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Ferragosto, vino convenzionale non ti conosco. Il ritornello dell’estate agostana del vino potrebbe essere questo. Il vino naturale sta scaldando posizioni nelle preferenze dei consumatori, che quando si avvicinano a questa tipologia di etichette non tornano più indietro. Per parlare di vino naturale lo abbiamo fatto con Domenico Sordi, sommelier e animatore di gruppi sul vino naturale sui social e nella realtà, un  vero maestro del settore e un amico della redazione di Beverfood.com.

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“Il comparto del vino naturale sta reggendo bene, le cantine non si sono mai fermate neanche durante il lockdown e si preparano alla vendemmia in molti casi buona come qualità delle uve- ci racconta Domenico – Molti appassionati di vino si sono avvicinati al vino naturale in questa fase, spazio di crescita c’e, anche se molte realtà che avevano puntato sul comparto della ristorazione hanno sofferto sul fronte delle vendite, nonostante un lavoro di distribuzione capillare. In altri casi la vendita diretta sta arrivando nelle case degli estimatori del vino naturale, il consiglio è  di prendere la macchina e andare a visitare queste cantine. Bisognerà vedere in autunno come riprenderà il settore fieristico, da sempre rappresenta una valvola di sfogo importante quando viene associata alla possibilità di acquisto al banco degustazione”.

Domenico Sordi con il sig.Curto

Autoctoni e vitigni internazionali, metodi di produzione che vengono dal passato, tecniche in vigna e in cantina poco invasive e rispettoso. Risultato nel bicchiere espressioni del territorio che non deludono mai le aspettative. “C’e davvero da divertirsi, in alcune zone alcuni produttori con il loro lavoro impostato sull’artigianalità hanno fatto da apripista ad altre realtà nuove che si affacciano su un mercato in crescita. Amo alcuni produttori con cui si instaura un vero rapporto di amicizia, la cosa bella che un’annata non è mai uguale alle altre, sfumature che arricchiscono la conoscenza di questi artigiani del vino”

Dodo la chiama “beva compulsiva”, quella caratteristica di bevibilità estrema che richiama un altro sorso, un bicchiere dopo l’altro. In questa carrellata per sua gentile concessione con foto e recensioni tratte dal suo profilo ufficiale Facebook e dal gruppo Vini Naturali molto seguito, di vini glu glu e dalla beva compulsiva ne troviamo molti, tutti assaggiati negli ultimi mesi da Domenico Sordi.

 

RISPETTO DANIELE RICCI

La nostra carrellata iniziata dal Piemonte, si parte da Costa Vescovato, piccolo comune piemontese situato nel territorio della provincia di Alessandria dove ci sono le vigne, un corpo unico di filari che circondano la Cascina San Leto di Daniele Ricci, un grande interprete del Timorasso. Ma per una volta facciamo una deviazione, stappando il Rispetto 2015. Questo è uno di quei vini che ti fa fare pace con i vitigni francesi vinificati in Italia e spesso bistrattati. Un Sauvignon del suo terroir. Il suo Sauvignon. In verità credo che una piccola parte delle uve siano di Riesling Italico. Bel giallo dorato. Naso di albicocca, mandorla ed un accenno di idrocarburo che poi avverti leggermente anche in bocca. Gran bella freschezza, sapidità e persistenza. A tutto pasto. A tutta gola.

 

ROSSO DI CERASA FRANCESCO GUCCIONE

Sin da bambino Francesco Guccione sognava grazie ai racconti della nonna di tornare a far vino a Cerasa. Nel feudo di Cerasa, la vite veniva coltivata solo per una produzione di vino ad uso familiare, una produzione che purtroppo andò distrutta con il terremoto del Belice. Altro stappo e altro vino del cuore il Rosso di Cerasa 2015 di Francesco Guccione. Le due anime di Perricone e Nerello si sposano perfettamente. Si parla di anima perché solo i vini naturali la possiedono. Gran vino. Naso di frutta rossa selvatica, lamponi e more direi. In bocca riesce ad essere vivo, quasi masticabile ma anche elegante. Ha tannini gradevoli ed una acidità che ne assicura il futuro. Beva compulsiva.

www.francescoguccione.com/

 

NUS MALVOISIE LES GRANGES

Andiamo a Les Granges, azienda che prende il nome dall’omonimo villaggio situato nella collina di Nus, all’adrèt, il versante soleggiato della Valle d’Aosta. Agricoltura a tutto tondo, per essere per lo più autosufficiente, coltivando per tradizione uva, cereali e ortaggi tra i villaggi di Les Granges e Lignan, nella valle di Saint-Barthélemy. Molto interessante il loro Pinot Grigio. Giallo nel bicchiere. Naso di pesca e pera direi. In bocca bella e lunga sapidità, tannini gradevoli, una discreta acidità sempre difficile da raggiungere in valle per le rare piogge. Davvero ottimo a pasto.

lesgrangesvini.com/

 

ROSSESE DOLCEACQUA TESTALONGA

Nino Perrino è un vero precursore, artigiano e garagista. Incomincia a raccogliere le uve nel 1961 nei vigneti di proprietà posti sui terrazzamenti delle colline di Dolceacqua, nelle zone di Arcagna e Casiglian, aiutando i genitori. Oggi insieme nipote Erica è uno degli avamposti del vino naturale in Liguria, il suo Rossese annata 2016 è un altro vino del cuore. Una ventina di giorni di macerazione con lieviti indigeni senza controllo della temperatura. Poi un anno nelle vecchie botti di rovere. Naso fruttato, lampone e ciliegia, poi macchia mediterranea. So di averlo stappato presto perché questo è un vino senza tempo. In bocca è fresco, gustosa sapidità marina, un filo erbaceo, bel tannino, lungo persistente, beva smisurata.

 

VITOVSKA VODOPIVEC

Il Carso è la terra della verità. Aspra, ostica, difficile. In una parola, vera. La terra della pietra e del vento, della natura forte e vigorosa. La terra delle stagioni dai colori da sogno, dell’aria tersa e pungente. La Vitovska 2012 di Vodopivec è spettacolare. Assemblaggio di uve di diverse vigne. Macerazione di sei mesi in anfora ed affinamento in legno. Nel bicchiere un bel giallo dorato. Naso di pesca gialla, poi agrumi canditi e poi erbe aromatiche, timo direi. In bocca è sapido, fresco, lungo e persistente. Un vino che mastichi. Ottimo con le cozze alla tarantina, rana pescatrice e acciughe del Cantabrico. Chapeu.

www.vodopivec.it/

 

LIBER CERRETO LIBRI

La Fattoria Cerreto Libri del professor Andrea Zanfei ha prodotto il primo e unico Chianti Rufina Docg da agricoltura biodinamica. Il nome Liber richiama il nome dell’azienda, ma significa anche la libertà di raccontare la storia di questi luoghi. Perdonate il bicchiere a fine pasto… un altro vino del cuore, un altro rosso dal cuore grande. Sangiovese e in minima parte canaiolo. Un vino di grande personalità. Bel rosso porpora, naso di ciliegia direi e poi dopo il primo calice tabacco. In bocca il sorso è straordinario, vino sapido e fresco, tannini ancora decisi, lungo, persistente, bottiglia finita molto velocemente.

www.cerretolibri.it/index.html

 

STELLA FLORA MARIA PIA CASTELLI

L’azienda Agricola “Maria Pia Castelli” propone vini pregiati prodotti artigianalmente, con uve selezionate e con i migliori strumenti, in un perfetto connubio tra tradizione e innovazione. L’azienda nasce nel 1999 dalla passione e dalle mani esperte del padre di Maria Pia, Erasmo Castelli, con il preciso intento di produrre vini di alta qualità. Stella Flora di Maria Pia è un’icona della cantina che si è imposta come una delle proposte più interessanti nel panorama dei vini del piceno. Un blend di uve pecorino, passerina, trebbiano e malvasia. Macera tra le due e tre settimane e poi botte per più di un anno. Colore ambrato. Naso complesso di albicocca , mandorla, erbe di campo, rosmarino, camomilla. In bocca una gran bella acidità, vino sapido, strutturato, tannini gradevoli, che personalità.

www.mariapiacastelli.it/

 

BARBARESCO TEOBALDO RIVELLA

Teobaldo Rivella appartiene ad una generazione di vignaioli, il padre Serafino produceva e vendeva vino sfuso e in damigiana come il nonno Pietro ed il fratello Guido per 40 anni è stato enologo per Angelo Gaja. Stappato il suo Barbaresco po’ in anticipo, un 2013 che diverrà ancora più buono tra qualche anno. Visitare la sua cantina con cari amici è da anni per me un appuntamento speciale. Nel 2016 si scordò di un mio appuntamento personale e mi richiamò un mese dopo… scusandosi per non avermi avvisato della sua assenza. Visivamente ha un colore granata scuro con quel tipico accenno aranciato. Naso ancora floreale di viola, poi di frutti prugna e mora ed un accenno di liquirizia. In bocca una meravigliosa acidità e dei tannini vivi, vino fine, elegante, lungo e persistente. Grande avvenire!

 

LAMA BIANCA FEUDO D’UGNI

“Cristiana alza gli occhi al cielo, inclina la testa e solleva a mezz’aria le braccia lasciandole bruscamente ricadere, abbandonate alla forza di gravità. Probabilmente le avete chiesto perché fa vino.” Oggi a pranzo Lama Bianca 2017 di Cristina Galasso, un trebbiano intenso, dove si sente tutta la sua passione. Colore ambrato segnale di una lunga macerazione. Naso di arancia e poi albicocca direi. In bocca fresco e sapido, si fa bere così volentieri che si finisce la bottiglia.

 

TRE VIGNE SA DEFENZA

Il territorio di Donori è abitato sin dalla preistoria. Vari reperti di età nuragica, tra cui i nuraghi di “Sa Domu e S’Orcu Mannu” e “Guntuxius” testimoniano l’occupazione di queste terre nell’età del bronzo. Oggi questa Sardegna più vera vede la presenza di cantine che si stanno affermando sulla scena del vino naturale come Sa Defenza, una lavorazione delle vigne con metodo naturale senza nessun impatto sul terreno, lasciando crescere le erbe spontanee attenti alla biodiversità per il miglioramento del suolo e quindi per ottenere uve di alta qualità. Assaggio del loro Le tre vigne 2016: naso di pepe e sottobosco. In bocca grazie a cannonau, bovale e sirah, il vino è poliedrico: sapido, fresco, un bel tannino ed un finale morbido. Bevibilita’ incredibile.  Altro vino del cuore, bottiglia finita in un lampo.

 

PRARUAR IL CENSO

Una Sicilia ancora da scoprire quella della cantina Il Censo e del suo patron Gaetano Gargano. Il territorio è quello di Palazzo Adriano, un’area vergine” dal punto di vista vitivinicolo, con grandi potenzialità e con vini bandiera come il fantastico Cataratto 2014. Macerazione lunga di 30 giorni, sfumature cromatiche di ambra nel bicchiere, al naso agrumi canditi ed albicocca direi. In bocca è sorprendente, i tannini sono gradevoli, più sapidità che freschezza, lungo e persistente, beva davvero piacevole.

 

CANONE INVERSO CANTINA VALPANE

“Mi piace lasciare tempo al vino, permettergli di maturare grazie a un affinamento che si estende in più anni di bottiglia nella mia cantina”. Il pensiero di Pietro Arditi e della sua cantina Valpane ci lascia in eredità un altro vino senza tempo. Il suo Canone Inverso 2011 cambia i paradigmi a cui siamo abituati, per una presenza storica nel Monferrato dal 1898 nel Piemonte più vero. Si apre con sentori di frutta rossa matura, poi una nota balsamica che lascia spazio a profumi più forti di terra, di cuoio. In bocca è godibile, ancora fresco, tannini gradevoli, lungo, persistente. Che Freisa!!!

cantinevalpane.com/

 

TREBBIANO SPOLETINO RAINA

Raína” era il soprannome del contadino che coltivava le loro terre, un nome scelto per mantenere vivo il legame con il passato quando nasce la cantina nel 2002. Siamo in Umbria, zona di Montefalco, dove Francesco Mariani cuoco e vignaiolo a Montefalco insieme all’amico Andrea Mattioli produce vini da agricoltura biodinamica. Il loro Trebbiano è di una semplicità di un vino che si erge a vino macerato esemplare. Bellissimo colore dorato. Naso direi di arancia candita e poi mela e poi erbe di campo. In bocca succosità, tannino, sapidità, freschezza, la classica bottiglia che a pasto finisci volentieri.

raina.it/it/

 

NIELDA AZIENDA AGRICOLA GRAZIOLI

Una chicca scoperta quella dell’azienda agricola Grazioli. Un blend di Croatina, Barbera e Vespolina. Questa volta siamo in Oltrepò a Montù Beccaria. Il vino è in bottiglia da un mese, un 2018, decido di aprirla comunque. Cemento e poi vetro. Una bella sorpresa. Naso di frutta rossa, prugna, poi pesca acerba e poi ancora una nota di sottobosco. In bocca bella acidità, un tannino tosto, vino vivo, persistente. Per goderlo al meglio serve un altro anno di bottiglia.

 

JAKOT DARIO PRINCIC

Chiudiamo in Friuli, a casa di Dario Princic. Piccola azienda posta ai piedi delle montagne che segnano il confine con la vicina Slovenia; da lì sono visibili le due Gorizia, quella italiana e l’altra, Nova Gorica, slovena. Gli ettari che la compongono sono circa 10 di cui vitati meno di 6, terreno è il classico argillo-calcareo e la limitatissima produzione arriva a 13.000 bottiglie annue suddivise fra ribolla gialla, chardonnay, sauvignon, pinot grigio, merlot e cabernet sauvignon. Stappiamo un Tocai magico ed espressivo di terroir e terreno vocato. Annata 2014. Nel calice un bel giallo ambrato frutto di una macerazione di una ventina di giorni. Naso complesso direi fieno, miele, zenzero .In bocca fresco, sapido, tannini gradevoli, finale lungo. Chapeau.

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