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Federdistribuzione: prosegue il calo delle vendite al dettaglio, -1,4% nei primi 6 mesi 2012


I dati di giugno sulle vendite al dettaglio diffusi oggi dall’Istat segnalano una diminuzione complessiva del -0,5% rispetto a giugno 2011; nei primi sei mesi del 2012 il calo si attesta al -1,4%. “Anche il dato di giugno conferma la lunga fase di diminuzione dei consumi che sta attraversando il Paese – commenta Giovanni Cobolli Gigli (cfr foto accanto), Presidente di Federdistribuzione – Il decremento del -1,4% della prima metà del 2012 va visto anche in funzione dei valori negativi che caratterizzano le vendite al dettaglio dal 2008 (con l’unica eccezione del 2010 che ha visto un debole +0,2%), che determinano negli ultimi 5 anni un calo complessivo del -4,4%, un valore che dà concreta testimonianza delle difficoltà delle famiglie”.

“Colpisce in particolare – prosegue il Presidente di Federdistribuzione – la continua diminuzione dei beni non alimentari, i primi a subire gli effetti del minor potere d’acquisto cittadini. Il -2,2% dei primi 6 mesi del 2012 porta il dato complessivo dal 2008 ad un preoccupante -6,3%, a fronte di una mancanza di crescita nello stesso periodo dei prodotti alimentari”. “In questo quadro allarmante la Distribuzione Moderna alimentare e non alimentare continua nella sua azione di offerta di convenienza e di ampia scelta, ottenendo consenso da parte dei consumatori, che vedono in essa un bastione a tutela della loro capacità di spesa e della possibilità di sostenere gli stili di vita abituali, anche attraverso l’utilizzo delle promozioni (ormai con un peso superiore al 30% in un carrello medio della spesa) e delle marche private, che rispondono alle esigenze di buona qualità a prezzi ragionevoli”. “Preoccupa infine la costante diminuzione del clima di fiducia delle famiglie, ulteriormente in calo ad agosto secondo i dati Istat – conclude Giovanni Cobolli Gigli – Senza il recupero di positive prospettive per il futuro da parte delle famiglie la ripresa dei consumi sarà difficile e senza una ripresa dei consumi non può essere avviato un percorso stabile di crescita per il Paese”.

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