Una masterclass stimolante e una serata da ricordare, su una delle terrazze più belle di Firenze. Il successo è assicurato, se la drink list prevede Filippo Sisti, Bar Owner di “Talea” a Milano, GinArte e il “Plaza Hotel Lucchesi”. Il tutto, shakerato ovviamente all’interno di una Florence Cocktail Week che anche quest’anno ha riscosso unanimi consensi e grande, grandissimo entusiasmo.
Venerdì scorso, però, non si è parlato soltanto di gin. Perché GinArte è, per mission aziendale, un viaggio autentico nella bellezza. Un concept di gin strettamente connesso alla capacità di trasmettere emozioni e messaggi. Un’anima artistica, a partire dai suoi botanicals, dove spiccano erbe che nel Medioevo erano utilizzate come pigmenti per i colori di pittori e scultori: la nepitella, un tempo impiegata per la produzione del verde, il cartamo, la reseda odorata e la robbia, che davano vita al giallo, e il guado di Montefeltro, famoso per il blu di Piero della Francesca, oltre a piante e fiori capaci di creare un sapore unico e avvolgente.
Una gioia per gli occhi grazie all’eleganza delle sue bottiglie, realizzate ad hoc da svariati pittori, fotografi, street artist, tatuatori e designer. Ma anche per il palato e l’olfatto, col suo gusto e aroma inconfondibile tanto in purezza quanto all’interno di un grande classico come il “Gin Tonic”. Proprietà e qualità che Filippi Sisti è riuscito a raccontare appasionatamente ai tanti presenti alla masterclass, con la padronanza del tema di un professore, ma anche la genuinità di un grande amante di GinArte e del mondo del bar più in generale. Proprio lui che, già “Carlo e Camilla in Segheria”, col suo “Talea” ha recentemente portato nel palcoscenico milanese un nuovo concept di miscelazione.
Così, a margine della lezione organizzata impeccabilmente dal F&B Manager del “Plaza Hotel Lucchesi” Gabriele Frongia e dall’abile team della Florence Cocktail Week, Beverfood.com ne ha approfittato per fare due chiacchiere con Sisti sul contesto beverage fiorentino e il successo di un prodotto come GinArte. Ecco cosa n’è venuto fuori.
Sisti, che idea si è fatto innanzitutto di questa FCW19?
“È una gran bella manifestazione, curata nel dettaglio e utilissima per mostrare all’Italia e non solo questa bella realtà legata alla miscelazione che c’è a Firenze. La FCW permette alla città di crescere, attrae tanti professionisti del settore e rappresenta quindi un trampolino prezioso che mostra la strada da seguire”.
Milano da una parte, Firenze dall’altra: quanto sono distanti ancora queste due realtà nel mondo del bar?
“La clientela di Milano non è tanto differente rispetto a quella fiorentina, non sbagliamoci. Il 60% del turismo di Firenze è composto infatti da americani, i primi a saper bere bene documentandosi su cosa e come lo stanno facendo. La più grande difficoltà per il barman toscano, semmai, è quella di uscire dai soliti canoni e proporre qualcosa di innovativo. Secondo me Firenze avrebbe molto più potenziale di Milano in prospettiva, ma serve qualcuno con un po’ più di coraggio nell’investire su una nuova proposta”.
In quanto a prodotti, tra le realtà più originali e interessanti che arrivano dalla Toscana troviamo sicuramente GinArte.
“Assolutamente sì. Perché è diverso e versatile, due cose che nove su dieci non si sposano. In questo caso, invece, sono riusciti a fare un ottimo lavoro. Conosco bene la proprietà e c’è dietro tanta serietà. GinArte non è un giocattolino, tanto per parlarci chiaro, ma un prodotto in cui è riposta grandissima fiducia e quindi massima attenzione in ogni suo singolo aspetto. Basta vedere gli artisti o i professionisti con cui collaborano. GinArte è ancora chiuso nel baccello, ma è pronto a uscire per ritagliarsi un ruolo da protagonista assoluto. Direi che già adesso rappresenta senza alcun dubbio una delle più belle novità del 2019″.