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Federvini: piano di internazionalizzazione centrato su comunicazione e promozione all’estero


Una  efficace campagna di comunicazione istituzionale per promuovere ed enfatizzare i punti di forza e l’unicità dei nostri prodotti, dai vini agli spiriti e gli aceti. Un impegno concreto sulla digitalizzazione del Paese per favorire le attività commerciali, soprattutto verso l’estero. Iniziative di partenariato con la GDO ed organizzazione di incoming per consentire agli operatori visite mirate a una conoscenza più immersiva di prodotti e territori.

 

 

Queste le sollecitazioni avanzate da Federvini al Tavolo agroalimentare del Maeci, convocato dal Sottosegretario di Stato con delega all’internazionalizzazione Manlio di Stefano con l’obiettivo di raccogliere analisi e proposte della filiera in vista della redazione di un piano strategico di internazionalizzazione per i prossimi due anni.

Federvini ha sottolineato l’importanza di una comunicazione che faccia emergere  la corretta percezione del valore e della peculiarità dei prodotti rappresentati. L’Italia è il primo produttore mondiale di vino, vanta una tradizione dell’arte liquoristica e distillatoria molto antica ed eccellenze quali l’Aceto Balsamico di Modena IGP: non sempre – o comunque non abbastanza – all’estero si ha una reale percezione del valore di questi nostri asset.

 

 

Altro tema essenziale il processo di digitalizzazione delle imprese: il canale delle vendite online durante i mesi del lockdown ha avuto un ruolo essenziale, tuttavia i settori vini e spiriti vanno sostenuti nella transizione al digitale. Devono infatti assolvere anche una serie di adempimenti fiscali nelle vendite a distanza extra Ue ed è necessaria  un’assistenza tecnica alle aziende sulla scelta delle piattaforme e sulle procedure nei diversi mercati.

Non meno importante l’impegno sull’incoming e sulla promozione all’estero. Come paesi prioritari: in area Ue la Germania e il Regno Unito (dove la Brexit sta avendo alcuni effetti sull’export), extra Ue gli USA, il Canada, ma anche Sud est asiatico, Cina e Giappone. Particolare attenzione al mercato americano, grazie alla ripresa di rapporti più distesi dopo la sospensione dei dazi Usa sui liquori italiani e la recente decisione di risolvere la querelle acciaio-alluminio con la Ue.

+Info: www.federvini.it

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