In Italia le vendite di prodotti biologici crescono soprattutto nei discount e nei supermercati di prossimità, segno che sono ormai diventati prodotti di massa. E cresce la richiesta di un’offerta sempre più specializzata che sia non solo “naturale”, ma anche gustosa e originale.
Dove sta andando il biologico in Italia e nel mondo? I numeri parlano di un successo che continua: secondo una recente ricerca a cura di FIBL (Forschungsinstitut für biologischen Landbau, Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica) e IFOAM – Organics International, l’agricoltura biologica coinvolge 2,7 milioni di produttoriche coltivano 57,8 milioni di ettari in 178 Paesi, per un valore globale stimato in oltre 90 miliardi di dollari.
A livello mondiale, l’Australia da sola totalizza quasi la metà delle superfici (27,2 milioni di ettari) seguita dall’Argentina (3 milioni) e dalla Cina (2,3 milioni). In Europa il Paese con la maggiore estensione di coltivazioni bio è la Spagna, con circa 2 milioni di ettari, ma è tallonata proprio dall’Italia con 1,8 milioni: un risultato ragguardevole se consideriamo che nel nostro Paese la superficie complessiva disponibile è molto inferiore. In Italia i terreni bio sono aumentati di 300 mila ettari tra il 2015 e il 2016 e rappresentano ormai il 14,5% del totale coltivato. In Italia le vendite di prodotti biologici crescono soprattutto nei discount e nei supermercati di prossimità, segno che sono ormai diventati prodotti di massa. E cresce la richiesta di un’offerta sempre più specializzata che sia non solo “naturale”, ma anche gustosa e originale.
Parlando invece di consumi, sempre secondo la ricerca FIBL-IFOAM, il più grande mercato al mondo sono gli Stati Uniti con 35,8 miliardi di euro, seguiti da Germania (8,6 miliardi di euro) e Francia (5,5 miliardi di euro). In Europa gli altri mercati più importanti sono il Regno Unito (2,6 miliardi di euro) e l’Italia (2,3 miliardi di euro, in crescita del 15% circa l’anno). La quota di mercato più alta è però in Danimarca (9,8% sul totale dell’alimentare) mentre la spesa pro capite più elevata si riscontra in Svizzera, con 274 euro, e il mercato che cresce di più è la Francia (+22%).
Per quanto riguarda i consumi nel nostro Paese, AssoBio rileva alcuni interessanti dati che lasciano intuire anche lo sviluppo qualitativo del settore. Se da un lato i tassi di crescita più rilevanti si riscontrano nei discount (+31,7%)e nei piccoli supermercati di prossimità (+23,5%), a segnalare che ormai quelli bio non sono più una nicchia, ma stanno diventando prodotti “di massa”, dall’altro cresce in modo significativo sia il numero di referenze offerte – +30% l’assortimento medio di prodotti bio nella GDO – sia la quota del bio sulla crescita totale dell’assortimento alimentare, pari al 23%: in altre parole, su 100 nuovi prodotti inseriti a scaffale, 23 sono biologici.
Un indizio di come i produttori stiano recependo sempre meglio le istanze di diversificazione e personalizzazione dell’offerta che arrivano da consumatori ogni giorno più informati e “specializzati”. Anche per i prodotti più tradizionali, come l’olio d’oliva. “Accanto al Gran Cru Millenario ricavato dai frutti pregiati degli ulivi secolari di Puglia, con la linea Armonia proponiamo un’esclusiva selezione di oli extravergine biologici aromatizzati simbolo, degli incontri di gusto fra la Puglia e i migliori sapori del mondo: zenzero, curcuma, bacche di goji, chia, quinoa, tè verde, limone, peperoncino”, afferma Antonio Raguso, CEO del Frantoio Raguso di Gravina in Puglia. Sempre dalla Puglia arriva l’olio extra vergine di oliva da agricoltura biologica certificata Biolivum, 100% prodotto in Italia da olive coltivate in Italia ed estratto a freddo: “Il nostro olio extra vergine di oliva è ottenuto esclusivamente dalla molitura di olive di prima qualità, provenienti da coltivazioni in Puglia. La raccolta viene effettuata nei modi e nei tempi più corretti per tutelare la migliore ricchezza dei componenti dell’aroma”. Una formula particolarmente apprezzata sui mercati tedesco e giapponese, spiega l’Amministratore di Primoljo, Fernando Primiceri.
E anche se per alcuni la “naturalità” è quasi sinonimo di vegetale, negli ultimi anni l’approccio bio ha conquistato sempre più anche il segmento delle carni. “La nostra gamma biologica, già conosciuta per la proposta vegetale, si distingue per l’unicità delle referenze carne e pollo a completamento della linea. Siamo infatti gli unici sul mercato nazionale a proporre queste due varianti di preparati biologici per brodo sia nel formato cubetto che nel granulare istantaneo”, puntualizza Sabrina Taddei dell’Ufficio Marketing della trentina Bauer.
Del resto l’area alpina e il limitrofo mondo di lingua tedesca sono da sempre all’avanguardia nelle proposte salutistiche e naturali, come commenta in conclusione Peter Kirwel, Senior Sales Manager della tedesca Topas: “Le abitudini dei consumatori si evolvono rapidamente. Quando scelgono un prodotto bio, oggi i clienti si aspettano di trovare un cibo che sia anche gustoso e originale: essere ‘naturale’ non basta più. E passando poi alle opzioni vegane, i giovani ‘flexitariani’ europei ricercano prodotti che offrano la stessa soddisfazione della carne, ma senza la carne. Infatti i nostri best seller sono le salsicce Merguez vegane e un barbecue mix vegano”.
Fonte:
www.tuttofood.it/it/blog/il-bio-cresce-ancora-all%E2%80%99insegna-della-specializzazione