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Festa della Liberazione e San Marco. Doppia ricorrenza e doppia festa per chi scrive, come sono tante le cantine legate al nome Marco nel mondo del vino italiano. Produttori, storie di famiglia e di territori, passaggi generazionali che in certi casi hanno visto liberarsi dai legami del passato, mentre in altri continuare nel solco della tradizione. Vini inclusivi e mai divisivi, etichette che raccontano i sogni e le speranze di un’Italia del vino unita da nord a sud, calpestando le vigne di alcune delle zone che hanno anche scritto pagine di resistenza, liberata da preconcetti e stereotipi. Ecco il nostro piccolo omaggio per il 25 aprile, cinque vini per brindare alla Festa della Liberazione e a San Marco.

Marco Fay Costa Bassa

Liberarsi dalla concezione della Valtellina per sottozone, ma concentrarsi sulle altimetrie. Così ha fatto Marco Fay appena ha preso in mano le redini della cantina di famiglia ormai qualche vendemmia fa, una piccola grande rivoluzione interna, ma senza troppe resistenze. La “costa bassa” parte dal fondovalle e arriva fino a 450 metri sul livello del mare, le condizioni climatiche rendono la buccia dell’acino più sottile e nell’uva troviamo acidità medio-bassa e tannino morbido. Da questa zona nasce il vino base della cantina, espressione semplice e varietale della Chiavennasca, un vino che regala tutta la magica bevibilità del Nebbiolo delle Alpi, in tutta Italia grazie alla  distribuzione capillare di Pellegrini.

Valpolicella Ripasso Secondo Marco

Da una parte c’è la paura di cambiare, dall’altra c’è la voglia di fare qualcosa di nuovo, di lasciare un’impronta che possa essere vista dalle generazioni future. Questa la filosofia di Marco Speri e di Secondo Marco, una cantina portata avanti con testardaggine e pazienza e umiltà. Qualità che si imparano lavorando in campagna, quelle che servono per creare qualcosa di unico e semplice ma straordinario come la natura. Il Valpolicella Doc Classico Superiore Ripasso rappresenta appieno questa liberazione da vincoli e legami familiari. Uvaggio classico, Corvina 60%, Corvinone 25%, Rondinella 10%, uve autoctone tra Oseleta, Croatina, Pipiona. Siamo nel cuore della Valpolicella a Fumane, nel bicchiere da gustare e da condividere il giudizio finale di questo passaggio generazionale, etichetta nel catalogo di Sagna.

Montefalco Sagrantino Antonelli San Marco

Nuova cantina ma stessa filosofia di sempre per interpretare un cavallo di razza come il vitigno Sagrantino per la cantina umbra Antonelli San Marco, coltivato per secoli esclusivamente a Montefalco. Produzione iniziata a partire dagli anni ’80, rese molto basse intorno ai 40 quintali per ettaro. Un vino che può rimanere in cantina per decenni dando il meglio dopo un lungo affinamento in bottiglia. Colore rosso rubino intenso, olfatto ricco e potente, etereo e complesso, note di frutta ed erbe aromatiche, dove spiccano agrumi, ciliegia, frutti di bosco, menta e origano. Grande struttura in bocca, con un tannino deciso e lunghissima persistenza.

Vecchio Samperi Marco De Bartoli

Marco De Bartoli è un nome nel mondo del vino che identifica subito un territorio, quello della zona di Marsala. Fu in onore al territorio e alla contrada di Samperi nell’entroterra marsalese, terra calcarea ricca di minerali, che diede il nome “Vecchio Samperi” al primo vino di Marco De Bartoli. Grillo 100%, un vino a tutto pasto, da non relegare alla fine ma da accostare a formaggi stagionati, carni brasate, pesce e tanto altro, molto interessante e sorprendente come aperitivo.

Muffis Marco Sara

Marco Sara è un viticoltore friuliano nella zona di Savorgnano del Torre, da sempre vocata alla produzione di vini passiti, come il Picolit. La tradizione racconta che si coltivasse già ai tempi dei romani, con le prime ricostruzioni al 1600. Non si è liberato della tradizione, ma il Muffis ha rappresentato l’inizio della lavorazione con la Botrytis, con la muffa nobile direttamente in pianta. Quando le condizioni non lo permettono, Marco Sara lavora con la botrite in appassimento. In questo caso il vino prodotto prende il nome di Mufis. La percentuale di muffa nobile che si trova nel Picolit è sempre del 20-30%, mentre nel Mufis è del 70-80%.

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