L’identità si conserva, ma la proposta si evolve. Rita’s Tiki Room, la costola esotica di uno dei luoghi simbolo della miscelazione milanese, presenta la nuova drink list invernale. E lo fa con soluzioni che esaltano le ricette classiche e ovviamente i rum, ma si aprono saggiamente ad alternative più contemporanee.
Aperto nel 2019 da Edoardo Nono (guru della scena da bere e già patron del Rita&Cocktails), Gianluca Chiaruttini e Chiara Buzzi, il Rita’s Tiki Room ha sfruttato alla grande il pochissimo tempo concesso dalle chiusure dovute alla pandemia di COVID-19, scalando gli indici di gradimento della sempre esigente platea del Naviglio. È un tiki bar, tra i più grandi d’Italia, ispirato al movimento anni ’40 che nacque sulla scia delle booze cruises sulle quali gli statunitensi stritolati dal Proibizionismo si imbarcavano per poter bere; due giganti del marketing ante litteram come Donn Beach e Trader Vic intuirono il potenziale dei consumi, lanciando una tendenza consolidatasi in centinaia di locali a tema nel mondo.
Ma alla miscelazione tipica della filosofia accosta anche quella tropicale, che guarda quindi a Cuba e ai Caraibi. E fidatevi, c’è differenza. Il rum rimane protagonista indiscusso (oltre duecento etichette in bottigliera), ma è stato creato uno spiraglio per altri distillati imprescindibili, soprattutto alla luce delle abitudini della piazza: “Abbiamo fedeli bevitori di Martini o Negroni che qui possono essere soddisfatti in ogni caso”, racconta Buzzi, egregia padrona di casa e della sala. “Certo, se sono alla ricerca di whisky da degustazione, magari li indirizziamo al Rita, di fronte”.
La nuova lista, Back to the Future, è quindi un’interessante ripresa di miscele quasi secolari (Mai Tai, Fog Cutter, Zombie, Painkiller, Piña Colada) già presenti negli scorsi menù, cui vanno ad affiancarsi idee fresche, firmate dalla giovanissima squadra al bancone: il bar manager Andrea Arcaini, insieme a Paolo Bollani e Alessandro D’Alessio. Sempre fortissima la dedizione alla ricerca sia storica che merceologica: i cocktail presenti hanno tutti una base aneddotica solida, e le preparazioni sono fatte in casa dalla prima all’ultima. C’è ricerca, c’è studio, e soprattutto c’è gusto.
Marge è un twist sull’Americano, un’idea oriunda del rito preferito dai milanesi (e dagli italiani) che deve il nome a un personaggio di un film dei Fratelli Coen; un aperitiki, con Vermouth Classico del Professore, Select Aperitivo, lime e il leggendario Donn’s Mix, binomio storico del bere polinesiano qui ricreato con sciroppo di cannella fatto in casa e soda al pompelmo. Agrumato e amarostico, grande ingresso per le proposte espresse dell’eccellente cucina fusion del Tiki Room. Il Cuba Libre rivive invece nella versione RTR: aspetto contemporaneo, con cubo di ghiaccio e bicchiere minimalista, e punto di vista deciso sul prodotto classico. La Coca-Cola, che nel drink originale simboleggiava gli Stati Uniti che si univano a Cuba con il rum, viene sostituita da amaro Averna, cordiale di lime home made e cava brut.
Il Daiquiri, pietra miliare del bere cubano e caraibico, assume decine di vesti diverse al Tiki Room: il Departures & Arrivals è forse la più intrigante, con un sentore vegetale e piacevolmente ruvido dato dal rum di Haiti, che lo fa somigliare quasi a un Ti’ Punch (modalità di consumo del rum tipica dei Caraibi). Partenze e arrivi, è l’omaggio al passaggio di testimone tra Niccolò Caramiello (ex bartender del gruppo Rita, oggi a La Nena Bistrot) e Andrea Arcaini. Splendido il Marilyn Monroe, con Cognac e Tequila Reposado Calle 23 che si mescolano con albicocca e caffè: sorso avvolgente e riflessivo, che pur rimanendo nel contesto esotico, si distacca verso una bevuta più complessa. Per un inverno che a Milano si preannuncia rigido, ma può facilmente riscaldarsi con il viaggio di una sera, come nel pieno dello spirito (e degli spirits) della filosofia tiki.