È un’Italia a due velocità quella descritta a Roma nel corso dell’assemblea Federvini ed emersa dalla presentazione del primo studio nazionale sulla filiera vino, spiriti e aceti. In controtendenza rispetto a un mercato interno in contrazione, in termini di valore nel 2012 si è registrato un export pari a 4,8 miliardi di euro (+6,7% sul 2011) nel comparto vini e mosti, a fronte di una contrazione in termini di volumi (-8,6%). Germania, Regno Unito Stati Uniti, Cina (+6% in volumi) e Giappone (+16,6% in volumi) i principali mercati.
Per fronteggiare il costante decremento dei livelli di consumo registratosi anche nel 2012, il presidente di Federvini, Lamberto Vallarino Gancia, ha proposto un chiaro indirizzo: “Occorre adottare strategie condivise tra i diversi attori della filiera produttiva, per creare accordi che permettano di entrare in mercati dalle enormi potenzialità (come il Brasile) ma complessi. Una prima opportunità saranno sia i prossimi Campionati del mondo di calcio, che si giocheranno nel 2014 in Brasile ma, soprattutto, Expo 2015 a Milano, una vetrina che gli addetti ai lavori dovranno valorizzare compiutamente”. La richiesta principale del comparto è semplice: essere riconosciuto come un elemento vitale del Sistema Paese, in grado di fungere da traino del made in Italy anche in mercati meno esplorati.
“Per sfruttare queste opportunità e affrontare la fase di contrazione economica e dei consumi, è necessario creare una mentalità di squadra tra i diversi attori del settore, affinché si agisca in rete e si mettano in atto politiche comuni”, ha dichiarato Gancia.