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E’ una delle donne più influenti nel mondo del vino in Italia e non solo, Francesca Moretti ha in mano le redini del Gruppo Terra Moretti, uno dei player vinicoli più importanti del nostro paese. Un impero che parte dalla Franciacorta e si estende in Toscana e in Sardegna, una scacchiera del vino che copre alcune delle zone vinicole più suggestive d’Italia.
Vive in Franciacorta e si divide tra la Toscana e la Sardegna, dove si trovano le aziende di famiglia: Bellavista e Contadi Castaldi in Franciacorta, Petra a Suvereto, La Badiola in Maremma, Teruzzi a San Gimignano, Sella&Mosca ad Alghero. Tanto lavoro con viaggi all’estero che le hanno permesso di entrare in contatto con le maggiori realtà vitivinicole mondiali, ma appena riesce anche tanto sport all’aria aperta nel tempo libero, golf, sci, vela e giardinaggio, insieme al marito e ai due figli.
Francesca Moretti è una regina del fare, nel suo curriculum oltre ai numerosi incarichi nelle cantine e società del Gruppo Holding Terra Moretti, spiccano le esperienze legate al comparto produttivo. Classe ‘74, dopo la maturità scientifica intraprende un periodo di formazione nell’azienda di famiglia, la cantina Bellavista in Franciacorta occupandosi dell’aspetto produttivo. Segue i progetti di zonazione di tutti i vigneti aziendali con particolare dedizione alla vigna del Convento dell’Annunciata, un focus sul settore produttivo che la porterà a interessarsi di conduzione dei vigneti, prove di vinificazione e processi di spumantizzazione.
Nel 1997 le viene affidata dal padre Vittorio Moretti la gestione di Petra appena acquisita in Toscana, il suo banco di prova con tanto di promozione sul campo. Con la collaborazione del professor Attilio Scienza, Francesca segue il progetto di zonazione dei 300 ettari di proprietà, occupandosi in prima persona di questa realtà che diventerà parte integrante della sua tesi “La zonazione viticola dell’azienda Petra a Suvereto”, per la laurea nel 2006 in Tecnologie Alimentari con orientamento in Viticoltura ed Enologia.
Francesca Moretti è perfetta per celebrare la festa della donna all’interno della nostra carrellata “Beverfood in rosa”, in giornate molto particolari per tutto il comparto del vino italiano.
– Quando ti sei avvicinata al mondo del vino?
Nel mondo del vino ci sono nata. Ho passato la mia infanzia sulla collina di Bellavista, giocando tra le vigne, nascondendomi in cantina, facendo la caccia al tesoro tra le botti. Poi, crescendo, si è fatto tutto più serio, dalle vendemmie ai viaggi studio tra Bordeaux e l’Alsazia, fino alla laurea in enologia. Ma posso dire che il vino fa parte della mia vita, da sempre.
– Com’è cambiata la figura della donna nel vino?
È più presente, per fortuna. In molti casi si tratta di fisiologici cambi generazionali, in altri di figure manageriali dalle competenze specifiche. In ogni caso sono certa sia un bene. È un punto di vista sempre diverso quello femminile, un’altra sensibilità. Che non può che arricchire il ragionamento generale.
– Il ruolo della donna nel futuro nel vino?
Sarà come il ruolo della donna nella società. Presente, concreto, fattivo, vitale, capace di un’intelligenza emotiva distinta e distintiva.
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