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La carne più pregiata al mondo, cucinata secondo la filosofia messicana. Non poteva che chiamarsi “WagyuMex: il wagyu incontra la cucina messicana di Lucy Noriega” l’imperdibile cena fusion organizzata lunedì sera presso il noto ristorante fiorentino “Trattoria Dall’Oste”. Un viaggio palatale da Kobe a Guanajuato, un’esperienza appagante che ha portato gli entusiasti commensali prima in Giappone, terra natia del manzo più famoso del pianeta, e poi in Messico, patria della celebre chef Lucy Noriega. Il tutto, senza mai spostarsi però dal cuore di Firenze.
Dici Lucy Noriega, d’altronde, e non c’è bisogno di tante presentazioni. Con ben 23 anni alle spalle nel campo della gastronomia, la chef messicana si è laureata con lode in alta cucina presso “L’Ecole et Fondation Le Cordon Bleu” per poi lavorare in alcuni tra i ristoranti più facoltosi di Londra: il “Ritz-Carlton”, “Harrods” e “Au Pied de Cochon”. Come se non bastasse, Lucy Noriega è stata anche chef dell’ambasciata del Messico nel Regno Unito, oltre a ricoprire prestigiosissimi incarichi ad personam cucinando per il sultano del Brunei o la regina Elisabetta. Un vero e proprio alfiere, insomma, della cucina mexican style, che di continente in continente persegue il suo personale obiettivo di diffondere l’amore per gli inconfondibili aromi e sapori latinoamericani.
Non è un caso, dunque, che la cena patrocinata da Trattoria Dall’Oste, Frescobaldi e Tequila Huani sia stata un successone. Perché, chiudendo gli occhi (Beverfood.com ha avuto l’onore di partecipare), ogni ospite è stato subito proiettato oltre i limiti dello spazio e del tempo. Grazie a ingredienti unici, ricercati e genuini, che si sono perfettamente sposati con la carne Wagyu, col pluripremiato Tequila Huani e anche, ovviamente, con gli eccellenti vini del marchio toscano: un Pomino DOC, il Montesodi Castello Nipozzano IGT, il Mormoreto Castello Nipozzano IGT e il Picolit Attems, degni accompagnatori di portate bilanciate, coinvolgenti, appassionanti… Che la stessa Lucy Noriega ha raccontato in esclusiva ai nostri microfoni proprio a margine di questo indimenticabile percorso enogastronomico.
Noriega, partiamo inevitabilmente dalle sue creazioni: ci racconta il menù della serata?
“Innanzitutto devo dire che sono molto contenta del risultato finale. Ho visto tanta soddisfazione tra gli ospiti, con un buon feedback e volti appagati. Il menù prevedeva un primo piatto pensato ad hoc per esaltare il Wagyu: un equilibrio di sapori tra l’acidità del grasso della carne e la freschezza degli altri ingredienti. Poi, un piatto all’insegna dell’affumicatura, dal tono leggero e tale da apprezzare appieno la massima qualità del Wagyu, sempre con un tocco messicano chiaramente. Chiusura con un dolce fuori dai binari che ha lasciato tutti a bocca aperta: aggiungendo il grasso del Wagyu a un dessert si dà infatti quella nota acida che permette di trovare il bilanciamento perfetto”.
Non solo i suoi piatti, alla Trattoria Dall’Oste ci ha pensato anche il Tequila a farla sentire a casa.
“Il Tequila non deve mai mancare, è sacro (ride, ndr). Abbiamo dato il benvenuto ai commensali proprio con un classico Margarita, con un mix di tamarindo, peperoncino e Tequila Huani, un prodotto eccellente che ha vinto per tre volte il premio come ‘Mejor Agave de México’. Ci tengo a sottolineare la partecipazione di una delle migliori mixologist del Paese, Bere Muñoz, che ha disegnato i cocktail appositamente per questo evento, proponendoli insieme a una degustazione di chicharrón de ribeye come aperitivo”.
Era la prima volta che cucinava a Firenze? Com’è stato per lei?
“Era la prima volta che cucinavo in questa bellissima città, anche se c’ero già stata tante volte in vacanza. L’Italia è tutta ‘encantadora’, ma Firenze in particolare ha una magia speciale. Si respira in ogni angolo un’aria romantica e culturale. Non vi nego che quando passo dal vostro Paese ormai Firenze è diventata una tappa obbligatoria”.
Come definirebbe la sua cucina?
“La mia cucina è autentica, d’autore, con spiccate note messicane, riadattate però a una fusione di tecniche e differenti specialità. Una cucina, direi, molto facile da apprezzare e con una grande esplosione di sapori”.
Frutto delle sue tantissime esperienze, dalle strutture di lusso al ruolo di chef privata per personaggi illustri quali il sultano del Brunei o la regina Elisabetta.
“Definisco sempre la mia carriera come una collezione di tanti momenti magici. Ogni esperienza mi ha dato qualcosa sia a livello umano che professionale, ha fatto evolvere i miei piatti e la mia filosofia dietro ai fornelli. Oggi sono felice di poter viaggiare il mondo portando questo mix di idee e di espressioni, fiera di rappresentare a testa alta il mio amato Messico e soprattutto il mio stato d’appartenenza, Guanajuato”.
Di Paese in Paese, la sua cucina ha conquistato i palati di migliaia di persone da ogni parte del globo. Qual è l’ingrediente che non deve mai mancare?
“La passione e l’orgoglio nel voler mostrare sempre un pezzettino di Messico. Oltre al Tequila, come detto prima, nello specifico non possono mancare l’esplosività del peperoncino e le grandi creazioni dei piatti tradizionali, rivisitati però con un punto di vista differente per garantire loro un gusto unico”.
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