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Più Freisa, al Gatto Nero di Torino sfilano quattro produttori


Non si spengono le polemiche, le ire, legate al noto produttore di Ruché, e il suo commento sul livello della ristorazione in città. Non si spengono anche per le molte iniziative portate avanti da Consorzi e Associazioni della regione, volte alla promozione dei vari territori e che Torino, come capoluogo, le accoglie.

 



 

Un valido esempio è quello promosso dall’Associazione Più Freisa. L’uva, le cui prime testimonianze risalgono al 500, è parente col Nebbiolo per l’85%, questo dicono i recenti studi condotti da Anna Schneider e Vincenzo Gerbi. Si tratta di un incrocio spontaneo tra il Nebbiolo e un altro genitore non ancora identificato. Molte dunque le analogie, anche in vinificazione nonché la capacità di lettura dei suoli da parte della Freisa nei vari territori in cui si produce. Freisa che, nominata vitigno dell’anno 2022 dalla Regione Piemonte, è prodotta in 1000 ettari vitati, una diffusione che abbraccia dal Torinese al Basso Monferrato Astigiano alle Langhe, ai Colli Tortonesi, e si presenta in sette diverse Doc: Freisa d’Asti, Freisa di Chieri, Langhe Freisa, Monferrato Freisa, Colli Tortonesi Freisa, Pinerolese Freisa e Piemonte Freisa. L’obiettivo dell’Associazione è la divulgazione del suo potenziale e delle sue caratteristiche, e non v’è più bella occasione se non quella di vedere la trasversalità della stessa abbinata a dei piatti. Un’iniziativa andata in scena al Gatto Nero, storica insegna torinese, che ha ospitato quattro diversi produttori. Diversi per stilistica, zona di produzione e complessità.

Si è partiti con il Metodo Classico Brut Rosé da uve Freisa Marchesina Stefano Rossotto abbinato alla Finocchiona, Prosciutto toscano al pepe e la Salsiccia cruda. Sull’antipasto, a base di salsiccia drogata sulla griglia con i fagioli cannellini si è proposta la Freisa di Chieri Doc Frizzante 2021 di Cantine Balbiano mentre sul primo e secondo si è proseguito con la Zuppa di pane e cavolo nero e la Costata tagliata alle bacche di ginepro e gin con patate e rosmarino abbinati alla “Freisa Poco dopo un Ferragosto“ 2020 di Ca’ del Prete e la Freisa d’Asti Doc Sorìdgiul 2017 di Tenuta Santa Caterina.

La capacità di raggiungere gusti così diversificati ha la fortuna di richiudersi un in nome solo, capace di creare curiosità continua in un mondo del vino che, di per sé, ci ha abituato alle continue variabili date, in primis, dal clima e subito dopo dai terreni e, non ultimo, dalle scelte delle comunità umane che li animano.

I soci fondatori dell’Associazione Più Freisa, che di recente hanno unito le forze per una promozione congiunta, sono: La Montagnetta, Adriano Marco e Vittorio, Azienda Agricola Roggero, Azienda Agricola 499, Azienda Agricola Valente Fea, Cantine Balbiano, Ca’ del Prete, Cantina Dellerba, Cantina Domanda, Cascina Gilli, Cascina Quarino, Crotin 1897, Garrone Evasio e Figli, Erede di Chiappone Armando, Mariotto, Pianfiorito, Stefano Rossotto, Tenuta Tamburnin, Tenuta Santa Caterina, Terre dei Santi.

 

 

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