club, rendendo così la Young Guest Bartender qualcosa di internazionale”.
Foto di Mike Tamasco e Niccolò Leone