L’autore del servizio (Alessandro Gilioli) esamina innanzitutto la storia, le tappe e le strategie di sviluppo di Red Bull, il leader del mercato degli energy drink in Italia (46 mio lattine vendute nel 2005, secondo l’Espresso) e nel mondo ( ben due miliardi e mezzo di lattine), per poi allargare l’analisi agli altri competitori, tra cui i giganti americani delle bollicine Coca-Cola e Pepsico.
Più in generale l’autore cerca di spiegare il perché del boom dei consumi di questi “beveroni” arricchiti di caffeina ed altri stimolanti, ed inoltre taurina, glucuronolattone, vitamine e, talvolta, anche ginseng. Inizialmente il prodotto fu veicolato sul target adolescenziale con messaggi-promesse del tipo: “ti dà la carica, ti fa ballare più a lungo, ti rende brillante e creativo, allontana la stanchezza, ti aiuta se il giorno dopo hai un’interrogazione e ti fa diventare perfino più simpatico con le ragazze”. Non a caso la promozione del prodotto avveniva attraverso il c.d. “marketing virale” (distribuzione davanti alle discoteche e alle scuole, ai concerti rock ed in occasione di altri eventi giovanili). Così il tam tam funzionò e dilagò.
L’autore mette anche in evidenza come le bevande energetiche stiano letteralemnte esplodendo in Nord America, dove i nuovi drink hanno conquistato anche gli adulti trentenni e quarantenni (giovani manager, yuppie, ecc.) che, in una società sempre più veloce e competitiva, vedono in queste bevande un mezzo per migliorare le loro performance psico-fisiche. “Che poi, come dice l’autore, la bevanda energetica serva davvero o che sia tutto un effetto placebo, in fondo è questione secondaria: chi ne beve a litri ha la senzazione di produrre di più, e questo basta”. In America si contano ormai centinaia di marche di energy drink, tutte censite in rete da www.energydrinkreviews.com (con tanto di analisi, punteggio potenza e gusto e prezzo)
Il servizio dell’Espresso, tuttavia, mette in evidenza, nella sua parte conclusiva, alcuni problemi legati a certi tipi di consumo di energy drink. Premesso che in alcuni paesi (come ad esempio Francia, Danimarca e Norvegia) le bevande contenenti taurina non sono ancora autorizzate, il tipo di consumo che viene ritenuto più pericoloso e, quindi da condannare, è quello di assumere energy drink con alcool (per esempio attraverso i vari cocktail a base di liquori e acquaviti), in quanto questo mix provocherebbe una “dispercezione delle abilità”: in altri termini le sostanze stimolanti ed energetiche contenuti negli energy drink altererebbero la percezione del proprio stato di sobrietà, spingendo, quindi, a compiere atti (come ad es. il guidare) che diventano molto pericolosi dopo aver assunto dosi elevate di alcool o, addirittura, potrebbero diventare un alibi per consumare dosi maggiori di bevande alcoliche .
Il fatto che un settimanale di larga diffusione come l’Espresso abbia voluto dedicare un ampio servizio, per di più collocato in primo piano della rivista, mette comunque in evidenza come il fenomeno degli energy drink sia ormai diventato un fatto di moda e di particolare rilievo anche nel nostro paese.
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